L'intervista di Pisanotizie al consigliere comunale Antonio Mazzeo. Dal dibattito interno al partito alle sue prospettive, al rapporto fra cittadini e politica: "E' il momento che si mettano da parte i personalismi se si vuole rendere il Pd ancora più forte e più grande"
Fase di confronto e di dibattito anche aspro all'interno del Partito Democratico Pisano, al termine del percorso dell'assemblea comunale, il cui esito delle consultazioni ha designato Andrea Ferrante come segretario cittadino. Una scelta su cui non sono mancate forti polemiche come dimostra la posizione assunta dall'assessore all'urbanistica Cerri nella sua lettera pubblica, cui è seguita una dura risposta del segretario comunale uscente, Paolo Fontanelli. Su Pisanotizie sono stati numerosi gli interventi di esponenti del Pd sia sul dibattito interno sia sulle questioni politiche su cui si è aperto il confronto. Oggi pubblichiamo un'intervista ad Antonio Mazzeo, consigliere comunale del Pd ed esponente di spicco a livello cittadino della mozione Franceschini.
D - Come giudica il percorso all'interno dell'assemblea comunale che ha portato alla designazione di Andrea Ferrante come segretario, alla luce anche delle recenti polemiche?
R - Abbiamo provato a seguire un percorso il più possibile unitario a partire dalla definizione delle linee guida da seguire nei prossimi due anni e mezzo. Questo documento è stato votato all'unanimità dall'assemblea comunale, per cui se dovevano emergere delle differenze forti era quello il momento. Io, pensando forse ingenuamente che in questa fase non vi erano stati dei distinguo, credevo che poi sul nome per il segretario comunale si sarebbe trovata un'intesa di tutti, tanto più che all'unanimità si è anche deciso di seguire il percorso delle consultazioni per questa designazione. Debbo dire che al riguardo all'inizio non era molto convinto di questa scelta ma poi è stato un fatto positivo aver coinvolto tutta la classe dirigente del partito. E così si è giunti alla scelta, con un largo consenso, su Andrea Ferrante, che sono convinto avrà la capacità di sapere creare una sintesi anche per quelle piccole diversità nate in questa fase. E credo che sia compito di tutti aiutare Andrea a costruire la nuova classe dirigente di questo partito. E' arrivato il momento che si mettano da parte i personalismi se si vuole rendere il Pd ancora più forte e più grande. Io stesso con il termine di questa fase smetterò il lavoro di coordinamento che ho fatto nell'area Franceschini perché ritengo opportuno che io, come altri, diventiamo uomini del partito prima di tutto. Se saremo capaci di fare questo saremo una classe dirigente importante per questo partito e per questo territorio; se invece prevarranno gli interessi personali avremo fallito. (continua nel resto del post)
D - Eppure a livello nazionale le tensioni interne al Pd crescono, basta pensare a cosa è scaturito dal documento firmato da Veltroni e da qualche altra decina di dirigenti. Come giudica quanto avvenuto?
R - Credo che dal punto di vista metodologico quell'uscita sia stata un errore e certe posizioni potevano essere espresse direttamente all'interno della direzione nazionale. Penso che sia necessario che "i nostri capi" interrompano questo meccanismo per cui parlano tramite i giornali. Per quanto riguarda, invece, i temi posti da Veltroni, che ha poi comunque invitato a marciare insieme, c'è un'unità e una visione comune all'interno del paritto più di quanto non traspaia.
Pisa mi sembra che abbia anticipato anche alcune dinamiche nazionali, per cui sulla base di un ragionamento politico il gruppo dirigente attuale ha cercato di allargare a chi come noi ha accolto questa proposta, discutendo dei temi e trovando poi una posizione di sintesi.
D - Ma a livello locale questo percorso non sembra aver portato ad una sintesi con tutte le anime del partito, basti pensare alla lettera dell'assessore Cerri, che pone numerose critiche ed osservazioni non solo rispetto alle dinamiche interne ma anche sulle relazioni esterne, basti pensare al tema dell'allargamento a sinistra della maggioranza in comune. Cosa pensa al riguardo?
R - Penso che vada riconosciuto a Sinistra Ecologia e Libertà lo sforzo di un avvicinamento durante l'avvio del percorso che ci porterà all'approvazione del Piano Strutturale. Certamente poi vi sono state una serie di situazioni di contorno, ma non per questo secondarie, che non rientravano nel programma di mandato e sulle quali non c'è stato un dialogo positivo. Ritengo che occorra discutere con questa forza politica, sentire le loro proposte, e riconquistare insieme nuovi spazi e relazioni che in questo momento ci stanno mancando. Su temi come gli asili nido, i tagli del governo e le politiche sociali non possiamo avere posizioni così distanti. Il confronto credo che si sia fermato, come dicevo prima, su due questioni: Rebeldìa e via Marsala. Su quest'ultimo caso Sel ha avuto una posizione "troppo forte" e si poteva riuscire a trovare una via di uscita diversa. Per quanto riguarda il caso Rebeldìa le posizioni sono un po' distanti ma io mi auguro che la politica dell'ascolto e del dialogo in questa fase prevalga e che tutte le forze in gioco dal comune, alla Provincia, all'Università al DSU, allo stesso Progetto Rebeldìa riescano a trovare un punto di caduta positivo per evitare che una situazione così importante abbia un esito negativo.
D - L'assessore Cerri parla anche nella sua lettera di una certa difficoltà di dialogo con la città nel comunicare il lavoro fatto dall'amministrazione. Condivide questo giudizio?
R - L'amministrazione Filippeschi ha fatto moltissimo in questi due anni e mezzo: i numeri parlano da soli. Basta citare i PIUSS, il progetto di trasferimento delle caserme, il People mover ma anche l'istituzione dei Consigli Territoriali di Partecipazione, espressione del fatto che la comunicazione non deve essere solo politica ma deve mirare ad un rapporto diretto con i cittadini, che devono essere più presenti nelle decisioni.
Certo si può sempre fare meglio e quanto dice l'assessore Cerri deve servire da stimolo, ma mi sembra che i cittadini riconoscano il lavoro fatto da questa amministrazione in un momento difficilissimo in cui il Governo taglia drasticamente i finanziamenti agli enti locali. Noi perderemo 4 milioni di euro sul fronte dei trasferimenti dello stato e l'anno prossimo la riduzione delle risorse salirà a 7 milioni. Certamente dovremo pensare anche ad una maggiore efficienza ma senza risorse è difficilissimo andare avanti. La nostra priorità sarà quella di non ridurre i servizi per i cittadini, ma anche di informarli su quanto questo Governo sta facendo.
D - Lei è anche presidente della commissione consiliare che si occuperà direttamente di questo bilancio. Quale sarà il percorso che seguirete?
R - Da quando sono presidente ho seguito un certo metodo di lavoro che intendo proseguire con ancora maggiore efficacia anche in questa occasione. Chiederemo che l'assessore al bilancio, Viale, prima di andare in giunta per l'approvazione finale del provvedimento presenti in commissione in una o più sedute le linee guida del documento. Qui verranno discusse dalla commissione che potrà fare eventuali integrazioni; toccherà poi alla giunta decidere se accoglierlee o meno. Oltre a questo approfondimento con l'assessore, inviteremo tutte le realtà interessate: dal mondo della scuola a quello del sociale fino ai trasporti, ovvero tutti i settori maggiormente colpiti dai tagli. Si tratterà di essere capaci di ascoltare ma anche di individuare delle priorità, rispettando quei valori con cui ci siamo presentati ai cittadini. Non sarà semplice ma ci impegneremo in questa direzione.
D - Per superare questi passaggi occorre una maggioranza però molto compatta. Vede delle difficoltà a riguardo?
R - Credo che la posizione espressa dal sindaco negli scorsi giorni sulla stampa sia quella più giusta e corretta. In questi due anni e mezzo la maggioranza, eccetto che in qualche situazione in cui si doveva scegliere sui nomi, non ha avuto alcuna difficoltà sui temi importanti e sui grandi provvedimenti. Credo che per avere una maggioranza più forte e coesa, servano partiti ancora più forti che non facciano mai ricadere le loro tensioni interne sull'amministrazione. E questa è una responsabilità che ha in primo luogo il Pd che deve essere di esempio, essendo il primo partito della città e della maggioranza che la governa.
Tutti abbiamo lavorato per il bene della città in questi anni e non credo che le vicende dell'ultime settimane possano cambiare il nostro metodo di lavoro, né tanto meno che alcune diversità su alcuni passaggi congressuali possano creare delle differenziazioni in consiglio. E' certo che il Pdl proverà in maniera strumentale a creare situazioni di confusione ma noi non dobbiamo cadere in queste "trappole", mostrando così ai cittadini che si fa politica con le idee e non con le strumentalizzazioni. Siamo in una fase in cui tutti dobbiamo volare alto, ed essere all'altezza di una situazione che a livello nazionale, e di riflesso poi localmente, diventa sempre più difficile. Il nostro paese continua ad attraversare una crisi economica pesantissima mentre il governo cerca di far credere che tutto è passato. Questo purtroppo non è vero, la disoccupazione e la precarietà sono in crescita a fronte di una diminuzione delle protezioni sociali, con il rischio sempre più forte più una disarticolazione sociale. Noi dobbiamo essere più uniti e più forti proprio per evitare questa disarticolazione sociale.
D - Lei insiste molto sulla fase di cambiamento della classe dirigente nel Pd pisano e non solo. E' questo il momento per questo "salto di qualità"?
R - Ritengo che il nostro partito disponga di tutta una serie di giovani impeganti come amministratori sul territorio che possono dare risposte anche un po' più innovative rispetto a quanto ci viene chiesto. Occorre un partito che sia più presente nelle fabbriche, nelle scuole e meno sulla stampa. Occorre che questa nuova classe dirigente dia esempi positivi recuperando anche modelli di comportamento e dico questo soprattutto in riferimento al piano nazionale: non servono dei politici bravi in televisione ma solo dei bravi politivi. E per questo occorre che figure come quella del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, siano prese come punto di riferimento. Era con le sue idee e le sue azioni e non tanto andando sui giornali, ma tra la gente che aveva creato consenso intorno al suo operato. Vassallo diceva e aveva capito una cosa di cui non molti si sono resi conto, cioé che la ricchezza di un territorio è il territorio stesso e le persone che lo compongono. Questo messaggio va recuperato nel nostro quotidiano e sono convinto che Andrea Ferrante e Francesco Nocchi siano delle persone che sapranno fare politica in quest'ottica.
D - Eppure a livello nazionale le tensioni interne al Pd crescono, basta pensare a cosa è scaturito dal documento firmato da Veltroni e da qualche altra decina di dirigenti. Come giudica quanto avvenuto?
R - Credo che dal punto di vista metodologico quell'uscita sia stata un errore e certe posizioni potevano essere espresse direttamente all'interno della direzione nazionale. Penso che sia necessario che "i nostri capi" interrompano questo meccanismo per cui parlano tramite i giornali. Per quanto riguarda, invece, i temi posti da Veltroni, che ha poi comunque invitato a marciare insieme, c'è un'unità e una visione comune all'interno del paritto più di quanto non traspaia.
Pisa mi sembra che abbia anticipato anche alcune dinamiche nazionali, per cui sulla base di un ragionamento politico il gruppo dirigente attuale ha cercato di allargare a chi come noi ha accolto questa proposta, discutendo dei temi e trovando poi una posizione di sintesi.
D - Ma a livello locale questo percorso non sembra aver portato ad una sintesi con tutte le anime del partito, basti pensare alla lettera dell'assessore Cerri, che pone numerose critiche ed osservazioni non solo rispetto alle dinamiche interne ma anche sulle relazioni esterne, basti pensare al tema dell'allargamento a sinistra della maggioranza in comune. Cosa pensa al riguardo?
R - Penso che vada riconosciuto a Sinistra Ecologia e Libertà lo sforzo di un avvicinamento durante l'avvio del percorso che ci porterà all'approvazione del Piano Strutturale. Certamente poi vi sono state una serie di situazioni di contorno, ma non per questo secondarie, che non rientravano nel programma di mandato e sulle quali non c'è stato un dialogo positivo. Ritengo che occorra discutere con questa forza politica, sentire le loro proposte, e riconquistare insieme nuovi spazi e relazioni che in questo momento ci stanno mancando. Su temi come gli asili nido, i tagli del governo e le politiche sociali non possiamo avere posizioni così distanti. Il confronto credo che si sia fermato, come dicevo prima, su due questioni: Rebeldìa e via Marsala. Su quest'ultimo caso Sel ha avuto una posizione "troppo forte" e si poteva riuscire a trovare una via di uscita diversa. Per quanto riguarda il caso Rebeldìa le posizioni sono un po' distanti ma io mi auguro che la politica dell'ascolto e del dialogo in questa fase prevalga e che tutte le forze in gioco dal comune, alla Provincia, all'Università al DSU, allo stesso Progetto Rebeldìa riescano a trovare un punto di caduta positivo per evitare che una situazione così importante abbia un esito negativo.
D - L'assessore Cerri parla anche nella sua lettera di una certa difficoltà di dialogo con la città nel comunicare il lavoro fatto dall'amministrazione. Condivide questo giudizio?
R - L'amministrazione Filippeschi ha fatto moltissimo in questi due anni e mezzo: i numeri parlano da soli. Basta citare i PIUSS, il progetto di trasferimento delle caserme, il People mover ma anche l'istituzione dei Consigli Territoriali di Partecipazione, espressione del fatto che la comunicazione non deve essere solo politica ma deve mirare ad un rapporto diretto con i cittadini, che devono essere più presenti nelle decisioni.
Certo si può sempre fare meglio e quanto dice l'assessore Cerri deve servire da stimolo, ma mi sembra che i cittadini riconoscano il lavoro fatto da questa amministrazione in un momento difficilissimo in cui il Governo taglia drasticamente i finanziamenti agli enti locali. Noi perderemo 4 milioni di euro sul fronte dei trasferimenti dello stato e l'anno prossimo la riduzione delle risorse salirà a 7 milioni. Certamente dovremo pensare anche ad una maggiore efficienza ma senza risorse è difficilissimo andare avanti. La nostra priorità sarà quella di non ridurre i servizi per i cittadini, ma anche di informarli su quanto questo Governo sta facendo.
D - Lei è anche presidente della commissione consiliare che si occuperà direttamente di questo bilancio. Quale sarà il percorso che seguirete?
R - Da quando sono presidente ho seguito un certo metodo di lavoro che intendo proseguire con ancora maggiore efficacia anche in questa occasione. Chiederemo che l'assessore al bilancio, Viale, prima di andare in giunta per l'approvazione finale del provvedimento presenti in commissione in una o più sedute le linee guida del documento. Qui verranno discusse dalla commissione che potrà fare eventuali integrazioni; toccherà poi alla giunta decidere se accoglierlee o meno. Oltre a questo approfondimento con l'assessore, inviteremo tutte le realtà interessate: dal mondo della scuola a quello del sociale fino ai trasporti, ovvero tutti i settori maggiormente colpiti dai tagli. Si tratterà di essere capaci di ascoltare ma anche di individuare delle priorità, rispettando quei valori con cui ci siamo presentati ai cittadini. Non sarà semplice ma ci impegneremo in questa direzione.
D - Per superare questi passaggi occorre una maggioranza però molto compatta. Vede delle difficoltà a riguardo?
R - Credo che la posizione espressa dal sindaco negli scorsi giorni sulla stampa sia quella più giusta e corretta. In questi due anni e mezzo la maggioranza, eccetto che in qualche situazione in cui si doveva scegliere sui nomi, non ha avuto alcuna difficoltà sui temi importanti e sui grandi provvedimenti. Credo che per avere una maggioranza più forte e coesa, servano partiti ancora più forti che non facciano mai ricadere le loro tensioni interne sull'amministrazione. E questa è una responsabilità che ha in primo luogo il Pd che deve essere di esempio, essendo il primo partito della città e della maggioranza che la governa.
Tutti abbiamo lavorato per il bene della città in questi anni e non credo che le vicende dell'ultime settimane possano cambiare il nostro metodo di lavoro, né tanto meno che alcune diversità su alcuni passaggi congressuali possano creare delle differenziazioni in consiglio. E' certo che il Pdl proverà in maniera strumentale a creare situazioni di confusione ma noi non dobbiamo cadere in queste "trappole", mostrando così ai cittadini che si fa politica con le idee e non con le strumentalizzazioni. Siamo in una fase in cui tutti dobbiamo volare alto, ed essere all'altezza di una situazione che a livello nazionale, e di riflesso poi localmente, diventa sempre più difficile. Il nostro paese continua ad attraversare una crisi economica pesantissima mentre il governo cerca di far credere che tutto è passato. Questo purtroppo non è vero, la disoccupazione e la precarietà sono in crescita a fronte di una diminuzione delle protezioni sociali, con il rischio sempre più forte più una disarticolazione sociale. Noi dobbiamo essere più uniti e più forti proprio per evitare questa disarticolazione sociale.
D - Lei insiste molto sulla fase di cambiamento della classe dirigente nel Pd pisano e non solo. E' questo il momento per questo "salto di qualità"?
R - Ritengo che il nostro partito disponga di tutta una serie di giovani impeganti come amministratori sul territorio che possono dare risposte anche un po' più innovative rispetto a quanto ci viene chiesto. Occorre un partito che sia più presente nelle fabbriche, nelle scuole e meno sulla stampa. Occorre che questa nuova classe dirigente dia esempi positivi recuperando anche modelli di comportamento e dico questo soprattutto in riferimento al piano nazionale: non servono dei politici bravi in televisione ma solo dei bravi politivi. E per questo occorre che figure come quella del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, siano prese come punto di riferimento. Era con le sue idee e le sue azioni e non tanto andando sui giornali, ma tra la gente che aveva creato consenso intorno al suo operato. Vassallo diceva e aveva capito una cosa di cui non molti si sono resi conto, cioé che la ricchezza di un territorio è il territorio stesso e le persone che lo compongono. Questo messaggio va recuperato nel nostro quotidiano e sono convinto che Andrea Ferrante e Francesco Nocchi siano delle persone che sapranno fare politica in quest'ottica.
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