lunedì 27 aprile 2009

25 aprile: per non dimenticare

Da tempo occasione di riflessioni e bilanci, il 25 aprile 2009 si candida a divenire il primo post-25 aprile. Una data che ovviamente ha attraversato tutti i tempi della nostra Repubblica - quelli del sacrificio e della ricostruzione, quelli della rinascita economica e civile ma anche della rivalità senza frontiere tra democristiani e comunisti, la drammatica stagione del terrorismo, la nebulosa degli anni ’80, così come il collasso dei primi ’90 e la lenta, aggrovigliata, per molti versi infinita, transizione verso una modernità sempre a venire. Un 25 aprile, quello di oggi, che potrebbe sancire la fine di un’era geologico-antropologica della nostra Repubblica perché registra e racconta - come un telescopio la luce di stelle lontane e spente da tempo - la fine della supremazia culturale della sinistra che, più di ogni altra corrente ideologica, ad eccezione di quella cattolica, ha dominato l’orizzonte della vita politica e sociale permeando di sé l’edificio delle regole e delle istituzioni democratiche.

Ovviamente, non che questa primazia finisce oggi, ma oggi si celebra una nuova sorta di 25 aprile, un 25 aprile non più unilaterale, anche se non ancora (e forse non lo sarà mai) bi-partisan; un 25 aprile post-ideologico, un post-25 aprile. Una celebrazione della liberazione dalla guerra e dall’oppressione nazi-fascista che, pur lasciando intatti i suoi caratteri fondanti, l’immutabile imprinting genetico di valori e aspirazioni che sono divenuti un tutt’uno con il paradigma della scelta democratica compiuta sulla macerie della guerra, si apre all’innesto di quel blocco popolar-conservatore che dinnanzi all’orgoglio della sinistra aveva sempre fatto un passo indietro o a lato.
Il primo 25 aprile di Berlusconi, lungi dal segnare una riconciliazione o una pacificazione nazionale (perché, come è stato giustamente scritto, il paese non è in guerra con se stesso e quindi non ha bisogno di essere pacificato), lasciando, come ha scritto Walter Barberis, alla memoria gli steccati delle sue tracce individuali e particolari che il tempo non può modificare, e alla storia i suoi percorsi d’incessante indagine e riscrittura, apre ad una nuova stagione nella quale il presente non è più forzatamente ipotecato dal passato ma naturalmente ingaggiato dal futuro.
Io stamani sono stato per la prima volta come Consigliere Comunale alle manifestazioni del 25 Aprile organizzate dal Comune di Pisa e devo essere sincero mi sono commosso riflettendo su quello che è stata questa data per il popolo italiano. Le belle parole pronunciate dal Sindaco Marco Filippeschi e il video registrato di Teresa Mattei in cui racconto il ruolo dei costituenti ed il valore della Costuzione in maniera semplice e toccante…con la voce flebile di chi non ha bisogno di urlare per farsi ascoltare… devono essere per tutti stimolo per vivere il nostro impegno istituzionale con passione e rispetto civico, ringraziando giorno dopo giorno chi ci ha dato la possibilità di vivere in uno Stato Democratico.



Buon 25 Aprile
Antonio


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mercoledì 22 aprile 2009

Legalità e (in)sicurezza‏

Pubblico volentieri alcune considerazioni ricevute da Federico Gelli, Vicepresidente della regione Toscana, sulla legalitàe sulla sicurezza. Temi che ha sempre affrontato con equilibrio ponendo al centro dell’attenzione la qualità della vita dei cittadini.

Un caro saluto

Antonio


Galli Della Loggia sulle pagine del Corriere di domenica scorsa (leggi l'articolo) ha lanciato una provocazione sul tema della sicurezza delle città, un argomento non banale e ricco di implicazioni. Fuori dal solito teatro che se ne fa, vorrei impostare un ragionamento partendo dai concetti di legalità e sicurezza.

Quando si riflette su parole come legalità e sicurezza bisogna intendersi. Si ha la sensazione che vengano usate con troppa approssimazione. Ad esse ognuno appende concetti diversi. La legalità, per fare un esempio, non è qualcosa di formale, di astratto, e soprattutto non è qualcosa che si può chiedere solo agli altri, a chi dissente, a chi è diverso da noi. E questo è molto importante, in un paese che spesso ha usato due pesi e due misure, che oggi invoca misure molto drastiche per ripristinare la legalità degli immigrati ma magari ha chiuso gli occhi su tipi di reati decisamente più dannosi della vendita abusiva di un accendino, quale può essere un falso in bilancio.

Io penso che la legalità significhi semplicemente cultura delle regole, delle regole condivise che consentono di vivere e vivere bene in una comunità. Delle regole che devono essere rispettate da tutti e che richiamano una responsabilità diretta, in prima persona, di ciascuno di noi. E se si pensa così. è indubbio che nel nostro paese vi sia un generalizzato deficit di legalità.

La Regione Toscana investe molto e da anni nella promozione della cultura della legalità. Stiamo lavorando molto, in particolare, con la scuola e con le associazioni che si occupano di questo tema (Arci, libera, altre) con cui da anni portiamo centinaia di ragazze e ragazzi nelle terre confiscate alle mafie, dove con il loro soggiorno, toccano con mano cosa significa vivere in terre dove la presenza della criminalità organizzata è tangibile e reale.

Il lavoro sulla legalità è complementare al lavoro sulla sicurezza. Non è forse un deficit di rispetto delle regole che porta a comportamenti sbagliati, per esempio, sulla strada. Non faccio a caso questo esempio. Da un'indagine svolta recentemente risulta che per i cittadini toscani l'insicurezza sulle nostre strade è la prima fonte di preoccupazione, davanti ad altre vere e proprie forme di criminalità, che pure sono purtroppo presenti.

Sulla sicurezza, e sulla grande domanda di sicurezza che i cittadini pongono, ovviamente ci sarebbe molto da dire. Si tratta di una domanda che è stata anche molto manipolata e strumentalizzata. Il paese di fatto però è più insicuro rispetto a qualche anno fa, ma soprattutto si percepisce più insicuro, cosa che non è affatto la stessa, come ci dimostrano molte statistiche sul crimine e sulla percezione che se ne può avere.

In ogni caso si tratta di una domanda reale, importante. Le istituzioni non possono sottrarsi a questa domanda dei cittadini, che chiedono di più della semplice sicurezza. Chiedono di poter uscire tranquillamente la sera, chiedono di poter vivere serenamente nelle loro comunità. Chiedono, direi, un diritto alla tranquillità o serenità, che è un concetto bellissimo, che mi pare attraversi tutti gli altri menzionati e che implica un impegno davvero trasversale, che va dalle politiche di prevenzione per la sicurezza fino alle politiche sociali, alle politiche urbanistiche e alle politiche dei tempi delle città, fino ad arrivare agli aspetti più puntuali e quotidiani di un'amministrazione (per esempio, come si cura un giardino pubblico o come si regola la circolazione su una strada).

Ciò che esige questo concetto di serenità è un impegno che può essere assai complesso, non fosse per le competenze che chiama in causa. Eppure rappresenta l'unica alternativa a scorciatoie che non portano da nessuna parte, se non forse all'individuazione di capri espiatori e alla demagogia di chi invoca le maniere forti. La premessa è stata lunga ma mi sembrava doverosa, perchè in realtà rappresenta il background che anima la nostra proposta di legge "in materia di contrasto al degrado e di tutela della sicurezza urbana".

La sicurezza, intesa nel suo significato più ampio, diventa uno degli impegni del governo locale, assumendo un rilievo nella strategia dell'amministrazione della cosa pubblica che non le era proprio fino alla fine degli anni novanta.

Molti enti locali si sono effettivamente mossi in questi ultimi mesi, raccogliendo anche un "invito alla creatività" che il Ministro dell'Interno ha rivolto ai sindaci. Ne è venuto fuori qualcosa che ha più a che vedere con la complicazione che con la complessità. Una valanga di provvedimenti assunti dai sindaci in qualità di ufficiali del Governo. E già qui ci sarebbe qualcosa da dire. Un profluvio di ordinanze, più o meno accettabili, più o meno comprensibili, in una logica di emergenza, che hanno creato una situazione estremamente caotica, frammentaria, incerta, con forti disomogeneità anche nello spazio di pochi kilometri. Senza dimenticare che resta tutta da dimostrare la possibilità di contrastare situazioni urbane di degrado a colpi di ordinanze.

Vorrei rilanciare una piena assunzione di responsabilità da parte del governo regionale, quale soggetto che può coordinare, dare omogeneità, armonizzare le scelte sui comportamenti rilevanti, sui provvedimenti da adottare, sulle sanzioni da contemplare.

Per questo con la nostra legge puntiamo a fornire una disciplina generale nella quale si possano inserire regolamenti comunali che intendano affrontare le questioni legate alla sicurezza urbana. Abbiamo voluto individuare i comportamenti rilevanti ai fini dell'ordinato svolgersi della vita delle comunità locali che possono essere disciplinati dalle amministrazioni comunali, distinguendo bene tra concetti come: la convivenza civile, la vivibilità, l'igiene e il pubblico decoro, la quiete e la tranquillità delle persone.

Mi pare importante sottolineare che accanto all'individuazione dei comportamenti rilevanti abbiamo prodotto un'attenta analisi sugli spazi pubblici, come premessa ad interventi che ci consentano di sottrarli al degrado fisico.

Ritengo che occuparsi del disegno urbano, cioè dell'organizzazione degli spazi, dell'impianto degli edifici, dell'uso dei piani terra e dei piani superiori, della struttura delle aree versi, del tracciato delle strade, dell'illuminazione e dell'ubicazione delle fermate del trasporto pubblico, possa rendere le nostre città più vivibili e concorre ad aumentare la fiducia dei cittadini, mentre un disegno urbano mal concepito può produrre spazi vuoti, ambienti squallidi, generare paura e attrarre comportamenti incivili e atti criminali.

In questo paese troppe volte senti invocare l'uso dell'esercito o delle forze dell'ordine, come soluzioni a problemi che richiedono risposte ben più articolate e complesse. Allo stesso modo troppo spesso abbiamo sentito parlare di cittadini armati, di ronde, di appelli all'autodifesa, di tentativi di far passare l'idea di punizioni draconiane o esemplari...

C'è bisogno di molto buon senso, di equilibrio. Per capire, ad esempio, che non c'è bisogno di pene esemplari, ma semmai c'è necessità di pene certe, di una giustizia che funzioni, in grado di assolvere le sue funzioni in tempi accettabili; che non c'è bisogno di presidi militari nelle nostre strade, ma semmai di risorse e mezzi per le forze dell'ordine che devono essere messe in grado di lavorare e valorizzate nella loro professionalità; e che i nostri quartieri, le nostre periferie, potranno diventare davvero sicure solo anche quando saranno più vivibili.


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Le circoscrizioni sono indispensabili ed il PDL dovrebbe parteciparvi

Caro Direttore,
leggo con piacere la lettera del Consigliere Provinciale del PDL Stefano Barsantini e concordo con lui che le circoscrizioni sono essenziali per permettere la partecipazione attiva dei cittadini alla vita del territorio: luoghi in cui si verificano le scelte, si raccolgono le istanze dei cittadini, si seleziona le priorità degli interventi e si controlla la qualità dei servizi. Come spesso accade, si avverte l’importanza di qualcosa quando non c’è più.Il governo Prodi con una scelta poco felice, quando si è posto il problema di ridurre i costi della Politica decise di eliminarle per i comuni con meno di 200 mila abitanti.
In questi giorni il governo di Centro Destra sta valutando di abolirle anche per i Comuni con più di 200mila residenti, invece l’Amministrazione Filippeschi a fine febbraio (con il voto favorevole di tutte le forze politiche presenti in Consiglio eccetto il PDL) ha deciso di riattivarle, cambiandone il nome (Consiglio Territoriale di Partecipazione), aumentandone funzioni e competenze specifiche e non prevedendo per i componenti dei consigli territoriali, cosi come previsto dalla legge, alcun compenso. Attualmente siamo in attesa di conoscere il parere del Ministero in merito alle variazioni apportate allo Statuto e necessarie per attivare i nuovi Consigli Territoriali.
La nostra volontà è quella di renderle operative nel minor tempo possibile in quanto la loro eliminazione ha penalizzato pesantemente (e ce siamo resi conto nel primo anno di Amministrazione) città come Pisa, in cui non solo il numero degli abitanti è ben al di sopra dei centomila (rispetto ai 90.000 residenti), ma soprattutto ha visto nelle circoscrizioni un forte momento di partecipazione che ha reso i quartieri partecipi alla vita dell’amministrazione sia in termini informativi che propositivi.
Con molto piacere, dopo le polemiche degli scorsi mesi, leggo che anche all’interno del PDL, c’è chi è di nuovo interessato ad attivare da subito i nuovi Consigli Territoriali. Noi siamo disponibili, anche domani, ad iniziare insieme un percorso di discussione e dibattito con i gruppi e le associazioni che giornalmente operano sul territorio in quanto riteniamo che questi consigli avranno un peso se sapremo trasferirvi competenze specifiche vere e se i gruppi politici sapranno aprire e dialogare con i cittadini, le associazioni, piuttosto che utilizzare queste nomine per recuperare qualche escluso. Su questi temi siamo assolutamente disponibili a discutere e collaborare in quanto riteniamo necessario intervenire rapidamente per non disperdere quella ricchezza di partecipazione che Pisa aveva saputo costruire nel corso degli anni.
Questo è comunque solo l’inizio di un lungo percorso, per arrivare in un periodo di tempo più lungo (la Giunta Comunale ha già attivato un percorso di coinvolgimento della Regione anche al fine di ottenere specifici finanziamenti così come previsto dalla legge sulla partecipazione) a costruire un modello di decentramento più innovativo facendo tesoro dei regolamenti che già esistono, della Legge regionale sulla Partecipazione e di esperienze come il bilancio partecipato e gli urp decentrati.
Siamo sicuri che i nostri concittadini beneficeranno dell’attivazione dei Consigli Territoriali di Partecipazione e auspichiamo che anche il PDL voglia partecipare a questi organi cosi come a tutto il percorso, che consentirà nei prossimi anni di offrire alla città nuovi strumenti partecipativi per un rapporto più rispettoso, efficace e trasparente tra Comune e cittadini.


Antonio Mazzeo
Presidente IV Commissione Consiliare Permanente

lettera pubblicata sul tirreno del 21 aprile 2009


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lunedì 20 aprile 2009

Solidarietà e sostegno alle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto

Mozione del Consiglio Comunale di Pisa

VISTO
Il grave terremoto che il 6 aprile u.s. ha colpito i Comuni e le popolazioni dell’Abruzzo, in particolare i Comuni della provincia de L’Aquila ed i centri limitrofi;

VISTA
l’intensità del sisma che ha causato un altissimo numero di perdite umane e danni ingenti a strutture pubbliche e private, crolli e danni che in molti casi hanno reso inutilizzabili gli uffici pubblici necessari per il normale andamento della vita quotidiana;

CONSIDERATA
l’importante mobilitazione attivata da tutte le istituzioni, nazionali e locali, in sostegno dei territori colpiti dal dramma del terremoto;
la grande azione messa in campo dal circuito dei soccorsi (Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Associazioni di volontariato, ecc.) nella fase di emergenza;
la moltitudine di iniziative di solidarietà avviate in maniera diffusa a livello nazionale e internazionale;

CONSIDERATE
le molteplici affinità tra la città de L’Aquila e quella di Pisa, ambedue sedi di due grandi e prestigiose Università e entrambe caratterizzate da una lunga storia e da un grande patrimonio artistico culturale;

RITENUTI
meritevoli i primi dispositivi emanati dal Governo;
lodevoli le azioni intraprese dalla Regione Toscana e dai Comuni della Toscana nella fase di prima emergenza;
apprezzabili i primi provvedimenti adottati dall’Università di Pisa e dall’Azienda unica Regionale per il diritto allo studio universitario, volti a garantire una serie di agevolazioni agli iscritti provenienti dalle zone terremotate, quali azzeramento tasse, alloggi e mensa gratuiti, ecc.;
encomiabile l’azione delle associazioni di volontariato che hanno concorso in maniera sostanziale all’efficienza del meccanismo dei soccorsi;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI PISA

ESPRIME
il proprio cordoglio alle famiglie e ai cari delle vittime;
la propria solidarietà e il massimo sostegno alle popolazioni dei comuni colpiti dal terremoto, di cui in particolare si ammira e si apprezza la straordinaria dignità con la quale stanno reagendo al dramma che li ha colpiti;
apprezzamento e gratitudine per l'opera esperita da tutti i volontari, dalla Protezione Civile, dalle forze dell'ordine e dal corpo nazionale dei vigili del fuoco, di cui ricordiamo in particolare il Caposquadra del comando provinciale di Bergamo, Marco Cavagna, morto durante le operazioni di soccorso;

AUSPICA
che questa immane tragedia non diventi oggetto di strumentalizzazione politica e che le indagini avviate dalla Magistratura proseguano velocemente al fine di individuare quanto prima le eventuali responsabilità;
che l’attenzione a questo dramma non venga meno con lo spegnimento dei riflettori e che la fase di ricostruzione avvenga in maniera virtuosa;

SI IMPEGNA
a promuovere tutte le iniziative necessarie per sostenere con i mezzi e le risorse disponibili gli sforzi di soccorso e le azioni di ricostruzione da avviare immediatamente dopo la fase di emergenza;

INVITA
la Presidente del Consiglio a istituire un fondo per agevolare le donazioni volontarie da parte dei cittadini pisani, del personale del Comune di Pisa, o dei Consiglieri e degli Assessori Comunali che, rispondendo all’invito dell’Anci, decidano di devolvere parte dei propri emolumenti legati all’attività istituzionale; tale fondo dovrà essere utilizzato per realizzare un'opera pubblica da concordare con i responsabili delle Istituzioni locali abruzzesi o un progetto educativo con esse individuato, che rimanga anche a testimonianza del forte legame tra Pisa e L’Aquila;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

nell'ottica di un gemellaggio di fatto con la città de L’Aquila

a prendere contatto con le Istituzioni locali delle zone terremotate al fine di poter individuare aiuti mirati;

ad attivarsi al fine di catalizzare e mettere a disposizione le tante professionalità presenti sul nostro territorio;

a disporre tempestivamente le misure necessarie per garantire ai lavoratori del Comune, qualora allertati come volontari o iscritti alla Protezione Civile, di poter conseguire l’assenza giustificata dal lavoro per partecipare agli interventi di soccorso, e di attivarsi affinché altri enti e aziende del territorio facciano altrettanto;

a disporre di concerto con il Rettore dell’Università di Pisa e il Presidente dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario misure rivolte a garantire agevolazioni agli iscritti provenienti dai Comuni interessati dal sisma (ad es. azzeramento tarsu, abbonamento gratuito servizio pubblico di trasporto, ecc.) e “accoglienza” senza oneri aggiuntivi per gli studenti delle zone terremotate iscritti all’Università de L’Aquila che intendano transitoriamente continuare gli studi presso la nostra Università (ad es. possibilità di sostenere esami singoli senza pagare ulteriori tasse, ecc.);

a vigilare nel tempo affinchè le promesse legate alla ricostruzione diventino atti concreti, sottolineando presso le sedi opportune, in particolare presso i Ministeri interessati, l’importanza per la rinascita anche economica della città de L’Aquila del ripristino dei beni culturali e delle sedi universitarie;

a farsi carico presso le Istituzioni competenti e presso l’Anci della necessità di sostenere e rinforzare il Corpo dei Vigili del Fuoco;

a potenziare sul nostro territorio di concerto con i rappresentanti degli altri Enti Locali, della Regione e degli Organi nazionali competenti le attività di prevenzione e controllo relativi agli edifici pubblici e privati, in particolare a realizzare una verifica contro il rischio sismico di tutti gli edifici pubblici strategici, come le scuole, disponendo uno screening per eliminare le possibili criticità.


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Rispetto della legalità e attenzione alle strumentalizzazioni

Rispetto della legalità. E' il punto fermo messo dal Partito Democratico sul tema dell'abusivismo commerciale, alla luce delle polemiche di questi giorni e a seguito della manifestazione di sabato scorso a Pisa. “L'ordinanza del sindaco – osservano il segretario provinciale Ivan Ferrucci e il segretario comunale Nicola Landucci – ha come obiettivo il contrasto ad una situazione di massiccia concentrazione di abusivismo in alcune zone della città, che si era fatta insostenibile. Non c'è e non c'è mai stato alcun intento discriminatorio nei confronti della comunità senegalese. Comunità nei confronti della quale è aperto un dialogo costruttivo, che ha portato ad alcune importanti proposte presentate da Comune e Società della Salute: licenze commerciali straordinarie, permessi di soggiorno, micro-prestiti, distribuzione di generi alimentari, attività di informazione e orientamento. Siamo certi che il dialogo proseguirà, all'interno di un progetto più complessivo di città rispettosa dell'ordine e del decoro, ma anche accogliente e inclusiva”.

Secondo il Partito Democratico è questa la strada da seguire: nessuna demagogia e confronto nel merito concreto delle questioni. “Purtroppo invece – proseguono Ferrucci e Landucci – dobbiamo rilevare un utilizzo sempre più strumentale della vicenda e, ancor peggio, delle difficoltà oggettive degli immigrati e della comunità senegalese. E' evidente che una parte della sinistra e del mondo dell'antagonismo pisano sta cercando di alzare il livello della discussione verbale, con l'unico scopo di mettere in difficoltà l'amministrazione. Infatti in molti interventi di questi giorni non vengono risparmiate le critiche al sindaco ma non c'è traccia di proposte concrete per affrontare la situazione”. Infine la manifestazione in programma domani a Pisa. “Rispettiamo le posizioni di tutti – concludono Ferrucci e Landucci – ma non vediamo come questa manifestazione possa aiutare ad entrare nel merito di un problema così difficile e complesso. Auspichiamo pertanto che i toni non siano mirati alla ricerca della pura visibilità elettorale, perchè quello che è importante è muovere dei passi avanti concreti nella direzione dei diritti e l'integrazione. Un obiettivo che possiamo ottenere soltanto aumentando i momenti di confronto tra le comunità degli immigrati e la città. Sbaglia chi pensa che l’integrazione si possa fare stimolando comportamenti illegali”.

E’ evidente che il rispetto della legalità è fondamentale…ma solo insieme ad una elevata capacità di integrazione, credo che riusciremo ad offrire una città che sappia guardare con ottimismo alle sfide che ci attendono e ci attenderanno nei prossimi anni

Antonio


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venerdì 17 aprile 2009

Il PD e il Referendum

di Maurizio Sereni

Il Governo Berlusconi ha deciso di non effettuare l'accorpamento il 7 giugno, delle elezioni europeee ed amministrative locali assieme ai e quesiti referendari di modifica della legge elettorale del 2005 in senso maggioritario e con l'abrogatura delle candidature multiple, impedendo un risparmio di circa 400 mln di € alle casse dello Stato Italiano. La responsabilità di spesa di cui si fa carico il Governo, nel momento attuale di crisi economica-finanziaria mondiale e nel contesto drammatico della ricostruzione dell'Abruzzo post terremoto, rappresenta, non solo uno spreco inutile di denaro pubblico, ma un vero e proprio schiaffo a tutta l'Italia per bene. Con questa scelta, NON si impedisce la tornata referendaria, ma si depotenzia fortemente la portata di un reale strumento di democrazia sollecitato da miglia di firme di cittadini e la possibilità di raggiungere un quorum sufficente a determinare un esito positivo o negativo, non permettendo che lo svolgimento del referendum avvenga contestualmente alle elezioni europee, ma, soprattutto, amministrative locali (notoriamente con un buon numero di elettori partecipanti).

Mentre è chiaro il perchè ci si schieri per il NO e quindi si faccia di tutto per ostacolarlo da parte della Lega e dei piccoli partiti in particolare di derivazione comunista, c'è da interrogarsi profondamente sul silenzio o sulle dichiarazioni di alcuni noti esponenti politici di varia estrazione.

Nel PDL ci sono esponenti liberali che fanno parte del Comitato Promotore (Capezzone, Quagliarello, Scognamiglio, Taradash), altri della destra (Alemanno, Berselli, Selva), ministri in carica (Alfano, Brunetta, Prestigiacomo), ma l'unico che ha preso una posizione netta e precisa di dissenso è il Presidente della Camera, sempre più allergico alle decisioni prese contro corrente rispetto al sentimento popolare diffuso.

Perchè questa decisione, ma in buona parte anche quella sul testamento biologico e su diversi capitoli della sicurezza, va contro la maggioranza del popolo italiano e quindi pone Berlusconi di fronte ad una difficoltà nuova, lui che del populismo e della condizione di eletto dal Popolo si fa forte da sempre.

E il Partito Democratico che fa?

Fino al giorno prima della decisione tutti compatti dietro il Segretario Franceschini nel sostenere la proposta di accorpamento e di destinazione del risparmio di spesa pro Abruzzo.

Il giorno dopo la decisione già distinto nelle posizioni in alcuni esponenti.

Chi come la Lanzillotta dà ragione a Calderoli ovvero l'autore della porcata che si vorrebbe tentare di cambiare per via referendaria visto che per via parlamentare tutti non la vogliono ma nessuno la modifica, chi come la Turco perchè vede una deriva nel bipartitismo contrario alla (buona !?!) tradizione italiana delle grandi ammucchiate, chi come Latorre, quello dei "pizzini in TV", che sostiene che con il referendum si abroga una parte della legge (bella scoperta) ma "...prima di pronunciarci a favore bisognerebbe verificare se in Parlamento esiste, in questo momento, una maggioranza disposta ad una riforma elettorale, subito dopo l'eventuale vittoria referendaria."

Beh, stai pur tranquillo caro Latorre e cari tattici della politica, questa maggioranza non esiste e non esisterà mai fino a che non si comincia a cambiare dalle radici questa oligarchia politica.

E stai pur tranquillo che anche dai territori, una volta passata la sbornia del tentativo d'innovazione veltroniana, tutto ritornerà come prima, con tutte le caselline che vanno al loro posto e tutte le filiere a seguito del guru politico di turno che si ricompatteranno.

Poi però meravigliatevi voi se Fini prende i voti nel bacino del PD.


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venerdì 10 aprile 2009

Auguri di Buona Pasqua


Inizia il triduo Pasquale, momento
di riflessione e preghiera profonda.


Con l’occasione auguro Buona Pasqua
a Voi ed alle vostre famiglie


Antonio


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giovedì 9 aprile 2009

Le aziende partecipate: un'opportunità o un limite per la crescita dell'economia pisana?

In queste settimane nella IV commissione comunale, che presiedo, mi sono trovato ad affrontare diverse volte tematiche legate alle società partecipate dal Comune e al loro impatto sull'economia pisana. L'opposizione ha sempre definito le aziende partecipate un limite, io invece credo che possano diventare un'opportunità se mettiamo in atto due azioni concrete:
- cambiare il modello delle partecipazioni comunali (creando una holding);
- selezionare il management pubblico attraverso criteri di meritocrazia e di competenze e non sempre attraverso "vecchie logiche di partito".

Nel primo caso la creazione di una holding è fondamentale in quanto gli amministratori riconoscerebbero un referente qualificato e competente nel management della holding al quale devono rispondere non solo in termini politici. Questa governance, anche se creerebbe maggior distacco tra il consiglio Comunale e le aziende partecipate, risulta piu efficace rispetto alla situazione attuale in quanto i manager pubblici vedono l'unità operativa del Comune come un luogo a cui inviare meramente i dati di bilancio e non come luogo di indirizzo politico. Inoltre (ma i motivi sono molti di più e non mi dilungo qui a presentarli) si crerebbero diverse economie di scala:
- conseguire un utilizzo efficiente ed efficace delle risorse interne;
- reperire soluzioni comuni ai vari problemi aziendali;
- ridurre le diseconomie legate alla presenza di funzioni identiche all'interno del gruppo;
- etc.

Nel secondo caso, mi sono reso conto (con grande rammarico) che alcune nostre aziende partecipate potrebbero essere gestite in maniera più effficace ed innovativa da manager qualificati e non da politici prestati al management. Su questo credo che il PD, se vuole diventare un grande partito riformista, non debba fare sconti verso nessuno. Gli amministratori attualmente in carica devono essere valutati per la loro capacità di aver saputo guidare l'Azienda (è semplice farlo, basta leggere i Bilanci e i piani industriali), per il livello di raggiungimento degli obiettivi proposti. I nuovi amministratori devono essere invece scelti con criteri di meritocrazia e in base alle competenze nel settore di interesse. Basta scegliere il management pubblico (voglio essere molto chiaro e diretto) con "vecchie logiche di partito"!

Su questo mi ci sono impegnato nel primo anno di mandato consiliare (vedi intervento durante discussione Bilancio Preventivo e caso Geofor e Teatro) ed anche all'interno del partito e chiederò a tutti i colleghi consiglieri di non fare sconti, di iniziare un percorso comune di analisi dello stato dell'arte, di indirizzo e di controllo (come nelle funzioni dei consiglieri comunali) di tutte le società partecipate. E' un momento in cui sfidare noi stessi e le nostre relazioni... lo chiedono i cittadini... lo chiede la nostra visione riformista del Paese.

Cosa ne pensate?

Antonio


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mercoledì 8 aprile 2009

Il dramma abruzzese

di Maurizio Sereni

Amici ed amiche,

come tutte le catastrofi che si ripetono sotto varie forme ed alle quali il nostro sentimento e la nostra passione non vogliono arrendersi, il sisma che ha colpito l'Abruzzo ha sconvolto il nostro ordinario vivere. Siamo ancora adesso, nel dramma dell'emergenza e della conta delle vittime, dei feriti, dei dispersi.

Eppure le notizie e le immagini che ci provengono dalle terre aquilane, inquietano per la facilità con la quale gli edifici pubblici e le abitazioni sono crollati o sono gravemente lesionati; più che la polemica sulla eventuale previsione del terremoto, a me pare importante capire, nei modi e nei tempi opportuni, come sia stato possibile assistere ad un pressochè totale implosione strutturale di un capoluogo di Regione e di una serie di paesi limitrofi, in alcuni casi densamente popolati.

Come comprenderete senza dubbio, questo dramma riguarda anche le nostre comunità e interroga in profondità la Politica, le scelte delle Amministrazioni locali, lo Stato.

Perchè le scelte urbanistiche in merito alle zone edificabili, le modalità di accesso e partecipazione ad una gara d'appalto, le scelte di adottare il massimo ribasso sull'offerta di gara, i controlli del rispetto delle normative cantieristiche e dei materiali impiegati nelle costruzioni, i collaudi finali sono elementi di garanzia civile e democratica che ci siamo costruiti con grandi sacrifici (persino con il sangue di molti lavoratori mi verrebbe da dire), che non ci possiamo permettere di barattare o contrattare rispetto ad una visione sempre più larga che si può riassumere nello slogan "l'edilizia è stato e sarà il volano della ripresa economica".

Avrei il piacere, magari in una riunione centrata sull'argomento, di discutere della responsabilità di queste scelte e delle politiche che si intendono attuare in merito, nei lavori del Partito Democratico di Pisa.

A presto


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martedì 7 aprile 2009

Sconti del 40% per gli studenti universitari per utilizzare gli autobus in Città‏

Care/i amiche/i universitari,

vi segnalo (in dettaglio potete leggere l’articolo del Tirreno di seguito) che è possibile acquistare l’abbonamento mensile all’intera rete urbana di Pisa al costo di soli 12,5 euro, con uno sconto di oltre il 50%.

Richiedere lo sconto è semplice. Basta andare presso gli uffici della CPT in Piazza S’Antonio, compilare il modulo di richiesta, portare una foto formato tessera , un documento di identià ed il libretto universitario. Questo è un bel modo per dimostrare che l’Amministarzione Comunale e gli altri enti coinvolti sono attenti alla tutela dell’ambiente ed alla riduzione del traffico in centro città



Utilizzate in molti questa importante opportunità e in caso di eventuali disservizi segnalatemelo prontamente

Antonio



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sabato 4 aprile 2009

PISA E LA CRISI: STRATEGIE COMUNI PER USCIRNE - DIBATTITO APERTO TRA IMPRESA E POLITICA‏

Finalmente un incontro che guardi più alle esigenze dei cittadini/associazioni/imprenditori, invece dei soli convegni fatti a misura dei soli iscritti del PD. Guardare fuori dai nostri confini, coinvolgere i cittadini e ascoltare le loro proposte è l’unico strumento che ha il PD per uscire dalla sua crisi.

Quando mi hanno chiesto una mano per predisporre questo convegno ho chiesto proprio questo!! E sono contento che finalmente siamo stati in grado di pensare ad una iniziativa un po’ piu innovativa, non tanto sul tema che è al centro dell’agenda politica (purtroppo) quando per la modalità proposta…che sono certo sar in grado di coinvolgere molti piu cittadini/operatori.

Cosa ne pensate?

Un saluto
Antonio

MARTEDÌ 7 APRILE ORE 21
Auditorium R. Gagliardi, Navicelli SpA –Via della Darsena N°3

PISA E LA CRISI:
STRATEGIE COMUNI PER USCIRNE


DIBATTITO APERTO TRA IMPRESA E POLITICA



Saluti: Giandomenico Caridi, Presidente Navicelli Spa, Pisa

Coordina: Nicola Landucci (Segretario Comunale PD Pisa)

Introduce: Marco Magnarosa (Responsabile Provinciale PD Economia)

Partecipano:
Andrea Bonaccorsi – Docente Economia e Gestione d’Impresa Università di Pisa
Gianfranco Francese – Segretario provinciale Cgil
Biagio Longo – Lobim Srl – Spin-off Università di Pisa
Gualtiero Masini – Teseco S.p.A.
Carlo Palomba – Società Navale Pisa S.r.l.
Massimo Rota – Rota Costruzioni Snc
Andrea Zavanella – Responsabile ICT CNA Pisa

Conclusioni: Marco Filippeschi (Sindaco di Pisa) - Andrea Pieroni (Presidente Provincia di Pisa)


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mercoledì 1 aprile 2009

La riqualificazione urbanistica del quartiere CEP passa attraverso l’aumento degli standard pubblici

Unione Comunale di Pisa e Circolo del CEP

L’intervento di riqualificazione urbana che interessa il quartiere CEP, è compreso nella variante al Regolamento Urbanistico che in tutti gli interventi previsti, compreso quello del CEP, si qualifica tra l'altro per un forte incremento degli standard pubblici rispetto alla normativa vigente: parliamo di cessione di aree pubbliche da adibire a parcheggi, aree a verde e piste ciclabili. Altri due elementi di interesse pubblico che guidano la ratio di questa operazione, sono la possibilità di utilizzare aree da destinare a nuovi impianti sportivi, polifunzionali, con alti standard di efficienza energetica ed edilizia, in sostituzione di impianti vecchi ed inefficienti; la possibilità di intercettare finanziamenti europei e regionali, al fine di aumentare il numero di residenze ERP, di incrementare la costruzione di appartamenti ad affitto concordato decennale, di rivedere le previsioni di costruzioni residenziali PEEP.

L’intervento che riguarda il territorio del CEP si basa proprio sulla possibilità di utilizzare dei finanziamenti della Regione Toscana per riqualificare aree destinate ad ERP a condizione che siano di proprietà pubblica. L’area, di circa 7400 mq posta tra Via Veneziano e Via dell’Argine, attualmente occupata da impianti sportivi la cui vetustità e insicurezza è evidente, rientra in questi requisiti. Il Comune è inoltre proprietario di un’area destinata a verde sportivo di circa 20.000 mq in Via Vecelio a circa 200 mq dall’altra.

La proposta contiene l'edificazione di circa 50 alloggi da destinare ad ERP nella zona dei vecchi impianti sportivi, con moderni criteri di edilizia e la realizzazione di un impianto completamente nuovo, funzionale, polivalente nell’area di Via Vecelio. Si realizza così un intervento di edilizia popolare quanto mai necessario per sostenere le famiglie più in difficoltà di fronte alla drammatica crisi in corso e si riqualifica un’area vicina con una struttura sportiva meno dispendiosa e più sicura.
In questo contesto, si registrano scomposte ed impensabili convergenze politiche fra la destra e la sinistra più radicale, nelle quali si attribuisce al Comune una volontà cementificatrice e si muovono accuse personali all’Ass. Cerri, di cui si chiedono a gran voce le dimissioni.

Il Partito Democratico di Pisa ed il Circolo del PD del CEP esprimono il pieno sostegno all’azione amministrativa volta ad un governo del territorio con al centro la qualità della riqualificazione urbanistica e l’aumento degli standard pubblici. Respingono con grande forza le accuse di “Partito del cemento” provenienti da coloro che a livello nazionale, dopo il taglio dell’ICI , si esibiscono sul tema “Piano Casa” con argomentazioni eversive per i bilanci degli enti dei Comuni e prive di qualsiasi rispetto degli equiòibri ambientali. Al tempo stesso siamo indignati che coloro che sul sociale affermano grandi e solenni richieste d’intervento pubblico in questo caso strumentalizzano spudoratamente i residenti dei quartieri popolari a puri fini elettoralistici.

Il PD sostiene, senza ombra di dubbio, il lavoro dell’Ass. Cerri, a cui tutti riconoscono un forte senso di etica e responsabilità pubblica accompagnato da un impegno politico-amministrativo di grande qualità.
Invitano tutti i cittadini del quartiere CEP, alla partecipazione delle assemblee pubbliche che il Circolo del PD del CEP programmerà a breve, nelle quali sarà illustratata in tutti i suoi dettagli l’operazione che interessa il quartiere.


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