mercoledì 26 maggio 2010

Il 25 giugno si incontrano le forze di maggioranza per fare un punto sul futuro della città - Erano settimane che lo chiedevo‏

Il 25 giugno si incontrano le forze politiche di maggioranza per fare un punto sul futuro della città (nel resto del post trovate il comunicato ufficiale). Lo vado chiedendo a gran voce da settimane in ogni organismo politico di cui faccio parte. E' finalmente arrivato il momento. Ora è necessaria organizzare nei giorni precedenti una riunione di maggioranza per preparare al meglio questa assemblea. Questa occasione deve servirci per discutere anche sui rapporti con le forze politiche di minoranza e nel caso di SEL quali sono i nodi critici da sciogliere per iniziare un percorso comune.

La situazione di gestione degli Enti Locali, finanziaria dopo finanziaria, è sempre peggiore. Il centrodestra sta perseguendo un disegno molto chiaro e ben definito, mettere in discussione la coesione sociale del PAese. Togliere risorse e servizi agli Enti Locali ed indebolire il PD (che governa moltissimi Comuni) ed il Centro Sinistra sempre molto vicini alla richieste concrete dei cittadini che vengono ridimensionate giorno dopo giorno. Penso invece che la soluzione migliore per uscire dalla crisi sia quella di rilanciare la coesione sociale. Difendere il lavoro e le imprese che investono. Investire sulla scuola dai nidi all'Università. Senza cultura ed educazione aumentano sempre le disuglianze e non si riesce a produrre un serio processo di integrazione.

Ho paura davvero che il federalismo fiscale sia una bufala. Non si può essere federalisti nel weekend quando si è a Pontida (come fanno i leader della Lega) e poi diventare i primi fautori (con Tremonti) dei tagli agli Enti Locali. E' ora di dire basta, è ora di sfidarli sul loro terreno chiedendo un vero federalismo fiscale.

Non perdiamo questa occasione, anzi usiamola per mandare ai cittadini un messagio chiaro ed unitario dell'idea di Paese e di Città che abbiamo in mente

Antonio

P.S.: mi dispiace solo che il 25 giugno non sarò a Pisa per impegni personali... ma farò arrivare le mie osservazioni al Sindaco ed al Segretario Comunale del PD nei giorni precedenti


COMUNICATO

I partiti e le liste di maggioranza al Comune di Pisa hanno fatto il punto sulla situazione della città e del governo cittadino. La prima preoccupazione che intendono denunciare all’attenzione dei cittadini sono le crescenti difficoltà che emergono nelle autonomie locali in conseguenza delle scelte politiche centraliste del Governo, caratterizzate da una forte penalizzazione dei Comuni sia sul piano normativo che su quello finanziario. Le possibilità operative degli Enti Locali, nel dare risposte concrete alle richieste dei cittadini, vengono ridimensionate giorno dopo giorno. L’autonomia finanziaria è ormai del tutto cancellata. Si dice che le cose cambieranno con il federalismo fiscale (quando verrà….) ma è già evidente il gioco di Bossi e della Lega volto solo a salvaguardare gli interessi del Nord. In questo quadro aumentano i timori in ordine alla possibilità di mantenere in vita molti servizi erogati ai cittadini. Ciò mette in seria sofferenza anche le iniziative e l’attività del Comune di Pisa che si sta comunque muovendo positivamente nell’attuazione del programma di mandato del Sindaco. Per questo le forze della coalizione di centrosinistra ritengono opportuno promuovere per il 25 giugno una assemblea pubblica comunale per mettere a fuoco lo stato di avanzamento dei progetti fondamentali per il futuro della città, insieme ai nuovi problemi da affrontare E’ evidente che anche da noi la crisi economica e sociale fa sentire tutto il suo peso e le istituzioni locali devono fare il possibile per andare incontro alle nuove emergenze. Ma ciò è assai difficile se le emergenze diventano un motivo di contrapposizioni politiche e di una tensione sociale che provoca divisioni e trasforma i problemi sociali in problemi di ordine pubblico. E’ quanto è avvenuto nei giorni scorsi nella nostra città ad opera di gruppi minoritari dell’antagonismo politico che organizzano e strumentalizzano il disagio sociale. Le forze della maggioranza nel ribadire l’appoggio e la piena solidarietà al Sindaco Marco Filippeschi si appellano a tutti i cittadini perché siano salvaguardate le condizioni di una convivenza civile capace di contenere gli stessi diritti e gli stessi doveri per tutta la comunità locale. La base primaria è quella della legalità e del rispetto delle regole. Tra i progetti più rilevanti e immediati per la città c’è quello della Sesta porta. Un progetto già messo sui “blocchi di partenza”,con un investimento di decine di milioni di euro, finalizzato alla realizzazione di un nuovo terminal integrato del trasporto urbano e al recupero delle mura medievali, spazi verdi compresi, nell’area di via Battisti e via Bixio. Una occasione di riqualificazione urbana e di modernizzazione del trasporto pubblico di grande e irrinunciabile valore. Per questo è necessaria la liberazione dell’area ( exEnel ) di via Battisti nei tempi programmati: per non compromettere l’investimento il cui blocco avrebbe ricadute pesanti sul valore dei beni comuni della città con ripercussioni sui bilanci degli Enti pubblici, e quindi sui cittadini residenti. Le forze della maggioranza si augurano che il confronto con il cartello delle associazioni raccolto in Rebeldia porti al più presto ad una soluzione positiva. Il Comune ha proposto, in questi ultimi anni, almeno tre diverse collocazioni per le attività di Rebeldia. L’ultima, quella di via Saragat, concordata con le ferrovie, può garantire gran parte delle esigenze richieste da Rebeldia. Una chiusura rispetto a questa ipotesi appare pretestuosa e poco motivata. Per questo ci auguriamo che prevalga la ragionevolezza e si possa tracciare un percorso positivo per tutta la città e per tutte le sue componenti, comprese quelle che agiscono per creare e offrire nuovi spazi di socialità e di aggregazione.

PARTITO DEMOCRATICO – ITALIA DEI VALORI- PARTITO SOCIALISTA- IN LISTA PER PISA


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martedì 25 maggio 2010

E’ stata dura... ma finalmente venerdì si inaugurerà il Parcheggio di Piazza Vittorio Emmanuele‏!

Gli amministratori non sempre centrano il target prefissato. E’ il caso per esempio della realiz-zazione del Parcheggio di Piazza Vittorio Emmanuele, una delle scelte politiche più discusse e discutibili degli ultimi anni in città. Per costruirlo ci sono voluti più di 7 anni: tanti, troppi per qualunque opera pubblica di quella portata. Una scelta che (con il senno di poi è semplice) non avremmo dovuto fare. Una scelta che però dovrà servire come esempio per le prossime opere pubbliche che andremo a progettare e realizzare.
Ma finalmente ci siamo... o almeno ci dovremmo essere (ormai non credo finché non vedo!). Venerdì si inaugurerà il parcheggio e si proverà ad offrire ai cittadini ed ai turisti un servizio di sosta più adeguato alla nostra città. Non credo che serva attaccare o difendere un progetto che ha trovato moltissimi problemi in fase di esecuzione, ma credo sia opportuno iniziare a pensare a come inserirlo nel tessuto urbano circostante e a terminare in tempi rapidissimi anche tutti i lavori di ripristino della Piazza, in modo da definire la mobilità finale per l'area della stazione.

Usciamo da questa vicenda con un insegnamento da portare sempre con noi: meglio investire qualche risorsa in più in fase di analisi che bloccarsi poi per così tanto tempo in fase di esecuzione (specie in una realtà complessa dal punto di vista morfologico e artistico qual è Pisa). Un insegnamento scontato, ma in molti casi (non solo nella realizzazione di opere pubbliche a Pisa, ma anche in altre realtà) non applicato. Partiamo di qui per un nuovo inizio, che nei prossimi anni ci vedrà impegnati in una grande opera quale la SESTA PORTA: un regalo che questa amministrazione vuole fare alla città ed in particolare agli abitanti della zona stazione, anche per ripagarli un po’ della pressione di mobilità ricevuta in questi anni.

Ora è il tempo di rendere la Piazza bella come 7 anni fa, anzi ancor più bella (quei manufatti che sono spuntati non mi piacciono per nulla, per esempio), e soprattutto di farlo tempo molto velocemente. Poi tornerà il tempo dei grandi progetti e dei grandi sogni. Speriamo solo che durino un po’ meno di quello da cui ci stiamo or ora svegliando…


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Il terzo condono edilizio dell'era Berlusconi - Così si fomenta la cultura dell'illegalità‏

Le voci si rincorrono da una decina di giorni. Oggi ci sarà la conferma. La manovrà presentata dal governo Berlusconi sarà piena di tagli e sacrifici. Quello che piu mi colpisce è l'improvvisa drammatizzazione dopo due anni in cui si è negata la crisi con ogni mezzo ed in ogni sede. Gli italiani tra una puntata del grande fratello ed una dell'isola dei famosi ascoltavano i TG ripetere a gran voce che la crisi era finita... anzi, non era mai iniziata. Il Grande Fratello e l'Isola dei Famosi sono in vacanza e gli italiani si risvegliano ascoltando le parole del sottosegretario Letta e del ministro Tremonti che chiedono a tutti di capitare l'importanza della manovra necessaria "per il disperato ma spera vittorioso tentativo di scongiurare una crisi epocale e salvare l'euro".

Sorge spontanea una domanda: ma chi ha governato il Paese in 7 degli ultimi dieci anni? Chi ha impostato la manovra fiscale dello scorso anno?E' del tutto evidente che sono state completamente sbagliate tutte le previsioni fatte nell'ultima manovra finanziaria dal lato delle entrate, della riduzione e del controllo delle spese e della crescita. Questo è il vero motivo per cui ci propongono una manovra da 24 miliardi dopo che avevano detto (anche urlandolo) che i conti erano in equilibrio. Per farla sembrare meno pesante fanno qualche piccolo taglio agli stipendi dei Ministri e dei parlamentari (la proposta iniziale era di ridurre lo stipendio di circa il 10%-15% - in soldoni 10.000 euro l'anno per parlamentare- ora invece il testo proposto prevede il taglio del 10% sopra gli 80.000 euro- in soldoni 2.000 euro l'anno a parlamentare) e riprongono la regola della tracciabilità per pagamenti oltre i 5000 euro (ricordo che questa norma anti evasione proposta dal governo Prodi è stata cancellata lo scorso anni al grido " Non si può instaurare uno stato di polizia tributaria" ed oggi eccola di nuovo qui).
Ma ciò che continua a preoccuparmi piu di ogni altra considerazione è il messaggio culturale che si vuole trasmettere. IL RISPETTO DELLA LEGGE E' INVERSAMENTE PROPORZIONALE AL PATRIMONIO DISPONIBILE. Per la terza volta il Governo Berlusconi ci propone un condono edilizio. Un condono per le case fantasma (circa 2 milioni di immobili non noti al catasto) e che si estenderà anche a quegli immobili in cui sono state fatte variazioni.

Ma anche questa manovra servirà a poco perchè, almeno dalle prime anticipazioni che si leggono sui giornali, non si predisporrà nulla di strutturare...ma solo il semplice taglia e cuci di voci di bilancio e la possibilità di pagare una lieve sanzione amministrativa e sanare un reato che andrebbe puntio a livello penale. Non è di questo che ha bisogno l'Italia per la sua crescita, per offrire stabilità lavorativa ai tanti giovani precari, per ridare speranza alla tante giovani famiglie da poco costituitesi che non riescono ad arrivare alla fine del mese e che una casa non possono permettersela.

Con queste manovre il Centro Destra pensa di continuare a vincere le elezioni... ma purtoppo sta facendo perdere il PAESE

Antonio


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lunedì 24 maggio 2010

Cattolici: il bene comune e le scelte di Stefano Ceccanti‏

Primo: l’orizzonte dell’agenda reale del paese. Discutiamo di documento – della settimana sociale dei cattolici – che rimedia a un restringimento di orizzonti. Negli ultimi anni parlare di un testo della Chiesa significava entrare in querelle su principi non negoziabili. Qui si torna ad una ampiezza di cultura di governo, a criteri per scegliere tra soluzioni diverse e a far propria come agenda quella del paese. È un terreno più esigente per tutti. Gli autori non sembrano caduti nel vizio denunciato da De Gasperi nel suo intervento alla settimana sociale del 1945 rispetto ad alcune segnate da una cultura intransigente, da «atmosfera ossigenata». Affermava De Gasperi: «Non sempre quando si scende dall’alta montagna è possibile mantenere la stessa atmosfera ossigenata e direi non sempre la stessa prospettiva può essere attuata quando si tratti di dover fissare una pratica di convivenza civile che tiene conto delle opinioni altrui e che deve cercare una via di mezzo fra quelle che possono essere le aspirazioni di principio e le possibilità di azione». Il testo si muove su questo crinale: ciò lo rende adatto a una discussione in una sede politica.

Secondo: il confronto col pluralismo reale, senza compartimenti stagni. Abbiamo proposto di discutere invitando tutti i parlamentari del Pd, indipendentemente dalle provenienze: testi come questo interpellano tutti. Il Pd non è un partito monoculturale. Questo è un dato. Non può però neppure essere una sovrapposizione di identità: questa è una conquista che richiede occasioni comuni di interpellanza reciproca. Ovviamente ciò retroagisce anche sulla Chiesa: il merito del documento è stato quello di un confronto aperto, che ha coinvolto varie decine di parlamentari, fin qui solo cattolici. Un metodo che è stato decisivo, al di là della bravura dei responsabili, nell’evitare l’«atmosfera ossigenata». Tuttavia il confronto più esteso è ancora più utile perché, come richiamava De Gasperi, l’atmosfera ossigenata si evita solo facendo i conti concretamente con la società pluralistica e poliarchica dentro la quale fissare una pratica di convivenza.

Terzo: le scelte sulle istituzioni hanno a che fare col bene comune. Il documento ha un primo pregio di merito, contro una cultura sostanzialistica e poco liberale, presente trasversalmente. Le scelte sul modo di chiudere la transizione sono tra le priorità del bene comune. Il federalismo solidale e la democrazia maggioritaria non fanno direttamente, ma sono indispensabili perché le cose si possano fare, perché la crisi si affronti con interventi strutturali. Guai a quelle forme di benaltrismo che vorrebbero saltare il problema istituzionale o a quelle forme di nobile conservatorismo che difendono un centralismo che ha da tempo esaurito la sua spinta propulsiva e che parlando di difesa della Costituzione confondono la validità dei principi con la storicità delle forme organizzative e, soprattutto, con la salvaguardia dei poteri di veto.
Le deformazioni della logica maggioritaria che vediamo non sono il male da sopprimere tornando indietro, sono la malattia che segnala l’esigenza di nuove regole. Questo ci provoca come partito di opposizione: abbiamo insistito a sufficienza sul fatto che la polemica sui decreti, sulle fiducie, è seria solo se accompagnata alla consapevolezza che ci debbono essere tempi certi per l’attuazione in parlamento del programma di governo? Siamo consapevoli che la nuova fisiologia non può essere una forma rinnovata di assemblearismo? Quarto: non c’è perseguimento adeguato del bene comune se si rimane in un paradigma statalista e da economia chiusa. Il documento ha il merito di spiegare che non c’è un monopolio del bene comune da parte della politica. Esso risulta da un insieme di processi che vedono coinvolti, anche in forma competitiva, vari attori. Ci sono qui alcune consapevolezze che vengono anche dal magistero recente, ma che non sembrano ancora patrimonio condiviso. È difficile, ad esempio, non segnalare che, al di là dell’iniziativa in sé dei referendum sull’acqua contro una liberalizzazione mal congegnata, essa rischia l’identificazione errata bene comune-gestione pubblica, mentre coi criteri del documento si accede alla visione di un servizio pubblico integrato, come nella scuola e nella sanità.
Così pure in relazione alla globalizzazione si ricava l’impossibilità di continuare a ragionare sul mercato del lavoro in termini di protezione del concreto posto anziché in termini di flexicurity e a capire che la gradualità nel passaggio non può significare un cammino incerto, col solo timore di scontentare la propria constituency tradizionale.

(introduzione al convegno del 21 maggio promosso da Libertà Eguale alla sede nazionale del Pd su “La cultura politica democratica e la sfida del bene comune: società e istituzioni”)
Stefano Ceccanti


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venerdì 21 maggio 2010

Solidarietà a Marco Filippeschi‏

Ieri sera è stata una giornata triste per Pisa e per la sua comunità. Un gruppo organizzato di occupanti dell'edificio di Via Marsala ha atteso il Sindaco Marco Filipeschi all'uscita del centro Maccarrone (dove aveva appena terminato di discutere della mobilità dell'area pisana e della situazione del traffico tra Pisa e San Giuliano), lo hanno accerchiato e in maniera poco piacevole hanno tentato di trasmettergli la loro idea di come risolvere il problema (mi domando perchè non si candidano e con il voto popolare partecipano alle decisioni in Consiglio?).

Sto rientrando appena ora da Pisa e ho ricevuto diversi messaggi in cui la gente comune si dice stanca e amareggiata per l'ennesimo attacco alle istituzioni. Ormai da diversi mesi vale la regola che chi alza di piu la voce ha ragione. Io a questo gioco al massacro della democrazia non ci sto più...è necessario che le regole valgano per tutti sempre ed allo stesso modo. E' giusto manifestare, è giusto confrontarsi, è necessario ascoltare il parere di tutti, ma poi ogni Istituzione decide secondo le sue regole. Regole che tutti dobbiamo saper accettare.

Il Partito Democratico, nel caso dell’occupazione di via Marsala, ha sostenuto il tentativo dell’Amministrazione Comunale di trovare possibili soluzioni che evitassero uno sgombero forzato. La traccia è stata segnata dal documento promosso dal Pd insieme ad altri gruppi consiliari nel Consiglio Comunale del 15 aprile. Da allora vi è stata una serie di tentativi di sbloccare la situazione, in particolare da parte degli assessori al sociale ed alle politiche abitative, e alcune risposte positive sono anche arrivate, pur nella assoluta ristrettezza dei tempi. Chi ne ha i requisiti potrebbe accedere in tempi rapidi ad un alloggio di edilizia pubblica. Ma c’è un limite oltre il quale non ci si può spingere: il rispetto della legalità ed il non poter interferire con l’operato della Magistratura. L’autonomia dei giudici non è un valore che si può invocare solo in certi casi a seconda del tornaconto personale o politico, ma vale sempre e comunque. Di fronte all’indisponibilità della proprietà di rinunciare all’azione giudiziaria intrapresa, la politica non ha spazi di azione se non chiedere che si attenda lo sviluppo di un dialogo che però non può essere improntato alla rigidità ed avere tempi indefiniti.

Speriamo che questo sia il punto più basso che la nostra città ha toccato negli ultimi mesi (mia personale solidarietà va anche a Walter Ceccarelli che ha subito la stessa situazione due giorni fa nelle vicinanze dell'edificio occupato) e rischia di incrinare un patto sociale che ha governato per molti anni Pisa. E' il momento di dire NO in maniera netta ad atteggiamenti come quelli di ieri... è il momento di NON discutere con quelli che alzano sempre troppo e riprendere un percorso di confronto e dialogo con tuti quelli che davvero lo vorranno. Pisa è stata, è, e sarà una città all'avanguardia sui temi del diritto alla casa, dell'attenzione ale problematiche sociali ed all'integrazione.

Quello che davvero dispiace e che ad uscire sconfitte da questo bailamme siano soprattutto le famiglie (alcune davvero con situazioni difficili ma che avrebbero potuto partecipare ai bandi del Comune) che hanno bisogno di essere supportate e che purtroppo vengono solo strumentalizzate

Il cammino non sarà semplice... ma dobbiamo e possiamo farcela
Antonio


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giovedì 20 maggio 2010

Ma davvero il PD ha parlamentari che chiedono il vitalizio per Sindaci e Assessori disoccupati?‏

Sono sempre pronto a criticare le proposte (a maggior ragione quelle del PD) che non vanno nella direzione del bene comune. C'è una proposta di legge (la 2875) depositata alla Camera dei Deputati da 3 parlamentari PD nella quale si richiede un versamento forfettario di contributi previdenziali presso la gestione separata dell'Inps, per gli amministratori locali che non sono iscritti a nessuna forma previdenziale obbligatoria (in sostanza che non risultano assunti e quindi non lavorano) durante il periodo di esercizio del mandato amministrativo. Insomma si cerca di equiparare la situazione di chi decide di svolgere attività politica amministrativa a tempo pieno e, avendo la fortuna di lavorare, gode del diritto di aspettativa per incarico politico (o sindacale) e non perde i contributi previdenziali presso l'ente cui è iscritto (utilizzando i contributi figurativi).

Si può discutere se è il momento migliore per presentare una iniziativa parlamentare del genere e forse non lo è, ma non mi sembra che l'articolo di Repubblica risponda esattamente ai contenuti della proposta di legge. Non è corretto parlare di vitalizio, liquidazione e, secondo me, spreco (a meno che non rimettiamo in discussione tutta la normativa dell'aspettativa o la rappresentanza sindacale, cosa di cui Brunetta sarebbe contentissimo, vedi, ad esempio, i tentativi di ridurre le ore per permesso sindacale).

Capisco che una posizione di condanna indiscriminata della "casta" al momento, possa sembrare producente (lo è sicuramente per Repubblica), ma facciamo attenzione a non aprire le strade alla distruzione sistematica dei diritti (in questo caso di chi decide di impegnarsi a tempo pieno in politica, altrimenti rischiamo di discriminare chi lavora da chi non).

Dal mio punto di vista è molto meglio scrivere due righe ai parlamentari promotori (grazie Pasquale per aver recuperato i link) gnecchi_m@camera.it orianogiovanelli@hotmail.it lucia@luciacodurelli.it ed invitarli a ritirare la proposta perchè palesemente è un autogol politico da fare in questo momento di grave crisi economica. E magari farlo sapere anche al capogruppo alla Camera e al Segretario del Partito, così che si rendano conto che è l'ora della serietà e dell'esempio visto che siamo sempre nell'occhio del mirino, da destra e da sinistra.
i rendano conto che è l'ora della serietà e dell'esempio visto che siamo sempre nell'occhio del mirino, da destra e da sinistra.


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Occupazione Via Marsala - la legalità al centro delle nostre scelte‏

Quando nelle nostre città vediamo camionette della polizia ed agenti in tenuta antisommossa è un brutto giorno ed una sconfitta per la democrazia e per tutti coloro che credono nel confronto civile. Il Partito Democratico, nel caso dell’occupazione di via Marsala, ha sostenuto il tentativo dell’Amministrazione Comunale di trovare possibili soluzioni che evitassero uno sgombero forzato. La traccia è stata segnata dal documento promosso dal Pd insieme ad altri gruppi consiliari nel Consiglio Comunale del 15 aprile. Da allora vi è stata una serie di tentativi di sbloccare la situazione, in particolare da parte degli assessori al sociale ed alle politiche abitative, e alcune risposte positive sono anche arrivate, pur nella assoluta ristrettezza dei tempi. Chi ne ha i requisiti potrebbe accedere in tempi rapidi ad un alloggio di edilizia pubblica. Ma c’è un limite oltre il quale non ci si può spingere: il rispetto della legalità ed il non poter interferire con l’operato della Magistratura. L’autonomia dei giudici non è un valore che si può invocare solo in certi casi a seconda del tornaconto personale o politico, ma vale sempre e comunque. Di fronte all’indisponibilità della proprietà di rinunciare all’azione giudiziaria intrapresa, la politica non ha spazi di azione se non chiedere che si attenda lo sviluppo di un dialogo che però non può essere improntato alla rigidità ed avere tempi indefiniti. I margini per una soluzione positiva ci sono ancora ma certo non è con comportamenti come quelli tenuti nella giornata di ieri con i vergognosi insulti al nostro vice capogruppo Valer Ceccarelli, che si dimostra la volontà di mantenere la porta aperta al dialogo. Il gruppo consiliare Pd esprime la sua vicinanza al consigliere Ceccarelli che ha lavorato in prima persona alla stesura del documento approvato in consiglio. La nostra azione non cambierà di una virgola nonostante i tentativi di intimidazione: Pieno sostegno ad una soluzione condivisa e pacifica per le famiglie occupanti lo stabile di via Marsala, interventi strutturali per intervenire sul disagio abitativo, come le nuove realizzazioni di edilizia pubblica promosse da questa amministrazione e il rilancio dell’Agenzia Casa il cui regolamento andremo a votare quanto prima in consiglio, ma rispetto sempre e comunque della legalità e delle regole di rispetto reciproco.


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lunedì 17 maggio 2010

Abbandono Primarie sarebbe la "Berluscanizzazione del PD" - dichiarazione del sentaore Stefano Ceccanti (PD)

Non ho da aggiungere molto... anche se sembra che abbiano trovato una quadra nel weekend. La quadra (il termine non mi piace molto) la vedremo il prox 20/21 maggio

Speriamo bene



di Stefano Ceccanti

"Sulle primarie è in gioco il patto costituzionale del PD, lo Statuto che fu votato all'unanimità". Lo dichiara il senatore del PD Stefano Ceccanti.

"Lo Statuto - spiega Ceccanti - è la Costituzione del PD e, se lo si esamina come tale, le primarie come regola costante equivalgono a quello che nella Carta costituzionale è il fondamento del lavoro o, se si preferisce, il carattere elettivo della rappresentanza. Pensare di decidere in fretta e a ristretta maggioranza su modifiche non marginali che intaccano la scelta delle primarie come regola costante equivarrebbe a praticare nel partito quello stile che rimproveriamo ad altri per le riforme della Costituzione e a scardinare il fondamento costituzionale del PD".
"Non a caso - conclude il senatore del PD - l'attuale Statuto, compresa la parte relativa alle primarie, fu approvato all'unanimità, perché ognuno seppe rinunciare a pur legittime visioni di parte. Quel metodo e il cuore di quei contenuti, le primarie come regola costante, non possono essere abbandonati, si rischierebbe uno palese snaturamento del PD".


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mercoledì 12 maggio 2010

Strane voci sulle primarie...

Se corrisponde al vero quanto scrive Vassallo (e non ho alcun motivo di dubitarne), chiederò a chi rappresenta la provincia di Pisa in questo consesso di votare contro le modifiche statutarie (clicca qui per scaricarle) proposte in occasione dell'assemblea nazionale del 21 e 22 maggio. L'idea di togliere dallo Statuto la necessità delle primarie per le cariche monocratiche e quella di consentire al Pd di presentare un solo candidato ufficiale (scelto dagli organismi dirigenti) in primarie di coalizione di fatto annulla le primarie e ne rovescia il significato. Le primarie vanno fatte funzionare, non vanno certo limitate, né tantomeno abolite. Nello Statuto dobbiamo preservarle ed evitare che "da strumento prezioso di apertura alla società civile, le primarie possano ripiegare a strumento di autosufficienza del partito" (by Pippo Civati). Con questo sistema è meglio non chiamare gli elettori… e soprattutto con questo sistema diamo l'addio al progetto originale del PD. Senza le primarie, vi domando, Matteo Renzi sarebbe sindaco di Firenze? Secondo me no…
Smettiamola di farci del male e pensiamo a parlare alla gente comune di problemi che viviamo: lavoro, università, crisi economica, etc…
Io sono un po’ preoccupato, e voi?


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martedì 11 maggio 2010

La movida... alcune mie considerazioni‏

In risposta a questa nota di Michele Passarelli, Consigliere Comunale PD

Caro Michele,
leggo con un pò di stupore la tua nota, perchè ti considero una persona che sa leggere le cose a 360 gradi... in questo caso mi dispiace, la visione è parziale. Sono convinto che il tema centrale da trattare più che la movida sia la "cittadinanza attiva" per gli studenti fuori sede. Se noi trattiamo il problema solo dal punto di vista degli schiamazzi notturni andiamo fuori strada. Il problema è come offrire un giusto equilibrio in città tra giovani studenti (ce ne sono 50.000) e lavoratori. Tra fuori sede e pisani... tra gli "incivili" e chi rispetta le regole.
Non è con il proibizionismo che si crea un modello evoluto di condivisione degli spazi...ma attraverso una buona educazione civica (dovremmo forse chiedere come PD che venga reinserita come materia di studio).
Dobbiamo impegnarsi perchè il rispetto della legalità e delle regola sia alla base del modello di città che stiamo sviluppando..possiamo farlo dal regolamento del rumore che andrà in discussione nel prossimo consiglio. Possiamo farlo facendo iniziativa politica su questi temi ..Possiamo farlo facendo funzionare bene iL CUT (punto di incontro tra università e Territorio)...possiamo farlo offrendo un nuovo modello di cittadinanza part tima attiva agli studenti che popolano i lungarni.
Negli scorsi giorni c'è stata la festa dei Lucani a Pisa: le piazze sono state popolate sempre, ma si è dimostrato che è possibile divertirsi e far festa nel pieno rispetto delle regole, dei luoghi e delle persone: vedere intere famiglie in piazza a ballare e conoscere usi e costumi diversi dai propri (al contrario di quanto si diceva in alcune lettere pubblicate sui giornali) è stato davvero bello.
Ripartiamo da qui, perchè può essere davvero un insegnamento per tutti noi.


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lunedì 10 maggio 2010

A Pisa fa tappa "Basilicata in TIR"

All'interno della manifestazione, anche un convegno sul federalismo fiscale

Continua con successo la tappa pisana di Basilicata in Tir, anche la seconda giornata, finalmente con la presenza del sole, ha visto un grande successo di pubblico, con tantissime persone che hanno visitato il “villaggio Basilicata” e i suoi stand e hanno preso parte alle tante iniziative che si sono tenute.
Una menzione particolare la merita la tavola rotonda in cui amministratori locali lucani e toscani si sono incontrati per parlare di “FEDERALISMO FISCALE: Un’opportunità per creare relazioni interregionali”.
All’evento hanno preso parte, oltre al presidente dell’Ass. Lucani a Pisa Paolo Caravelli, il Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il consigliere regionale toscano Ivan Ferrucci, il consigliere regionale della Basilicata Luigi Scaglione e Antonio Mazzeo, consigliere comunale a Pisa ma lucano di nascita che ha moderato l’iniziativa. Il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo per motivi istituzionali non ha potuto partecipare.

Caravelli portando il saluto dell’Associazione Lucani a Pisa e nel ringraziare tutti gli intervenuti ha sottolineato come questa tavola rotonda rientra rientra fra gli scopi fondanti dell’Associazione pisana, quello, “nei limiti del possibile, di contribuire allo sviluppo socio - economico del territorio in cui siamo nati (la Basilicata) e in cui viviamo (la Toscana), sostenere e/o incentivare il lavoro delle organizzazioni politiche e sociali di entrambe le Regioni per comprendere e intraprendere le nuove sfide del paese”.
Secondo Mazzeo “la Basilicata è oggi è all’avanguardia per l’uso razionale delle risorse, per la produttività nei settori industriali, per la creatività dei suoi abitanti, senza dimenticare gli alti valori che hanno sempre accompagnato la vita dei lucani: una volta “terra di castigo” oggi “terra di sviluppo”.
inoltre, ha continuato Mazzeo, Il federalismo fiscale, sono parole di Mario Draghi, è una grande occasione per rimettere in carreggiata il Paese e, addirittura, per far decollare il Sud e per ridurre il divario economico con il Nord. - ha poi continuato - il federalismo fiscale, sarà un’occasione per rendere più efficace l’azione pubblica solo se l’imposizione e la spesa a livello decentrato premieranno l’efficienza, solo se gli amministratori locali saranno capaci di indirizzare le risorse verso gli usi più produttivi e le priorità più urgenti. Nel Sud questi obiettivi sono più difficili da raggiungere, ma se raggiunti i benefici saranno grandi, probabilmente maggiori che nel resto del Paese. Però, non bisogna attendersi dal federalismo “effetti miracolistici” sull’efficienza delle amministrazioni territoriali economicamente più deboli e più distante in termini di ricchezza dal resto del Paese, quindi, il federalismo da solo non basterà a produrre sviluppo nel Mezzogiorno in particolare, ma in generale in tutto il Paese, e bisognerà che i trasferimenti perequativi siano sufficienti e adeguati”.
Il Presidente della Prov. di Pisa, Pieroni ha sottolineato come “da Pisa sia venuto l’invito al Governo a varare un federalismo fiscale giusto, che responsabilizzi gli amministratori e consenta ai cittadini di scegliere su impegni strategici. Questo vale maggiormente per le “città speciali”, com’è Pisa, che hanno un’enorme sproporzione fra numero dei residenti ufficiali e abitanti e fruitori giornalieri dei grandi servizi e turisti. Servono leggi e aiuti per queste città, a fronte di progetti validi e di buongoverno dimostrabile.


Inoltre, se si vuole che il federalismo fiscale renda davvero più efficace l’azione pubblica bisogna che venga anche fatta una riconsiderazione complessiva dei ruoli e delle funzioni degli enti territoriali. Oggi, con la crisi economica che stiamo attraversando e che mette sotto pressione tutti i soggetti economici e sociali, si evidenzia ancor più la necessità che gli enti locali siano messi in grado di agire nei settori di competenza con la massima legittimazione e con una forte assunzione di responsabilità”.
Per il consigliere regionale Toscano Ivan Ferrucci la sfida del Federalismo fiscale sarà trovare un equilibrio tra grandi progetti che, specie nella nostra regione, vogliamo portare avanti, i buoni standard di qualità della vita che vogliamo continuare a garantire e le risorse sempre più scarse che il governo centrale trasferisce agli enti locali.
A conclusione della Tavola rotonda Antonio Mazzeo ha sottolineato come “la sfida che attende tutte le Regioni e l’agire di chi amministra la cosa pubblica, a Sud come a Nord, sarà quella di garantire la funzione pubblica per eccellenza, quella che definisce una cornice, un clima uniformi nel Paese: scuole, ospedali, uffici pubblici che assicurino standard comuni di servizio da un capo all’altro d’Italia”. Per sostenere questa visione crediamo che “un’allenza” fra Toscana e Basilicata, due delle realtà più dinamiche del nostro paese, sia non solo auspicabile ma necessaria”.


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giovedì 6 maggio 2010

Tutti a far festa coi Lucani!!!

La grande festa della Basilicata a Pisa si avvicina! Ecco il programma definitivo: non prendete impegni e venite a divertirvi insieme a noi! E portate tanti tanti amici!!!! Vi aspettiamo tutti!
PS: per il film, se mi fate sapere, posso farvi i biglietti ridotti a 3 euro :)

Venerdì
  • ore 12.00: conferenza stampa di presentazione, Sala delle Baleari
  • ore 17.00: Vito ballava con le streghe - presentazione-spettacolo del libro di Mimmo Sammartino, Piazza XX Settembre
  • ore 19.00: Aperitivo Lucano al Bazeel
  • ore 21.30: Basilicata That's ok, spettacolo di cabaret de La Ricotta da Zelig, Piazza Garibaldi

Sabato
  • ore 17.00: Tavola rotonda sul Federalismo Fiscale, Sala delle Baleari
  • ore 19.00: Spettacolo folk degli Sbandamenti, Piazza Garibaldi
  • ore 19.00: Aperitivo Lucano al Bazeel
  • ore 21.30: Sacre Terre: riti, miti e culti in terra di Lucania - I Tarantolati di Tricarico, Piazza Garibaldi
Domenica
  • ore 18.00: Basilicata Coast-to-coast: proiezione del film di Rocco Papaleo, Cinema Arsenale


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domenica 2 maggio 2010

SEL: conforntiamoci sui temi‏

Condivido in pieno la proposta del Coordinamento Comunale del PD di Pisa (clicca qui per leggere l'articolo) di confrontarsi sui temi e provare a capire se vi sono punti di incontro per il governo della città...Un momento di incontro e di confronto sui temi programmatici dell'attuale maggioranza per valutare un percorso comune di proposta politica e di governo. Senza atteggiamenti di chiusura sulle posizioni passate ma con lo sguardo rivolto a posizioni condivise per il futuro

Personalmente dalle pagine di questo blog lo chiedevo da diversi mesi...i punti di contatto (vedi le posizioni in consiglio comunale) sono tanti....Siamo maggioranza di governo insieme in provincia (ed anche in regione abbiamo sottoscritto lo stesso programma), perchè non potremmo esserlo anche in città?

Le prossime settimane dovranno segnare l'avvio di questo percorso..che potrà offrire alla città un centro sinistra sempre piu solido ed al passo con i tempi.

Buon primo maggio a tutti
Antonio


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