giovedì 30 dicembre 2010

Una fotografia del nostro Paese. Che fa molto male! - AUGURI ITALIA

Care amiche/cari amici,

la fine di ogni anno è un momento di bilanci. Per il nostro Paese purtroppo il bilancio è molto negativo. Abbiamo perso posizioni su posizioni in tutte le classifiche immaginabili: dalla ricchezza per abitante al numero degli occupati, dalle prospettive dei giovani agli investimenti per la ricerca, dall’andamento dei consumi all’andamento del debito pubblico, al divario nord-sud, all’evasione fiscale, al peso della burocrazia, alla diffusione di corruzione e illegalità.

Non è solo un problema di statistiche (come sottolinea chiaramente Galli della Loggia nell’ottimo articolo che riporto nel resto del post). Ma soprattutto di futuro. La nostra generazione è la prima dal dopoguerra che non riesce a pensare un futuro migliore per i propri figli. La nostra generazione è quella a cui viene chiesto di piu dal punto di vista contributivo e che avrà meno nel momento in cui andrà in pensione.

Una generazione che ha investito tanto nella propria formazione e che è entrata nel mercato del lavoro (che va completamente rivisto e riadattato ai cambiamenti attuali) nel momento di maggiore crisi.

Chi governa (al netto delle congiunture internazionali) ha le maggiori responsabilità. Da quindici anni non c’è una chiara idea di Paese. Di cosa può rappresentare l’Italia in un sistema globale. Abbiamo contemporaneamente le tasse e l’evasione fiscale più alte d’Europa, mentre gli operai ricevono i salari piu bassi. Da diversi anni i grandi gruppi internazionali non vengono ad investire in Italia e le grandi innovazioni tecnologiche che i cervelli italiani sfornano attualmente vengono “sfruttate economicamente” fuori dal nostro Paese.

Questo è solo un pezzo di una fotografia a tinte fosche. Una fotografia di un Paese in rapido declino.

Il PD deve avere il coraggio di leggere con attenzione questa fotografia e fare proposte innovative e che vanno contro il conservativismo che blocca la crescita. Poche proposte chiare con cui lanciare un messaggio di fiducia e cambiamento per costruire un progetto di rilancio dell’Italia.

Partendo dalla riscrittura del patto fiscale, pilastro di un nuovo patto sociale, per tagliare le tasse su lavoratori, professionisti ed imprese, per l’equità e lo sviluppo sostenibile. Passando all’eliminazione dell’Irap sul costo del lavoro per le neoassunzioni di giovani e donne con contratto a tempo indeterminato e alla scelta dell’economia verde come mezzo per rilanciare su basi nuove e più solide l’economia che non può tornare su precedenti modelli di crescita alimentati a debito e con un consumo insostenibile di risorse naturali. Per finire con fare proposte chiare sulla Giustizia ponendo la Costituzione repubblicana al centro delle nostre scelte.

Auguri a voi ed alle vostre famiglie per un 2011 che guardi al futuro. Ad un futuro migliore!

Auguri all’Italia

Antonio


Un disperato qualunquismo

DITE LA VERITA' AL PAESE

Un disperato qualunquismo

Non vanno bene le cose per l'Italia. Prima che ce lo dicano le statistiche - comunicandoci per esempio un dato lugubre: che nel 2010 il reddito pro capite degli italiani sarà in termini reali inferiore a quello del 2000 - ce lo dice una sensazione che ormai sta dentro ciascuno di noi e ogni giorno si rafforza.

Basta che ci guardiamo intorno per scorgere un panorama sconfortante: abbiamo un sistema d'istruzione dal rendimento assai basso; una burocrazia sia centrale che locale pletorica e inefficientissima; una giustizia tardigrada e approssimativa; una delinquenza organizzata che altrove non ha eguali; le nostre grandi città, con le periferie tra le più brutte del mondo, sono largamente invivibili e quasi sempre prive di trasporti urbani moderni (metropolitane); la rete stradale e autostradale è largamente inadeguata e quella ferroviaria, appena ci si allontana dall'Alta velocità, è da Terzo mondo; la rete degli acquedotti è un colabrodo; il nostro paesaggio è sconvolto da frane e alluvioni rovinose ad ogni pioggia intensa, mentre musei, siti archeologici e biblioteche versano in condizioni semplicemente penose. Per finire, tutto ciò che è pubblico, dai concorsi agli appalti, è preda di una corruzione capillare e indomabile. C'è poi la nostra condizione economica: abbiamo contemporaneamente le tasse e l'evasione fiscale fra le più alte d'Europa, mentre gli operai italiani ricevono salari ben più bassi della media dell'area-euro; il nostro sistema pensionistico è fra i più costosi d'Europa malgrado le numerose riforme già fatte e siamo strangolati da un debito pubblico il pagamento dei cui interessi c'impedisce d'intraprendere qualunque politica di sviluppo. Ancora: nessuno dall'estero viene a fare nuovi investimenti in Italia, ma gruppi stranieri mettono gli occhi (e sempre più spesso le mani) su quanto resta di meglio del nostro apparato economico-produttivo; nel frattempo il processo di deindustrializzazione non si arresta e la disoccupazione, specie giovanile, resta assai alta.

Nessuno di questi mali ha un'origine recente, lo sappiamo bene. Non paghiamo cioè per errori di oggi o di ieri: o almeno non solo per quelli. È piuttosto un intero passato, il nostro passato, che ci sta presentando il conto. Oggi cominciamo a capire, infatti, che qualche tempo fa - quando? nel '92-'93? un decennio dopo con l'adozione dell'euro? - si è chiuso un lungo capitolo della nostra storia. Nel quale siamo diventati sì una società moderna (qualunque cosa significhi questa parola), ma pagando prezzi sempre più elevati, accendendo ipoteche sempre più rischiose sul futuro, chiudendo gli occhi davanti ad ogni problema, rinviando ed eludendo. Prezzi, stratagemmi, rinvii, che negli Anni 70-80 hanno cominciato a trasformarsi in quel cappio al collo che oggi sta lentamente strangolando il Paese.

Lo sappiamo che le cose stanno così. Ce ne accorgiamo ogni giorno che l'Italia perde colpi, non ha alcuna idea di sé e del suo futuro. Ma ci limitiamo a pensarlo tra noi e noi, a confidarcelo nelle conversazioni private. Avvertiamo con chiarezza che avremmo bisogno di bilanci sinceri e impietosi fatti in pubblico, di un grande esame di coscienza, di poterci specchiare finalmente e collettivamente nella verità. Che ci servirebbero terapie radicali. Invece sulla scena italiana continua a non accadere nulla di tutto ciò.

Chi dovrebbe parlare resta in silenzio. Resta in silenzio il discorso pubblico della società italiana su se stessa, consegnato ad una miseria che diviene ogni giorno meno sopportabile. Ma soprattutto resta in silenzio la politica, divisa tra lo sciropposo ottimismo di Berlusconi, il suo patetico «ghe pensi mi» da un lato, e la vacuità dei suoi oppositori dall'altro. Bersani, La Russa, Bossi, Fini, Bondi, Vendola, Verdini, Di Pietro, Casini, e chi più ne ha più ne metta credono di parlare al Paese con le loro dichiarazioni, le loro interviste, i loro attacchi a questo o a quello, i loro progetti di alleanze, di controalleanze e di governi: non sanno che in realtà se ne stanno guadagnando solo un disprezzo crescente, ne stanno solo accrescendo la distanza dal loro traballante palcoscenico. Sempre più, infatti, la loro produzione quotidiana di parole suona eguale a se stessa: ripetitiva, irreale, ridicola. Mai una volta che uno di essi proponga al Paese una soluzione concreta per qualche problema concreto: chessò, come eliminare la spazzatura a Napoli, come attrarre investimenti esteri in Italia, come finire la Salerno-Reggio Calabria prima del 3000, come iniziare a risanare il debito pubblico. Mai: anche se a loro scusante va detto che nel solcare quotidianamente l'oceano del nulla sono aiutati da un sistema dell'informazione anch'esso perlopiù perduto dietro la chiacchiera, il «retroscena», il titolo orribilmente confidenziale su «Tonino» o «Gianfri», il mortifero articolo di «costume».

Nelle pagine e pagine dedicate dai giornali alla politica diventa sempre più difficile distinguere il vero dal falso, scorgere qualche spicchio di realtà tra i fumi dell'aria fritta. È così che alla fine siamo condannati a questo necessario, disperato, qualunquismo. Agli italiani non sta restando altro. Disperato perché frutto dell'attesa vana che finalmente da dove può e deve, cioè dalla politica, venga una parola di verità sul nostro oggi e sul nostro ieri. Una parola che non ci esorti - e a che cosa poi? A credere in un ennesimo partito, in un'ennesima combinazione governativa? - ma che ci sfidi: ricordandoci gli errori che abbiamo tutti commesso, i sacrifici che sono ora necessari, le speranze che ancora possiamo avere. Per l'Italia è forse iniziata una corsa contro il tempo, ma non è affatto sicuro che ce ne resti ancora molto.

Ernesto Galli della Loggia


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mercoledì 29 dicembre 2010

Sono fiero di fare politica nel PD Toscano: Progetto SI' GIOVANI -Regione Toscana‏

Sono davvero felice di impegnarmi in politica nel PD Toscano. Un partito che con i fatti, come dimostra la proposta di legge di seguito riportata, pone i giovani al centro del proprio sviluppo. Un partito che investe sul futuro!

In questi anni tanti hanno detto. Invece noi abbiamo fatto!
Ora è il momento di attuare la proposta. Facciamolo subito. Facciamolo attraverso regole chiare e con poca burocrazia.

Antonio



SCHEDA PROGETTO / GIOVANI, SÌ!



1. PERCHÉ UN PROGETTO DEDICATO AI GIOVANI



Per la prima volta dal dopoguerra i figli rischiano di vivere peggio dei loro padri, di essere più poveri delle generazioni precedenti… e questo non lo possiamo permettere….almeno in Toscana.

Come fa un grande Paese a concepire che la prossima generazione sia priva di reddito e di un lavoro stabile? Significa scialacquare il più prezioso dei capitali, quello umano..

Altro che “ascensore sociale”…qui se va bene ci sono le scale che portano sui tetti…dai quali i giovani urlano la loro rabbia…



Draghi ad Ancona, il 5 novembre 2010 – “L’Italia è davanti a un bivio e, se non si agisce presto, saranno i giovani a rischiare di subire le conseguenze peggiori del declino economico”.





2. SCUOLA E GIOVANI: INVESTIREMO DI PIÙ



Nonostante il Governo Berlusconi ci abbia tagliato le gambe, la Toscana vuole andare avanti. E vara il Progetto per l’autonomia dei giovani

Nel 2011 sarà questa la nostra priorità (insieme alla scuola) su cui investiremo di più rispetto al 2010 !



Dal 2011 al 2013 investiremo 295,7 milioni di euro.

Raddoppiano le risorse dedicate alle giovani generazioni.



Il progetto, accanto al rafforzamento di interventi già esistenti:

• servizio civile, borse di studio, imprenditoria giovanile nel manifatturiero, servizi e agricoltura, assunzione giovani laureati, e lavoratori atipici

prevede l’avvio interventi innovativi, come:

• contributi per la casa (affitto e acquisti), programma regionale di stages renumerati, il prestito d’onore e il microcredito.





3. OBIETTIVO DEL PROGETTO: GIOVANI SÌ!



Vogliamo intervenire sulle difficoltà che impediscono l’emancipazione dalla famiglia di origine e una partecipazione attiva alla società civile.

I giovani escono sempre più tardi da casa:

- In Toscana vive con i propri genitori l’85% dei 20-24 enni (57% in Italia) ed il 59% per i 25-29 enni (60% il dato nazionale).

- Anche fra i 30-34enni, la percentuale è più alta, seppure di poco, rispetto alla media italiana: 29% contro 28%.

Inoltre, nella stessa fascia di età (30-34), soltanto il 35% dei toscani ha almeno un figlio (40% in Italia).



La prolungata permanenza in famiglia dei giovani toscani – e italiani - è riconducibile da un lato a motivazioni di carattere sociale e culturale, dall’altro a fattori di natura economica e alle difficoltà di accesso al mercato del lavoro: più della metà (54%) dei giovani toscani 20-34enni non ha mai svolto un lavoro retribuito (61% in Italia).

La percentuale sale addirittura il 70% tra i 20-24enni (76% in Italia), mentre è del 31% fra i toscani di età compresa fra i 30 e i 34 anni (in Italia 42%).



Anche quando il lavoro lo trovano, i giovani trovano (spesso) un lavoro precario. Hanno un contratto a termine:

- il 45% dei 20-24 enni toscani (40% di quelli italiani)

- il 25% dei 25-29 enni toscani (22% di quelli italiani).



Il passaggio verso il lavoro a tempo indeterminato è poi un processo lungo e faticoso: la transizione da un lavoro temporaneo ad uno stabile è bassa. Nella nostra regione, la proporzione è identica in Italia, nell’arco di un anno si stabilizzano solo 13 atipici ogni 100.



Si aggiunga poi che nel tempo è aumentata la distanza fra il reddito dei più giovani (25-30 enni) rispetto al reddito medio dell’intera popolazione: in Toscana alla fine degli anni ‘80 un giovane percepiva il 21% in meno (20% in Italia), oggi siamo ad una differenza di circa il 28% (34% in Italia).



Ecco i 5 Obiettivi del Progetto:

• contributi per affittare o acquistare un’abitazione.

• garantire il diritto allo studio e alla propria formazione, professionale e civile;

• favorire l’inserimento lavorativo;

• accesso agevolato al credito e microcredito;

• sostegno per l’avvio di attività economiche

Vogliamo creare un circolo virtuoso: la Toscana investe sui giovani…e i giovani poi investono sulla Toscana…



Ecco gli 11 interventi previsti dal Progetto Giovani per un investimento di 295,7 milioni nel periodo 2011-2013





4. CONTRIBUTO PER L'AFFITTO E L'ACQUISTO PRIMA CASA



Dal 2011 al 2013: finanziamento di 45 milioni

Leggevo un libro di Henning Mankell…uno scrittore svedese…tra i personaggi del libro c’era una ragazza che l’autore descrive così:

“benché avesse 19 anni, viveva ancora a casa coi genitori”…

A volte basta una piccola frase per descrivere il gap che esiste tra i nostri giovani e i loro coetanei europei…



Se un giovane a 30 anni è ancora costretto a vivere coi genitori, deve andarsene fuori casa… oppure andrà fuori di testa… Per un giovane mettere su casa non dovrà più essere un castello in aria….



La possibilità di andare a vivere da soli dipende molto dalla disponibilità di una abitazione di proprietà, magari dei genitori, causa l’alto costo degli affitti: infatti, secondo i dati Istat, solo il 22% dei giovani toscani (under 30) che vivono lontano dalla famiglia paga l’affitto (34% in Italia).



E’ previsto un contributo a fondo perduto a chi contrae un regolare contratto di affitto:

• di 200 euro al mese alle coppie con figli, nonché nuclei monoparentali (un genitore con uno o più figli), a cui sarà riconosciuta una precedenza. Per queste coppie il requisito del limite di età è stabilito a 34 anni ed è sufficiente che sia rispettato anche solo da uno dei partner;

• di 150 euro al mese alle giovani coppie senza figli (di fatto, di diritto o in formazione), così come ai giovani singles o forme di convivenza tra giovani (studenti e lavoratori fuori sede). Sempre con limite di età inferiore a 34 anni;

• contributo per l’acquisto della prima casa. Faremo un accordo con i costruttori, in modo che dopo un periodo di locazione massimo di 4 anni a canoni migliori di quelli di mercato il beneficiario possa avere la possibilità di trasformare l’affitto. In questo caso è previsto un contributo al costruttore che aderisce al progetto, pari a 30mila euro in caso di acquisto al termine dei 4 anni di locazione. A ciò si aggiunge un contributo per i giovani a integrazione del canone di locazione di € 150/200 al mese per un massimo di 4 anni.





5. STAGES RETRIBUITI



Dal 2011 al 2013: finanziamento di 33,5 milioni

Uno stage deve essere un trampolino, non un trappolone.

Nel 2009 a fronte di 121.000 disoccupati, i giovani in cerca di lavoro erano 69.000 (con un tasso di disoccupazione del 26% nella fascia 15-24 anni e del 12% in quella 25-34 anni, con un’incidenza della disoccupazione femminile doppia rispetto a quella maschile).

Stages post laurea e di inserimento lavorativo. Devono riconoscere a giovani diplomati o laureati una condizione di “lavoratori in formazione” evitando forme di strumentalizzazione, pur tenendo conto che non si tratta, comunque, di un rapporto di lavoro contrattuale. Anche già ora le imprese private più avvedute remunerano i propri stages formativi in quanto spesso prodromi ad assunzioni vere e proprie, così come in altri Paesi europei esistono programmi di stages con diverse forme di remunerazione. Il progetto “Giovani, Sì!” introduce una nuova misura tesa a garantire l’attivazione di stages lavorativi co-finanziati da soggetti convenzionati al programma regionale. La retribuzione prevista è pari a €400 mensili, di cui €150 a carico della Regione e €250 dei soggetti convenzionati (es. imprese, cooperative, altri enti pubblici) per una durata massima di 12 mesi.





6. ASSUNZIONE GIOVANI LAUREATI



Se ua nostro ragazzo, ad esempio, è un bravo ricercatore, perché dovrebbe cercarsi il lavoro da un’altra parte? Un giovane con un contratto atipico, non deve essere considerato un giovane atipico, e non deve vivere una vita atipica…

E’ prevista la possibilità di richiedere il contributo regionale (circa 6.000 euro per laureati e 6.500 per dottori di ricerca) in caso di successiva assunzione con contratto a tempo indeterminato full-time e di 3.000/3.250 euro nel caso di assunzioni con contratto a tempo indeterminato part-time. Nel caso, invece, di assunzione con contratto a tempo determinato full time, della durata di almeno 12 mesi, il contributo sarà pari a 3.000/3.250 euro (e di 2.000/2200 euro per il part time). Se, entro il termine di scadenza del contratto a tempo determinato, il lavoratore venisse stabilizzato, l’azienda potrà richiedere un ulteriore contributo. A seconda della disponibilità di risorse, la misura potrà essere estesa anche alle attività di stage per soggetti non laureati.

Dal 2011 al 2013: attualmente è previsto un finanziamento di 1,2 milioni destinato a crescere in base alle richieste.



7. SERVIZIO CIVILE



Professionalizzare i giovani attraverso il servizio civile..questa mi sembra una proposta civile…di una Regione civile…

Attualmente sono 700 i giovani che ogni anno prestano il servizio civile nazionale e regionale, a fronte di un numero di domande di 2700 nel 2010.

Saranno attivati bandi annuali con finanziamento di progetti relativi ai settori: sanità, ambiente, istruzione, cultura, aiuto alla persona, protezione civile, immigrazione, tutela dei consumatori, pari opportunità, commercio equo e solidale, cooperazione internazionale, che potrebbe essere estesa a servizi di orientamento o di supporto di fronte alle scuole, ai monumenti, nei musei, ecc., contribuendo quindi ad un’attività relazionale ed informativa con spirito appunto giovanile.

I progetti, sono presentati dai soggetti iscritti all’albo degli enti di servizio civile regionale. Partecipano alla realizzazione dei progetti i soggetti ammessi a servizio civile con apposito bando regionale i cui requisiti siano l’età compresa tra i 18 e i 30 anni, la residenza o il domicilio per motivi di studio/lavorio in Toscana. Per i diversamente abili la fascia di età è ampliata dai 18 ai 35 anni.

Dal 2011 al 2013: finanziamento di 45 milioni.



8. LAVORATORI ATIPICI



Sì…ovvio, un giovane precario un lavoro ogni tanto ce l’ha…quello che non c’ha è la vita…

Disponiamo già di un fondo di garanzia per lavoratori atipici per consentire loro l’accesso al credito finalizzato ad interventi legati alla propria condizione familiare, alloggiativi, scolastica, formativa e di salute nonché all’acquisto di beni strumentali che ne aumentino la possibilità di assunzione in pianta stabile.

Il fondo, attualmente in gestione ad Artea, opera in una logica di rotazione delle risorse, a fronte delle garanzie prestate sui mutui.

Dal 2011 al 2013: finanziamento di 3 milioni





9. MICROCREDITO



Dal 2011 al 2013: finanziamento di 3 milioni

Ai giovani che hanno voglia di fare diamo modo di fare bene.

Finanzieremo, tramite banche o intermediari finanziari, giovani imprenditori per crediti non superiori a € 15.000 a fronte di un investimento massimo di € 20.000. La durata massima del finanziamento è di 5 anni. Gestito da Fidi Toscana.

In questo ambito Fidi fornisce garanzie ma si preoccupa anche di trovare i finanziatori per creare occupazione (start-up) ma anche far crescere e diversificare l’economia toscana. Il fondo per i giovani di Fidi Toscana consentirà pertanto di garantire piccoli prestiti a giovani di età inferiore ai 40 anni che intendano mettersi in proprio o fondare una cooperativa.

Oltre a Fidi Toscana saranno coinvolte anche le Camere di Commercio, i Confidi tra cui Artigiancredito, gli Enti locali, gli Enti previdenziali, le banche e altri soggetti privati.

Con 1 milione di euro di garanzie si possono infatti sostenere circa 5 milioni di finanziamenti. Inoltre, quando il prestito viene restituito, le risorse messe a garanzia tornano a disposizione.

Alle risorse già previste per il microcredito si aggiungono ulteriori 500.000 eleggibili a finanza etica, con ciò intendendosi casi in cui l’imprenditore sia “portatore” di iniziative apprezzabili dal punto di vista etico.

A solo titolo di esempio:

• l’attività intrapresa ha una particolare coerenza con le politiche regionali di intervento, quali quelle in ambito sociale, così da migliorare la qualità dei servizi a disposizione della collettività;

• l’imprenditore si impegna ad ospitare stagisti e titolari di borse di studio;

• in ambito agricolo, l’imprenditore si dedica a terreni dismessi;

• in ambito commerciale l’attività si concentra su prodotti del commercio equo e solidale, su prodotti biologici, sulla filiera corta;



10. IMPREDITORIA GIOVANILE



Aprire una “piccola” impresa non deve più essere una “grande” impresa.

La L.R. 21/2008 già prevede finanziamenti per PMI, di nuova costituzione. E’ rivolta ad imprenditori di età non superiore ai 35 anni per progetti imprenditoriali innovativi e ad elevato contenuto tecnologico. Il finanziamento riguarda investimenti materiali e immateriali, oppure marchi e brevetti per importi compresi tra 70mila e 285mila euro, o partecipazioni minoritarie al capitale di rischio tramite Fidi Toscana. E’ previsto inoltre il tutoraggio per 2 anni dall’inizio dell’attività alle aziende beneficiarie.

Rispetto all’impianto esistente, questo Progetto estende la normativa:

• i benefici saranno estesi anche ad imprese a titolarità femminile;

• l'apertura a tutti i settori produttivi e l’innalzamento dell’età dell’imprenditore beneficiario da 35 a 40 anni.

Dal 2011 al 2013: finanziamento di 13,5 milioni



11. GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI



Vogliamo favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo…così l’agricoltura non resta a terra.

Vogliamo sostenere la nascita di nuove imprese agricole da parte di giovani imprenditori: favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo attraverso il prepensionamento.

Sosterremo la costituzione di nuove imprese agricole condotte da giovani al di sotto dei 40 anni mediante:

• premi una tantum di 40mila euro per l’avvio dell’attività;

• sostegni all’acquisizione di servizi di consulenza per l’avvio e la gestione della nuova attività in forme innovative;

• contributi per gli investimenti in attività produttive, agriturismo, energie rinnovabili e attività sociali;

• coinvolgimento in progetti di cooperazione per l’innovazione;

• premi per attività agro ambientali e forestali.

Dal 2011 al 2013: finanziamento di 30 milioni



12. GIOVANI PROFESSIONISTI

La Regione Toscana ha attivato con L.R. 73/2008 uno specifico fondo speciale per la concessione di garanzie a favore di giovani professionisti o tirocinanti toscani.

Il fondo è gestito da Artea e aiuta l’accesso al credito di giovani che vogliono avviare uno studio professionale (anche in forma associata) o che acquistano strumentazione o software informatico. La garanzia è concessa per finanziamenti che vanno da un minimo di €3.000 a un massimo di €9.000 di durata massima pari a 60 mesi, a cui si applicano i tassi massimi definiti in uno specifico Accordo sottoscritto tra Regione e banche, senza ulteriori spese.



13. PRESTITO D'ONORE



Se un giovane vuole investire su se stesso, la Toscana investirà su di lui…

Master, dottorati e specializzazioni richiedono risorse significative e sfide impegnative in Italia o all’estero.

Per favorire lo sviluppo dei “talenti” sarà istituito un fondo presso Fidi Toscana.

Attraverso un fondo di natura rotativa, Fidi Toscana rilascerà garanzie gratuite a totale copertura del rischio bancario, in favore di giovani di qualsiasi nazionalità residenti o domiciliati in Toscana, nella fascia di età 18-35 anni, in possesso di laurea, anche conseguito all’estero, che presentino un programma di studio fino ad una durata triennale ed un piano di copertura finanziaria delle spese che si prevede di sostenere.

La garanzia sarà concedibile su finanziamenti bancari di durata ventennale, il cui rimborso inizierà entro 12 mesi dall’ingresso nel mondo del lavoro.

L’importo massimo di finanziamento e garanzia sarà di 50mila euro.

Dal 2011 al 2013: finanziamento di garanzie bancarie fino a 15 milioni


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martedì 28 dicembre 2010

Rebeldia, la posizione del Pd dopo la visita dell'Ufficiale Giudiziario

Dopo la prima visita effettuata dall'ufficiale giudiziario al Progetto Rebeldia il Partito Democratico di Pisa ribadisce la validità delle soluzioni fin qui offerte al cartello Rebeldìa per consentire, nel rispetto dei tempi dettati dalla sentenza del tribunale di Pisa, la liberazione dei locali e permettere l’avvio dei lavori per la realizzazione del progetto Sestaporta. Un investimento irrinunciabile per la città, completamente autofinanziato per oltre 30 milioni di euro, che servirà a riqualificare il quartiere con un grande parco verde lungo le mura e a rendere più sostenibile la mobilità cittadina con l’integrazione del terminal bus con la stazione ferroviaria; un’opera di respiro europeo.

Il Pd ritiene utile il chiarimento che il Presidente della Regione Rossi (vedi nel resto del post) ha fatto sulla stampa di oggi in merito alle dichiarazioni dell'assessore Allocca che era intervenuto sulla questione Rebeldia senza tener conto del percorso fatto e di tutte le iniziative messe in campo dall’Amministrazione Comunale, dalla Provincia, dall’azienda Dsu e dall'Università di Pisa negli scorsi mesi: dalla ricerca di spazi aggregativi e di socializzazione aggiuntivi, al confronto continuo con il cartello di Associazioni. Una politica accogliente, rivolta a tutti i soggetti in campo all’interno di un contesto di pari opportunità con il resto del mondo associativo cittadino e di rispetto delle regole fondamentali, che devono valere per tutti.

Il Pd di Pisa ricorda pure che le proposte fatte dai quattro enti in modo congiunto e condiviso in sede di Conferenza di Servizi - anche a seguito dell’indisponibilità degli immobili ex Asnu di via Filiberto espressa dal Rettore nell’ultima riunione della Conferenza Università Territorio - possono essere intese anche come soluzioni temporanee, in vista di eventuali altre ubicazioni che dovessero rivelarsi disponibili.

Dopo tutto il percorso fatto manca solo la disponibilità del Progetto Rebeldìa a dare il proprio assenso (che auspichiamo avvenga in tempo utile) alla sola proposta ad oggi effettivamente percorribile, in modo da rispettare il merito della sentenza del tribunale di Pisa e gli impegni sottoscritti, dare avvìo ai lavori per la Sestaporta e far proseguire in questo modo l'attività delle associazioni del Progetto.



Rebeldìa, Rossi replica ad Allocca

Di seguito il comunicato diffuso dal presidente della Regione Enrico Rossi nella giornata di lunedì 27 dicembre

Anche il presidente della Regione Enrico Rossi interviene sulla vicenda del Progetto Rebeldia di Pisa. «Comprendo – afferma il presidente Rossi – le ragioni che hanno spinto l'assessore Allocca a pronunciarsi in favore della non interruzione dell'attività che svolge Rebeldia. Però una procedura è iniziata e si è conclusa. A quanto risulta, nella conferenza dei servizi il rappresentante dell'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario si è espresso positivamente sulla soluzione prospettata dal Comune. Se ci sono ipotesi migliori ben vengano. Ma senza tergiversare e far passare inutilmente altro tempo. E' pieno diritto del Comune infatti – conclude il presidente Rossi – realizzare i progetti per i quali sono impegnate risorse importanti ed evitare di trovarsi a pagare penali che sarebbero ingiustificate».


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Scuola: lotta aperta ai falsi poveri - un altro pezzo della manovra di Bilancio 2011‏

L’articolo oggi apparso sul Tirreno (clicca qui per leggerlo) rappresenta in maniera chiara l’azione messa in atto dalla nostra amministrazione contro l’evasione fiscale. Nel 2009 recuperati 2 mln di euro e nel 2010 circa 1,5 milioni di euro.

Aver pensato ad un “redditometro” che unisce all’Isee indicatori di benessere per garantire l’equa ripartizione dei costi del servizio sia di refezione scolastica che dei nidi continua ad andare nella direzione di offrire sempre maggiore equità ai cittadini. Principi a cui non vogliamo derogare.

Antonio


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lunedì 27 dicembre 2010

Tassa di scopo: La Torre di Pisa vale il Colosseo‏

Ottima l’uscita del Sindaco Filippeschi sulle pagine del Tirreno (che trovate nel resto del post). Noi abbiamo proposto e approvato un odg in Consiglio Comunale in cui chiedere al Governo di considerare una nuova fiscalità per città a forte attrazione turistica come Pisa. Tutti i comuni come Pisa dovrebbero farlo: ha poco senso fare richieste singole!

Un abbraccio
A.



Articolo di Marco Filippeschi sul tirreno del 27 dicembre

In Toscana, regione simbolo del turismo, si discute sulla cosiddetta tassa di scopo per finanziare attività e infrastrutture di promozione e per una migliore accoglienza. Che sta accadendo? Il governo e la sua maggioranza parlamentare hanno consentito al Comune di Roma l’introduzione di una «tassa di soggiorno» e il sindaco Alemanno, in difficoltà per i conti particolarmente difficili della Capitale, ha subito colto questa possibilità; non c’è andato leggero. Ha previsto un contributo giornaliero dai 3 ai 10 euro a notte, a seconda della categoria dell’albergo. In realtà le città con caratteristiche turistiche da anni rivendicano una fiscalità speciale, perché di certo i turisti portano ricchezza importantissima, ma accrescono in modo esponenziale il bisogno di investimenti e di azioni pubbliche, che i comuni devono finanziare con il contributo indistinto di tutti i cittadini. Faccio l’esempio di Pisa. Tre milioni di biglietti venduti solo in Piazza dei Miracoli, per oltre il doppio di turisti che la visitano; 4 milioni di passeggeri dell’Aeroporto; 18 milioni che transitano dalla Stazione ferroviaria; poi il turismo balneare del Litorale pisano (con una popolazione che lì quintuplica per due-tre mesi); per non dire del resto: 58mila studenti iscritti all’Università; tutti i centri di ricerca; oltre 6 milioni di passaggi nell’Ospedale; e poi il Parco Naturale, il Centro Ippico, le Terme e la Certosa e tant’altro. Per dare l’idea: Pisa produce ogni anno rifiuti urbani per 150mila abitanti equivalenti, ma i residenti che pagano le tasse comunali sono 91 mila! Queste sono le contraddizioni che vivono le città d’arte, sedi di grandi servizi di carattere metropolitano. Per questo, con le riforme del federalismo, chiediamo la possibilità di applicare «tasse di scopo», cioè di avere contributi aggiuntivi specifici e strettamente finalizzati, vincolati, che possano aiutare a dare risposte, con i sindaci e i consigli comunali che se ne prendano la responsabilità e siano misurati nei risultati dai cittadini. Per fare promozione, pulire meglio le zone sotto maggiore pressione, fare parcheggi e mobilità pubblica, sistemare strade e marciapiedi dove i flussi sono maggiori. Per attuare i Piani di gestione del Patrimonio Unesco: ad esempio, il complesso monumentale di Piazza dei Miracoli e le aree circostanti sono classificati così. E si deve sapere che non un centesimo di euro, oggi, viene al Comune dalle entrate della Piazza, che vanno all’Opera Primaziale per la cura dei monumenti e delle attività il circoscritte. Ecco dunque perché siamo così interessati. Ma il governo e alcune città non perseguono buone politiche, purtroppo. A Roma Alemanno va per conto suo, creando scompiglio nelle categorie. La ministra Brambilla, dopo aver consentito ilhttp://www.comune.pisa.it/sindaco/wp-content/uploads/2010/12/piazza1-300x154.jpgprovvedimento su misura per la Capitale, ora si straccia le vesti. Mentre il sindaco di Firenze Matteo Renzi, invece di fare gioco di squadra, apre una trattativa con Berlusconi; che, bisognoso di interlocutori, lo invita a pranzo nella sua villa… – per una misura che riguarderebbe solo la sua città. Poi Berlusconi, a briglia sciolta a Matrix, promette un intervento per Firenze e Venezia, come quello per Roma. Eh no, dico io: la Torre pendente vale quanto la cupola del Brunelleschi o il Colosseo. Chi può darmi torto? Ho aggiunto: «non subiremo una discriminazione». La «tassa di scopo» deve valere per tutte le città di grande turismo, non solo per alcune. Non sarà difficile stabilire un criterio di giustizia, omogeneo, selettivo, fondato sui numeri dei flussi annuali rapportati alla popolazione residente, per esempio. Concertando con sindaci e rappresentanze delle imprese interessate. Chi propone, in alternativa, la devoluzione alle città turistiche di una percentuale dell’Iva ci trova molto attenti. Certo, sarebbe meglio inquadrare ogni misura nel federalismo municipale. Benissimo, però, se verranno provvedimenti accelerati: li chiediamo da tempo. Anche solo un euro (o mezzo) versati da chi accogliamo – che non avrebbero riflessi sui bilanci di un’attività – ai comuni come il mio darebbero ossigeno e consentirebbero investimenti per migliorare accoglienza e immagine della città. Comunque sia, è bene che si sia riaperta una discussione. Noi sindaci che poniamo problemi veri in modo corretto e propositivo di certo non andremo a pranzo nella villa di Arcore, ma di sicuro faremo valere le nostre fortissime ragioni nell’interesse dell’economia turistica e delle nostre comunità.

di Marco Filippeschi Sindaco di Pisa e Presidente Nazionale di Legautonomie

pubblicato su “Il Tirreno” del 27 dicembre 2010; pag 1 e pag 8.


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Come cambierà la tassazione per i nostri concittadini dal 2014? Vi presento l'IMU‏




In questi giorni di vacanza ho provato ad approfondire cosa succederà (semmai succederà) con l’arrivo del Federalismo Fiscale e della nuova tassa unica l’IMU (Imposta Municipale Unica), che raggrupperà le attuali tasse comunali (Ici, addizionale Irpef, etc); ad essa si sommerà l’imposta municipale secondaria (facoltativa) che sostituirà le preesistenti Tosap, Cosap, Pubblicità e via di seguito. I cambiamenti saranno tanti e tutt’altro che lineari e scontati.

Il decreto legislativo 292, in discussione alla Commissione bicamerale, prevede la devoluzione, a favore delle amministrazioni comunali, della fiscalità immobiliare e del gettito derivante della nuova cedolare secca sugli affitti. In altri termini: dal 2011 i tradizionali trasferimenti ai Comuni non arriveranno più dai capitoli di spesa che il ministero dell’Interno riserva agli enti locali, ma da un nuovo fondo alimentato dalle imposte di registro, di bollo, dell’imposta ipotecaria e catastale, dei tributi catastali speciali, dell’Irpef relativa i redditi fondiari e della cedolare secca sugli affitti.

L’erogazione diventerà effettiva a partire dal 2014 e avrà un ammontare complessivo stimato in 15 miliardi di euro, cifra simile a quello che lo Stato destina tuttora. Ma cosa possiamo leggere dall’analisi fatta dal Senatore Stradiotto (membro PD della Commissione) ? Si Legge che sorridono le città capoluogo, le località turistiche e i centri fortemente industrializzati; insomma, i ricchi. Stringono, ulteriormente, la cinghia, i poveracci, privi di risorse significative e già alle prese con bilanci in rosso.

Insomma, un federalismo fiscale municipale che agisce da Robin Hood alla rovescia: rimpingua il salvadanaio di Cortina (+353%) e svuota quello di Barile (-90%). «Propongo questo studio come un contributo costruttivo alla riflessione, aldilà della logica di schieramento», commenta Marco Stradiotto «è evidente che una riforma federalista che necessita di ingenti fondi perequativi, per evitare tracolli nei bilanci, richiede un correttivo di partenza. Perché il rischio concreto è quello di non riuscire a rompere la storica sedimentazione di privilegi creatisi con la spesa e i trasferimenti storici».

In questo caso alla nostra città va bene (almeno sulla carta e facendo pesare l’aumento sui cittadini) in quanto c’è un aumento stimato di introiti pari al 51% (vedi la tabella)… ma non è questa la via maestra. Non è forse meglio istituire (come da noi richiesto con un odg durante la votazione dello scorso Bilancio) una tassa di scopo per città d’arte e che offrono servizi metropolitani? Sarebbe più equa e peserebbe meno sulla collettività!

Cosa ne pensate?
Antonio


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venerdì 24 dicembre 2010

Auguri di Buon Natale e di un sereno 2011‏

Gli auguri di Natale, almeno per ci crede, sono densi di significato.

Per questo ve li faccio usando il messaggio che Liu Xiaobo ha fatto pervenire a Oslo per la cerimonia di consegna del Nobel il 10 dicembre 2010: sono parole importanti e in profonda sintonia con il Natale che ci accingiamo a celebrare.
Parole da cui tutti insieme ripartire affinchè nel 2011 i valori della pace, della tolleranza, del rispetto e della solidarietà abbiano la meglio e si riaffermino nella nostra vita sociale.

"Io non ho alcun nemico"

«Sono passati vent’anni, ma i fantasmi del 4 giugno non sono ancora svaniti, e ancora adesso mi ritrovo sul banco degli imputati a causa della mentalità del nemico che ha il regime. Ma voglio ribadire a questo regime che mi sta privando della libertà che io rimango fedele ai principi espressi nella “Dichiarazione per lo sciopero della fame del 2 giugno”, vent´anni fa: io non ho alcun nemico e non provo nessun odio.
L’odio può corrompere l´intelligenza e la coscienza di un individuo. La mentalità del nemico può avvelenare lo spirito di una nazione, istigare contese feroci e mortali, distruggere la tolleranza e l’umanità di una società e ostacolare il progresso di una nazione verso la libertà e la democrazia.
Per questo spero di riuscire a guardare allo sviluppo della nostra nazione e al cambiamento sociale trascendendo le mie esperienze personali, per contrapporre all´ostilità del regime la massima benevolenza, e per dissolvere l´odio con l´amore».
Liu Xiaobo - Nobel per la Pace 2010.

Auguri di un Santo Natale da vivere nel calore dei propri affetti più cari ed un 2011 pieno di serenità, gioia e qualche bella sorpresa inattesa!
Antonio


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Un sondaggio che dovrebbe farci riflettere - alcune cosiderazioni sulla crisi della maggioranza e sulle alleanze future‏

I sondaggi non dicono tutto, ma possono rappresentare bene i trend sui cui muoversi nei mesi successivi. A questo link troverete quello effettuato alcuni giorni fa dall’Atlante Politico

Da una prima analisi si evince chiaramente che l'incertezza sul proseguimento della legislatura, la sfiducia non approvata, e le schermaglie sulle future alleanze rendono complicato, ad oggi, ricostruire i possibili scenari elettorali. La nascita di un blocco di centro rende la competizione più aperta per il centro-sinistra e il Pd. Mentre l'ipotesi di una alleanza (esclusiva) con le formazioni centriste presenta molte insidie per il nostro Partito.

Ritengo utile che partendo da queste considerazioni, subito dopo la Direzione Nazionale del 13 si apra un dibattito nella base, tra iscritti e militanti per capire la posizione di tutti in merito ai 4/5 temi fondamentali attorno a cui cotruire un progetto di Rilancio del Paese e le possibili alleanze. Prima il programma e po i la scelta dei compagni di viaggio!

Se ad oggi guardassimo la situazione, ci accorgeremmo che (ma manca il programma di fondo da condividere) che in un possibile confronto a tre - fra il centro-destra, il centro-sinistra e il "terzo polo" - le scelte degli elettori fra le coalizioni rispecchiano sostanzialmente gli equilibri fra i tre blocchi che emergono dalla somma dei voti per i partiti che le compongono. Si registra solo un limitato aumento delle opzioni per la coalizione di centro. Se si realizzasse invece un confronto fra due coalizioni, un'alleanza che spazi da Fini e Casini fino a Vendola risulterebbe largamente vincente nel confronto con l'attuale maggioranza (58%).

Ora godiamoci le vacanze. Ma poi riflettiamoci!
Antonio


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giovedì 23 dicembre 2010

Approvato il Bilancio Comunale 2011 - Maggioranza coesa e aperture da SEL, UDC e FLI. Il PDL è isolato‏

Cari tutti, dopo 27 ore di Consiglio Comunale abbiamo approvato con 23 voti favorevoli (tutta la maggioranza) e 13 voti contrari (la minoranza) il Bilancio Comunale. Riporto nel resto del post il comunicato stampa con cui abbiamo presentato i risultati della maratona in Consiglio Comunale.

Un grazie a tutti i colleghi della maggioranza per l'eccellente lavoro, svolto con responsabilità e passione: 60 ore di commissione e 27 ore di Consiglio rappresentano bene la prova di una grande abnegazione e di una grande affidabilità di tutti i consiglieri.

Un salutone
Antonio

 
COMUNICATO STAMPA

Dopo due giorni di Consiglio comunale non stop per approvare il bilancio, il Partito Democratico esprime la propria soddisfazione per il risultato ottenuto e condanna l'atteggiamento in aula del Pdl.
Ostruzionismo. “I consiglieri del Pdl – attacca Antonio Mazzeo, presidente della Commissione bilancio – non hanno reso un buon servizio alla città. Di questa due giorni ricorderemo il loro ostruzionismo, pesante e privo di costrutto. Hanno deciso di barricare il Consiglio ma non hanno ottenuto alcun risultato, perché il documento uscito dall'aula è nella sostanza identico a quello che è entrato. Si parla tanto di costi della politica, ma il Pdl pisano predica bene e razzola male: non sanno che tenere per due giorni il personale del Comune a disposizione del Consiglio è un costo per la cittadinanza? E a cosa è servito?”.
Miglioramenti. “Il bilancio – prosegue Mazzeo – è quello che avevamo annunciato: nonostante i pesanti tagli del Governo siamo riusciti a mantenere i servizi, senza toccare l'istruzione né la spesa sociale. Ci sono alcune modifiche che crediamo possano essere importanti, tra cui un'Ordine del giorno in cui chiediamo che Pisa, in quanto città d'arte, di grandi servizi metropolitani e di cultura, vissuta ogni giorno da 150.000 persone, possa avere una fiscalità diversa rispetto a quella delle altre città”.
Compattezza. “Il gruppo del Partito Democratico – osserva il capogruppo Ranieri Del Torto – si è dimostrato unito e compatto, mostrando grande senso di responsabilità. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto per la città in un momento così difficile per gli enti locali. Siamo anche soddisfatti che l'Ordine del giorno presentato dalla maggioranza che più guardava al futuro della città sia stato votato anche dall'Udc e da Fli, con l'astensione di Sel”.


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mercoledì 22 dicembre 2010

Buon Natale!


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Riconosciamo a Pisa una Fiscalità Speciale‏

Votato un importante ordine del giorno collegato al Bilancio in cui chiediamo al Governo il riconoscimento di una fiscalità speciale per comuni come Pisa, tenuto conto delle caratteristiche turistiche e dei grandi servizi di carattere metropolitano che si erogano. PISA merita lo stesso trattamento di Firenze e delle altre città d'arte.


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martedì 21 dicembre 2010

Intervento su Bilancio Preventivo 2011 - Comune di Pisa‏

Care amiche/amici,
di seguito il mio intervento odierno in Consiglio Comunale sul bilancio preventivo.
Oggi non riusciremo a completare le votazioni. Sono stati presentati diversi emendamenti e 21 ordini del giorno. Domani, non appena completeremo la votazione vi aggiornerò.

Si sta avvicinando un grande risultato a favore della nostra comunità
Antonio

Cari colleghi,

questo è un bilancio difficile. Non bisogna nasconderci. E proprio per non nascondersi ritengo opportuno rappresentare in maniera sintetica il quadro politico economico sociale nazionale che ha portato alla redazio-ne di questo bilancio. Non mi dilungherò su questo aspetto. Dico semplicemente che oggi non si può discutere dei conti pubblici e anche dei nosri conti, di quelli di un Comune, del Bilancio di una comunità locale o di federalismo senza affrontare a grandi linee i nodi politici che stringono il Paese e che provocano tanta sottrazione di risorse allo sviluppo e al bene condiviso.
Sono convinto che il governo di Centro Destra con la Legge 122/2010, in forte continuità con quanto fatto nel 2008 (quando ricordo che in piena crisi economica eliminò l’ICI sulla prima casa e bloccò l’autonomia tributaria dei comuni fino all’attuazione del Federalismo Fiscale) e nel 2009 stia perseguendo un lucido progetto di forte riduzione del ruolo pubblico nella vita sociale del Paese. L’attacco alla Scuola, alla ricerca, la riduzione dei finanziamenti alle regioni per la sanità, i tagli alla cultura e perfino quelli alla forze dell’ordine nonostante l’enfasi sulla sicurezza, sono tutti tasselli di un unico disegno allentare il ruolo regolatore e solidaristico dell’intervento pubblico e lasciare il campo aperto alla logica del mercato senza regole e tutele.
E’ evidente il divario, diciamo pure l’abisso (come sottolineato in maniera chiara da Ilvio Diamanti in un editoriale delle scorse settimane) fra il discorso pubblico e la realtà reale nell’Italia dei nostri tempi. Oggi più che mai negli ultimi vent’anni si ha la sensazione del declino della dimensione locale, che sta subendo il piu importante attacco centralistico alla autonomie locali del dopoguerra. Un attacco che si traduce, nonostante il conclamato orientamento federalista del governo, in un taglio del 15% dei trasferimenti agli Enti locali, mentre non si fa nulla per ridurre sprechi e clientelismi governativi.
Ma non è solo questione di trasferimenti: viene di fatto cancellata ogni autonomia impositiva degli Enti locali; si attacca l’autonomia statutaria, con irragionevoli imposizioni dal centro sugli organismi e le procedure di partecipazione; si colpisce l’autonomia nell’organizzazione delle amministrazioni; soprattutto si impongono regole sul patto di stabilità che penalizzano proprio gli enti locali più virtuosi e impediscono di finanziare opere pubbliche che darebbero risposte importanti ai cittadini e ossigeno alle imprese.
Si procede, insomma sulla strada dei tagli indiscriminati, dell’attacco all’autonomia e alla dignità degli enti locali, delle scelte discrezionali di salvataggio che premiano proprio casi di cattiva gestione del denaro pub-blico. Così facendo si deresponsabilizzano gli amministratori locali, gli si rende impossibile governare, anziché coinvolgerli come parte fondamen-tale della classe dirigente diffusa di questo paese in una necessaria opera di rinnovamento.
Il bilancio è anche un momento di valutazione dell’operato di una am-ministrazione, momento di domande e anche se possibile di risposte chiare.
Qual è quindi il ruolo dei Sindaci?
Diventare grandi esattori con regole e ripartizioni con lo Stato piuttosto rigide, oltre che ipotetiche oppure offrire servizi di qualità ai cittadini e far crescere le città che amministrano.
L’idea del PDL è chiara e mentre si discute dell’Italia e delle Regioni e dei Comuni, mentre si parla di divisioni e di fratture Nord-Sud, loro lavo-rano per un mesto ma inesorabile declino della dimensione territoriale, dello spazio “locale”.
Tanto rivendicato a parole e tanto schiacciato nei fatti!
Basti pensare che il rapporto tra Stato e Amministrazione locali si è completamento ribaltato dagli anni 70 ad oggi : se prima le amministra-zioni locali chiudevano bilanci sui quali interveniva l’Amministrazione Centrale ripianando a pie di lista oggi l’Amministrazione Centrale fa le manovre finanziare operando tagli lineari sulle amministrazione locali senza fare alcuna minima valutazione di merito
E queste scelte vengono direttamente ribaltate sui comuni che sono co-stretti a tagliare su tutto ciò che non sono FUNZIONI FONDAMENTALI: l’assistenza, la cultura, il sociale, il volontariato.
Nel 2011, cosi vengo in maniera diretta alle questioni pisane, il taglio dei trasferimenti diretti sono stimati, come detto dall’assessore Viale in circa 3,6 mln di euro (che diventano circa 7 milioni nel 2012). A questi tagli si sommano poi quelli indiretti, e non ancora completamente quantificabili (in queste ore si voterà anche in Regione), provocati dalle minori risorse trasferite alle Regioni e di conseguenza ai Comuni. Oppure quelli al FUS che toglie al Verdi 300 mila euro, o quelli alla pubblica istruzione e alla cultura che in una città come Pisa pesano e molto.

La legge 121/2010 definisce alcuni tagli da effettuare per “pareggiare” i mancati trasferimenti dallo Stato (missioni 50% della spesa 2009, riduzione gettoni amministratori pari al 7%, rappresentanze e relazioni pubbliche pari al 20%). L’assessore prima ci ha detto chiaramente che, nel caso del Bilancio del Comune di Pisa, apportando queste regole, le minori spese posso essere complessivamente stimate in 300 mila euro, che sono ben lontani dal pareggiare i mancati trasferimenti. Evitiamo quindi di fare demagogia quando si parla di missioni, di incarichi, di indennità come i principali costi della politica. Cosi facendo danneggiamo l’immagine delle istituzioni quali i Comuni che sono le piu prossime ai cittadini e ne subiscono le GIUSTE PRESSIONI indipendentemente dalle PROPRIE RESPONSABILITA’
Negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e nelle dichiarazioni finali di voto in Commissione mi sono convinto ancor di più che abbiamo proposto un ottimo bilancio. Da Rifondazione Comunista al PDL le posizioni sono diametralmente opposte. I primi ci chiedono di non votare oggi questo bilancio in segno di protesta, i secondi, anche attraverso le pagine dei giornali ripetono che tutto ciò è stato possibile solo alla manovra del Ministro Tremonti (e che forse si poteva fare anche prima)

Sono due posizioni cosi troppo lontane per non poter rappresentare completamente la realtà più vera e cioè che sarà possibile approvare oggi questo Bilancio grazie alla sana gestione dei conti pubblici (vedi RISULTATO DELLA CORTE DEI CONTI), alla capacità dei nostri Amministratori e alle scelte fatte negli anni passati:
- La riduzione del debito che dal 2003 ad oggi è passato a 139 milioni a 61 milioni di euro, consentendo al Comune di liberare risorse per 8,8 mln di euro che non vengono più pagati al sistema bancario rimenendo nelle casse comunali
- Il recupero dell’evasione (2 mln di euro nel 2009 e 1,5 mln di euro nel 2010). Continuiamo su questa strada anche nel 2011, anzi lavo-riamo per incrementare l’azione per il recupero dell’evasione e dell’elusione tributaria e tariffaria.
- La destinazione del 100% degli oneri di urbanizzazione a investi-mento;
- La previsione in bilancio di un ammontare per sanzioni al codice della strada corrispondente alla capacità di riscossione;
- La scelta VERA di organizzare la macchina comunale per offrire alla città un ente che GESTISCE MENO e CONTROLLA ci ha dato la possibilità di tenere sotto controllo la spesa del personale. Se cosi non fosse, soltanto dal 205, la spesa sarebbe cresciuta di 4 mln di euro;

QUESTI SONO FATTI INCONFUTABILI E NON SLOGAN ELETTORALI e se oggi siamo qui a discutere e votare un bilancio difficili, ma alla nostra portata, lo dobbiamo prima di tutto alla nostra capacità di governo!
Quella capacità di governo che oltre a consentirci di mantenere in ordine i conti ci consentono di mettere in atto progetti di riqualificazione importanti. Non si può non citare in questa sede
- la valenza dei progetti PIUSS che entro il 2014 cambieranno (in me-glio) il volto del nostro centro storico e che sono stati una gran boccata di ossigeno per molte imprese locali che sono riuscite a mettersi insieme e fare proposte di grande valore, tanto da aggiudicarsi le gare d’appalto.
- Lo spostamento dell’Ospedale a Cisanello (oltre 300 milioni di euro di finanziamenti pubblici, per un ospedale che sarà tra i più grandi d’Europa)
- La prima pietra posata per il Porto di Marina
- Le case per edilizia popolare e convenzionata (24 milioni con fine prevista nel dicembre 2012) nei quartieri CEP e Sant’Ermete;
- Il prgetto sesta porta. Un imponente recupero urbano e un grande servizio intermodale di mobilità che, insieme al People Mover di cui tanto abbiamo parlato nei giorni scorsi, riunirà autobus, treni e ae-rei. L’ennesimo progetto che rende Pisa all’avanguardia in Europa. 32 milioni di euro d’investimenti fatti in completo autofinanziamento.
Risorse da spendere a partire dai prossimi mesi, anche in questo caso con effetto anti crisi. Mi dispiace solo vedere che si è rallentato il pro-cesso in atto con il Ministero della Difesa per la realizzazione del pro-getto Caserme. Su questo cari colleghi del centro Destra è necessario il vostro interessamento. Riqualificare quell’area e concludere il ricon-giungimento con gli spazi lasciati libera dallo spostamento del Santa Chiara sarebbe uno dei piu bei regali in stile federalista che TUTTI INSIEME potremmo fare alla città.
Anche questi sono fatti chiari. Una classe dirigente che sa gestire i conti pubblici e fare scelte difficili e a volte controtendenza (vorrei sottolineare l’ottima valutazione effettuata dalla Corte dei Conti e il rating AA- che per il secondo anno consecutivo ci assegna Fitch). Sicuramente si può fare meglio, sicuramente si può chiedere di più. Ed è quello che facciamo con questo bilancio. Una manovra di bilancio, come già detto difficile. Un bilancio da tenere sempre sotto controllo, che ha dovuto reggersi su alcune priorità a partire dalle quali fare delle scelte, che si possono riassumere in 3 parole chiave:
- EQUITA’: attraverso il mantenimento dei servizi educativi e sociali. Un primo importante segnale lo abbiamo gia dato nell’ultima varia-zione di Bilancio in cui abbiamo destinato 500 mila euro dei 900 mila di avanzo a coprire parte dei tagli indiretti sul sociale. Un altro invece lo stiamo per dare legando l’ISEE con un altro indicatore di benessere che tiene conto anche dei beni mobili registrati (auto, motocicli, natanti). Proposta che anche le opposizioni hanno accolto con molto favore in commissione;
- SOBRIETA’ – che si può articolare in due macrocategorie d’intervento. Da un lato azioni di reali contenimento delle spese di funzionamento (dalla riduzione del debito, alla riduzione di consu-lenze, utenze, fitti passivi e spese organizzative per non dimenticare l’energia ed in particolare il fotovoltaico). Dall’altro il piano di rior-ganizzazione delle aziende pubbliche e l’atto di indirizzo per le società partecipate a totale o a maggioranza di capitale del Comune di Pisa a cui si chiede di migliorare la propria efficenza ed efficacia operando una riduzione del 2% dei costi previsti per personale, incarichi esterni, etc, di non procedere ad aumenti dei compensi stabiliti dagli amministratori e di adottare preventivi regolamenti che individuino le procedure selettive e/o comparative con ogni garanzia di trasparenza al fine di garantire la piu ampia partecipazione di soggetti in possesso delle professionalità previste. Nel caso gli amministratori non rispettino quando richiesto il Sindaco potrà richiedere le dimissioni dello stesso.
Non vi sembra gia questa una svolta epocale? Quanti Comuni hanno avuto il coraggio di fare queste scelte? E questo è solo un primo passo verso uno degli obiettivi di mandato piu importanti. La costituzione di una Holding per la gestione delle partecipazioni del Comune.
- INVESTIMENTI Anche qui si lavora su un doppio binario. Da un lato verrà mantenuto un livello dignitoso di investimenti attaverso una scelta chiara. Tutti gli oneri di urbanizzazione verranno destinati ad opere pubbliche. E dall’altra rafforzamento dell’ufficio patrimonio per consentire una maggiore velocità nell’alienazione dei beni pa-trimoniali previsti all’interno del Piano,rendimento dei beni e evoluzioni delle concessioni . Su questo tema è necessario davvero dare un impulso. Quest’anno è stata una dei pochi ambiti su cui è necessario migliorare. Anche se la crisi non ha aiutato il settore, basta leggere i dati che parlano di un calo del 10% delle vendite di immobili.
Riassumendo quindi la scelta politica che regge questo bilancio è quella di mantenere i servizi alle famiglie e ai cittadini, non toccando istruzione e spesa sociale. Anzi. Pensando anche gli investimenti, utilizzando gli oneri di urbanizzazione
Proprio per questo non aumenteremo nessuna tariffa, con eccezione della Tarsu (che aumentiamo per recuperare 2 anni di inflazione non conteggiata e far fornte al servizio, che per un appartamento di 108 mq è pari a 15 euro circa….RICORDARE OTTIMI RISULTATI SULLE STAZIONI ECOLOGICHE PER DIFFFERENZIATA) e del ticket sui bus turistici. E per dare equità alla manovra, dobbiamo recuperare l’evasione cercando di smascherare ancora di piu i furbetti: lo faremo anche rendendo adeguati i metodi di accertamento utilizzando indicatori di benessere paralleli.
Nel caso riuscissimo a recuperare nuove risorse (in parte già lo faccia-mo nell’odg) è necessario puntare in maniera forte e assoluta su inter-venti straordinari di manutenzione (le buche sono il segno delle diffi-coltà delle Città e ancor di più di una città come Pisa he ha 90 mila abi-tanti e 150 mila persone che la vivono giornalmente), in specialmodo sul litorale e nelle periferie. Riprendo un termine usato dal Consigliere Scaramuzzino “è necessario un PIUSS delle piccole opere”. Sarebbe bello, sarebbe davvero bello trovare la possibilità di trovare finanziamenti per milioni di euro per finanziare tutte le manutenzioni straordinarie: Ad oggi non ci sono, e quindi si procede per PRIORITA’ (che vanno condivise sempre con i CTP di competenza), ma credo che in questo campo bisogna tutti impegnarsi per cercare nuove risorse e razionalizzare i processi in modo da offrire alla città strade piu consone al suo nome.
Su questo tema siamo pronti a confrontarci con tutti e condividere an-che con le opposizioni interessate quali sono le priorità d’ interventi di miglioramento strutturali ed infrastrutturali servono. In luoghi belli e riqualificati si allontana il degrado, la delinquenza, si lavora meglio, si vive piu sereni, si spende piu volentieri. Credo che su questo anche le Opposizioni non possano che essere d’accordo.
Scusatemi per la lunghezza del mio intervento, ma oggi è una giornata importante per la nostra città. Stiamo per votare (forse primi in Italia) un bilancio che darà stabilità alla nostra azione di governo. Una azione di governo che non ha mai segnato una battuta d’arresto, una maggio-ranza che è sempre stata unita nei provvedimenti piu importanti e che oggi chiede alle forze di minoranze piu attente e sensibili di capire l’importanza di questo momento e di valutare con attenzione la propo-sta politica che mettiamo in campo per la città. Noi siamo disponibili a valutare, se servirà prima del consuntivo una variazione di Bilancio che vada nell’ottica di quanto riportato nel nostro odg. Una nuova e ancora maggiore attenzione ai problemi dell’occupazione nel settore del Trasporto Pubblico Locale, alla cultura e al settore sociale. Non perdiamo una bella occasione di dialogo e di dare avvio ad un percorso comune condiviso.
Nel 2011 ce l’abbiamo fatta!
Ma si prospetta un anno di controllo sempre più attento ai conti pubblici per evitare che il Bilancio 2012 (dove i tagli saranno maggiori) sia ancora più difficile e doloroso per i nostri concittadini. Per questo, e mi avvio davvero alla conclusione scusandomi per essere andato un pochino lungo chiediamo a tutti i consiglieri comunali (in particolare ai membri del Direttivo ANCI e ai colleghi del PDL attraverso i loro Parlamentari) di perseguire una battaglia comune per chiedere al Governo che venga rimodulato il patto di stabilità in modo da consentire una ripresa degli investimenti degli enti Locali e da consentire una risposta alle situazioni di emergenza sociale e lavorare da subito ad un odg per richiedere al governo una nuova fiscalità per le città speciali e per le città d’arte.
Facciamolo insieme... facciamolo per la città!


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lunedì 20 dicembre 2010

Ultimo dell'anno a Pisa

Invio a tutti il programma delle iniziative dell’ultimo dell’anno a Pisa. Gli spettacoli avranno inizio a partire dalle ore 18:30 in piazza dei Cavalieri con Max Gazzè. Ci saranno intrattenimento nelle principiali piazze.
A mezzanotte i fuochi d’artificio sui lungarni e dopo la mezzanotte lo spettacolo dei Gatti mezzi in Piazza dei Cavalieri.

Spero che possa essere una bella serata da vivere all’insegna del divertimento e della spensieratezza.

Con l’occasione vi auguro tanti auguri di un sereno Natale ed un felice 2011
Antonio Mazzeo


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Gli Auguri di Natale del Sindaco di Pisa‏

Autorità, signori e signore,questa cerimonia di auguri avviene in un momento particolare per il nostro paese, per le comunità locali, e in particolare per la nostra città e per il Comune, quando siamo a metà del mandato amministrativo, al giro di boa, come si dice.
L'Italia è fra i paesi più a rischio nell'Unione Europea: un rischio incombente, dopo i casi di Grecia e Irlanda e con la situazione difficilissima della Spagna
• Debito e deficit; incremento debole del prodotto interno lordo; declino dell’industria; tasso di disoccupazione in crescita: questa è la realtà
• C’è un indubbio problema di tenuta, come tutta l’Unione Europea mostra un problema di prospettiva, ma purtroppo valgono le specificità italiane
• Un’evasione fiscale da 120 miliardi di euro, l’8 per cento del Pil (dal 12.5 della Lombardia all’85 per cento della Calabria), ci ha ricordato “Il Sole 24 Ore”
• L’economia sommersa che vale il 22 per cento del Pil
• Il costo della corruzione stimato fra i 50 e i 60 miliardi, secondo la Corte dei Conti.
• Mentre per gli studi commissionati da Confesercenti il fatturato delle mafie ammonta a 135 miliardi di euro. (continua nel resto del post)

Non basta. Ci sono dati sulle condizioni di reddito e sociali che non posso essere nascosti
• In Italia, secondo l’ultima ricerca dell’Ires, oltre 15 milioni di lavoratori dipendenti guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese.
• Circa 7 milioni ne guadagnano meno di 1.000 (di cui oltre il 60% sono donne).
• Oltre 7 milioni (63%) di pensionati di vecchiaia o anzianità guadagna meno di mille euro netti mensili.
• La somma fa 29 milioni di italiani in queste condizioni.
• Inutile dire dei riflessi sulle condizioni di vita di molti e sul livello dei consumi.

Come si sa, dopo l’avvento dell’euro e fino alla crisi finanziaria la dinamica dei redditi ha di molto avvantaggiato il lavoro autonomo e in questi anni la forbice fra alti o altissimi redditi e il resto si è aperta a dismisura
• E tutto ciò per i dati ufficiali, anche al netto dell’evasione fiscale.
• Mi domando: non sarà che tutta questa ricchezza privata accumulata nelle mani di troppo pochi alimenti ormai un circuito di rendite, di speculazioni, che non crea ricchezza collettiva?
• E’ una domanda retorica, naturalmente. Perché la crisi che viviamo è soprattutto dovuta a queste ingiustizie redistributive che ormai hanno bloccato l’economia e distruggono ricchezza giorno per giorno.
• Per chi avesse dubbi è consigliabile la lettura dell’ultima enciclica del Papa Benedetto XVI “Caritas in veritate”, che può far testo

Potrei continuare. Potrei citare i differenziali di spesa in formazione o nella ricerca, nella mobilità pubblica – visti i tagli drammatici e contraddittori che si vogliono imporre –, e tanti altri indicatori d’arretratezza e d’ingiustizia.
• Per questo la protesta degli studenti ha molte e forti ragioni e non saranno le violenze di pochi, da condannare senza incertezze, a nascondere questa evidenza.
• Aggiungo solo: attenzione a non alimentare l’esasperazione dei conflitti. Attenzione all’uso prepotente dei mezzi d’informazione, dei telegiornali principali, in primis: perché tutto il paese deve sentirsi rappresentato com’è – nella sua crisi – e non sfigurato in una caricatura mediatica di comodo
• Quella degli studenti è una protesta che rivendica una prospettiva di futuro che così non c’è: si tratta di ascoltarla e di correggere il tiro: investendo sulla formazione pubblica, sull’università e la ricerca – come si fa in Francia e in Germania –, facendo riforme anche profonde, ma nel segno di una rigenerazione e non di una riduzione di diritti sanciti dalla Costituzione e dell’offerta formativa

Non voglio certo dilungarmi. Dico semplicemente che oggi non si può discutere dei conti pubblici, e anche dei nostri conti, di quelli di un comune, del bilancio di una comunità locale, o di federalismo, senza affrontare i grandi nodi politici che stringono il paese e che provocano tanta sottrazione di risorse allo sviluppo e al bene collettivo.
• Perché tutto si tiene, come dimostra l’esempio più virtuoso di altri paesi.
• Difficile pensare una riforma della pubblica amministrazione, delle burocrazie, e mentre s’indebolisce la lotta all’evasione fiscale a garanzia del patto fondamentale di cittadinanza.
• Molto difficile combattere il dilagare delle mafie, la corruzione, l’illegalità e l’evasione fiscale mentre s’indeboliscono i presidi di legalità, si fanno leggi su misura per sfuggire il rigore della giustizia e si fa conflitto aperto verso la magistratura.
• Impossibile creare vero consenso per un federalismo che obblighi a stroncare i vizi endemici di una parte del paese e dia più responsabilità a chi governa, mentre si fa valere il centralismo più pesante per tenere insieme l’inconciliabile, perpetuando di fatto l’immobilismo e sospingendo il paese al declino.
• Molto facile, invece, è stato scatenare egoismi e odi sociali, dove una parte del paese, quella dov’è più forte “l’individualismo proprietario”, teme per la flessione di redditi importanti e un’altra ha paura dei cambiamenti veloci portati dall’immigrazione.
• Cambiamenti che per qualcuno sono il collante di un consenso provvisorio e che per altri sono stati, specularmente, la prova di un distacco grave da sentimenti d’inquietudine di un vastissimo popolo non difficili da comprendere e da rielaborare in positivo.

A Pisa viviamo una situazione economica e sociale ancora dinamica
• Ma non siamo certo un’isola felice, dobbiamo vederci come parte di un sistema
• Potremmo presto soffrire dei tagli alle grandi politiche pubbliche: formazione di base e alta formazione; servizi sanitari specialistici e territoriali
• Già soffriamo per le attività produttive: con alcune crisi specifiche (C Global, Continental); con le difficoltà della cantieristica
• Anche se l’insediamento a Pisa di importanti imprenditori come Balducci di Overmarine e di Codecasa va in controtendenza
• Anche se l’investimento della St-Gobain (92 milioni di euro: nuovo forno e nuova fabbrica, per nuovi prodotti) è uno dei più importanti della Toscana
• Altre iniziative registrano difficoltà per le restrizioni dell’accesso al credito: chiediamo alle banche un’attenzione selettiva e un più forte legame col territorio

Pisa è considerata in Toscana la città con più progetti di sviluppo e con progetti di qualità e di prospettiva
• Quando dico che sono finanziati o già in cantiere progetti per oltre 1000 milioni di euro (un miliardo) non dico un numero a caso
• E non metto in questa somma progetti importantissimi ancora ad uno stadio meno maturo: come il recupero delle tre caserme per costruire quella nuova a Ospedaletto; il recupero dell’area del Santa Chiara; e anche il progetto per fare il nuovo stadio (sul quale registriamo positivamente qualche nuovo interessamento)
• E per il recupero delle caserme devo chiamare in causa i ritardi del Governo, perché il Comune il suo l’ha fatto: varianti urbanistiche e addirittura la progettazione della nuova caserma da realizzare ad Ospedaletto. Aspettiamo e pretendiamo, a ragione, una risposta. Non è la sola che dobbiamo rivendicare dal Governo, purtroppo

Via via la città è più consapevole delle sue potenzialità, lo dicono tanti segnali e anche ricerche d’opinione. Questo è importante, perché ci stiamo facendo valere e dobbiamo farci valere
• Abbiamo conquistato nuovi, aggiuntivi finanziamenti pubblici d’importanza eccezionale per il nostro futuro e per quello della Toscana
• Quelli per i progetti del PIUSS (mi sono permesso di regalare ai presenti il fascicolo della rivista Locus): oltre 40 milioni d’investimenti, 60% dall’Unione Europea.
• Primo cantiere Corso Italia, da fine gennaio-inizio febbraio (e già abbiamo fatto lavori d’importanza storica per i sottoservizi, rispettando i tempi)
• Corrisponde alla ripresa del cantiere per Piazza Vittorio Emanuele, per fare la nuova piazza
• Tutti i cantieri dovranno essere chiusi entro il 2014
• Diversi appalti sono stati vinti da imprese locali: è importante!
• Quelli per il “people mover”: 60 milioni, di cui 27 milioni e 800 mila euro dalla Regione: devo e voglio ringraziare Enrico Rossi per questa scelta
• Previsti per l’aeroporto circa 140 milioni di euro d’investimenti entro il 2015
• Il più la novità dell’alta velocità regionale: Firenze –Pisa in 45-49 minuti! Altre scelta concreta!
• Altro che polemiche stantie
• Quelli per il nuovo ospedale Santa Chiara di Cisanello: oltre 300 milioni di finanziamenti pubblici, per un ospedale che sarà fra i pochissimi più grandi e moderni d’Europa
• L’inaugurazione del nuovo e bellissimo Pronto Soccorso ha fatto capire quanto sia importante questa realizzazione e ho sentito tantissimo orgoglio della città, finalmente
• Voglio ancora ringraziare tutti i protagonisti: Dr. Carlo Rinaldo Tomassini, il Rettore e i loro collaboratori

A Enrico Rossi ho ricordato la necessità di avviare il finanziamento della tangenziale Nord-Est, per cui è ora completata l programmazione urbanistica e si possono fare i progetti esecutivi
• E sono soddisfatto delle scelte chiare di priorità indicate dal presidente della Provincia Pieroni e più volte ribadite dall’assessore Santoni

Ho fatto solo alcuni esempi. Potrei dire delle iniziative private
• Dal litorale al centro storico
• La prima pietra posata per il Porto di Marina
• Il via ai lavori per il centro del Calambrone
• Tanti cantieri aperti, anche in tempi di crisi, grazie ad una collaborazione trasparente fra privati e Comune

Potrei dire dell’edilizia sociale
• Ci stiamo conquistando, grazie alla nostra progettualità, qualcosa come 50 milioni di nuovi investimenti
• Case per chi ha bisogno, agevolazioni per giovani coppie, qualificazioni dei quartieri (come nel caso di Sant’Ermete)
• Risorse da spendere a partire dai prossimi mesi
• Anche in questo caso con effetti anti-crisi, anticiclici, come dicono gli economisti

Voglio dire del progetto “Sesta Porta”
• Un imponente recupero urbano e servizio intermodale di mobilità, presso la Stazione Centrale, da 32 milioni di euro d’investimento
• Fatto completamente in autofinanziamento, senza che il Comune debba investire un euro di suo
• Il cantiere doveva essere già aperto
• Faccio appello alle associazioni del “progetto Rebeldìa” a rispettare i patti e diritti della collettività, con un Comune che si è dimostrato generoso, e a valutare positivamente, anche in via transitoria, l’offerta di spazi aggiuntivi per attività giovanili e studentesche che abbiamo fatto insieme a Provincia, Università e Azienda per il Diritto allo Studio
• Va rispettata la scelta democratica fatta dal Consiglio comunale e la nostra comunità non dev’essere costretta a pagare prezzi di un’attesa immotivata e non giustificata

Insomma, sono fatti, quelli che ho ricordato parlano da soli (piuttosto esemplari, direi, nella situazione del nostro paese di cui parlavo all’inizio)
• Sono il segno di una classe dirigente cittadina ancora coesa ed operosa
• Perciò gli auguri sono anche un mio ringraziamento per tanti e, naturalmente, un ringraziamento a chi ha collaborato con me da vicino: gli assessori e la struttura del Comune, ai consiglieri comunali, ai Consigli territoriali di partecipazione di recente insediamento
• Non si farebbero tante cose senza un Comune che funziona
• Si deve far meglio, ma non partiamo certo da zero

Così siamo arrivati a fare il Bilancio, che anche quest’anno vogliamo approvare entro Natale, per dare un segno di stabilità, per partire a pieno regime dal 2 gennaio (saremo fra i pochissimo comuni pronti a farlo)
• Un bilancio difficile: con un taglio di 4,3 milioni di euro
• Abbiamo protestato anche in modo pittoresco, per farci capire
• In soli cinque anni la dipendenza dei bilanci dei comuni dal centro è passata dal 40 al 60%
• E si continua a tagliare sui comuni, dunque sulle comunità locali
• Non si taglia sui ministeri e sulla spesa centrale (cattivi esempi: L’Aquila, La Maddalena…)

Una scelta netta: salvaguardare i servizi per le famiglie e non gravare sulle piccole imprese commerciali
• Niente aumenti di tariffe
• Scelta sui servizi sociali: 500 mila euro (più manutenzioni)
• Si può fare perché i conti del Comune sono sani: Rating e Corte dei Conti
• Diminuzione del debito
• Recupero dell’evasione
• Tutti gli oneri d’urbanizzazione sugli investimenti
• Diminuzione dei costi per il personale
• Però tagli e sofferenze (manutenzioni e cultura, per esempio)
• Si tocca solo la Tarsu e il ticket per i bus turistici

Si propongono azioni strategiche nel Bilancio
• Passaggio a regime della Riorganizzazione della struttura comunale
• Piano strategico: allargamento del raggio d’azione delle società SEPi e PisaMo, compiti della Navicelli S.p.A, evoluzione del sistema di gestione dei trasporti pubblici locali in Toscana e scelte conseguenti (già firmato il Protocollo d’intesa)
• Istituzione della Holding per la gestione delle partecipazioni del Comune
• Atto d’indirizzo per le aziende partecipate (già dentro la proposta di Bilancio)
• Piano di valorizzazione del patrimonio del Comune (alienazioni; rendimento dei beni; evoluzione delle concessioni)
• Nuovo sistema di promozione delle sponsorizzazioni (a partire dal finanziamento del Giugno Pisano 2011)
• Piani di risparmio: energia, fotovoltaico, ecc.
• Gestione dei servizi e delle iniziative culturali, nuova missione della Fondazione Teatro di Pisa

Da proporre:
• Nuova fiscalità per le città d’arte e le “città speciali” (gruppo di lavoro; iniziative)

Lotta alle buche nelle strade, manutenzioni, arredo urbano
• Maggiore impegno, certo
• Il Governo costringe le città al degrado: Pisa, Firenze, Roma
• Investimenti da farsi necessariamente per priorità, dunque
• Monitoraggio più accurato e responsabilità dei dirigenti e della struttura (del Comune, di Pisamo e delle aziende preposte)
• Partecipazione dei cittadini e visibilità delle opere e dell’avanzamento dei lavori

Grandi eventi culturali e turismo
• Le cose nuove realizzate
• L’esempio di ottobre: offerta mai vista
• Le promesse dell’altr’anno
• Pisa-Lucca (i due comuni e Sat)
• Protocollo sui grandi eventi (pubblicizzazione, bus, alberghi)

Patto comunitario per lo sviluppo e la qualità sociale
• Esempi: Asilo Sat; Ospedaletto: area industriale; Caritas: servizi per gli indigenti
• La Chiesa Pisana, un esempio di sussidiarietà: la celebrazione per Don Aldo Armani e il valore delle opere dei parroci e di tanti volontari
• La città ha ancora un ricco tessuto comunitario
• Dobbiamo avere l’obiettivo di dare sempre maggiori vitàlità e coesione alla nostra comunità: questo dev’essere l’obiettivo di tutti, ognuno per le proprie responsabilità

• Grazie d’essere intervenuti, in una giornata particolare, in mezzo a tanti disagi provocati dalla neve.
• Auguri di cuore a tutti! Buon Natale, buone festività e un anno nuovo che sia sereno e prospero per la nostra città 


Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa


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Martedi 21 dicembre ore 21.15 presentazione del Libro Miss Uragano di Paolo Ciampi‏

Martedì 21 dicembre 2010 a Pisa (Stazione Leopolda, Sala Convegni) alle ore 21.15 si svolgerà la presentazione del libro “Miss Uragano” di Paolo Ciampi.
Intervengono: Federico Gelli, Giulio Nardinelli, Paolo Ciampi. Coordina: Andrea Ferrante.
Partecipiamo numerosi.

Al termine dell’iniziativa ci vediamo al living BAR per un brindisi e lo scambio di auguri natalizio

Antonio


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venerdì 17 dicembre 2010

Pubblico volentieri sul mio blog gli auguri natalizi di Ermete Realacci‏


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Importanti scelte in Consiglio Comunale ieri. Stop alla proliferazione di piccoli esercizi di somministrazione in centro‏

Ieri Consiglio comunale importante. Abbiamo approvato la variante al Piano strutturale e al Regolamento urbanistico che consentirà di realizzzare il "people mover", la navetta veloce fra aeroporto e stazione (oltre 60 milioni di euro d'investimenti). Poi abbiamo cambiato il Regolamento edilizio per evitare la proliferazione di piccoli esercizi di somministrazioni di bevande in centro e in zona stazione Infine abbiamo continuato nella riorganizzazione della macchina comunale...trasferendo a Pisano alcune funzioni di mobilità e viabilità per rafforzare un ente che PROGRAMMA e CONTROLLA sempre di più e GESTISCE sempre di meno!
E martedi e mercoledi si proverà a votare il Bilancio, tra i primi in Italia!


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Un bilancio difficile: votarlo a dicembre è un grande risultato per la nostra comunità

Ecco la lettera che ho scritto come Presidente IV Commissione Consiliare Permanente

Martedi della prossima settimana il Comune di Pisa dovrebbe approvare (uno dei primi Comuni in Italia) il Bilancio 2011, dopo un lungo iter in IV commissione (che ieri ha dato parere positivo) affrontato da tutti in maniera seria e responsabile, durante il quale sono stati prodotti una serie di emendamenti che saranno discussi in consiglio comunale. Colgo quindi l’occasione per porre un sentito ringraziamento a tutti i membri della commissione e al personale tecnico amministrativo che ci ha supportato.Un vero e proprio record se si considera la portata dei tagli diretti che il Governo Nazionale ha apportato con la L 122/2010 , che ad oggi sono stimati in circa 4 mln di Euro (che diventeranno 7,2 mln di euro nel 2012), e quelli indiretti, e non ancora completamente quantificabili (provocati dalla minori risorse trasferite dalle Regioni, quelli al FUS che riduce le risorse al Teatro Verdi circa 300 mila euro, quelli alla pubblica istruzione , ecc.) che in una città come Pisa pesano e molto. Un taglio pari al 12% dei trasferimenti, mentre non si fa nulla per ridurre sprechi e clientelismi governativi. Ma non è solo questione di trasferimenti; nel 2008 è stata ridotta sostanzialmente l’autonomia impositiva degli enti ed è stata bloccata la leva fiscale e con la manovra di quest’anno si inaspriscono ulteriormente le regole sui patti di stabilità che penalizzano gli enti più virtuosi (come il Comune di Pisa, vedi Relazione della Corte dei Conti a seguito di approfondimenti effettuati lo scorso anno) e rendendo difficile il finanziamento delle opere pubbliche che darebbero risposte importanti ai cittadini e ossigeno alle imprese (continua nel resto del post).
La stessa legge 122/2010 definisce alcuni tagli per pareggiare i mancati trasferimenti dallo Stato (ridurre del 50% rispetto al 2009 le missioni, del 7% i gettoni degli amministratori, del 80% le spese di rappresentanza e relazioni pubbliche). Queste minori spese possono essere complessivamente stimate in 300 mila euro., ben poca cosa rispetto al taglio dei trasferimenti dallo Stato.

Un lettore attento si domanderebbe quindi come è stato possibile riuscire in soli pochi mesi a recuperare i 4 milioni di euro e proporre ai cittadini un bilancio che si basa su tre parole chiave: EQUITA’, SOBRIETA’ e MANTENIMENTO DEI SERVIZI . Tutto ciò è stato possibile grazie alla sana gestione dei conti pubblici, alla capacità dei nostri amministratori e alle scelte fatte negli ultimi anni:
- La riduzione del debito che dal 2003 ad oggi è passato a 139 milioni di euro a 64 milioni di Euro, consentendo al Comune di Liberare risorse, dal 2003 al 2011 per quasi 11milioni di euro;
- La scelta reale ed operativa di organizzare la macchina comunale per offrire alla città un ente che gestisce meno e controlla di più ci ha consentito di tenere sotto controllo la spesa di personale
- Il recupero dell’evasione (2 milioni di euro nel 2009 e 1,5 milioni di euro nel 2010)
- La destinazione del 100% degli oneri di urbanizzazione a investimenti (molti altri comuni invece per far reggere il bilancio utilizzando parte degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente, x esempio Milano utilizza il 7,4% degli oneri pari a circa 175 milioni di euro)

Grazie a quanto appena riportato abbiamo potuto predisporre una proposta di Bilancio che , visto il momento di crisi, consenta di mantenere i servizi alle famiglie e ai cittadini, non toccando istruzione e spesa sociale per quanto di competenza del Comune. Per questo non aumenteremo nessuna tariffa ad eccezione della Tarsu (che avremmo fatto volentieri a meno di aumentare se non ci fossero stati i tagli governativi),che per una famiglia che ha un’abitazione di 108 mq si limiterà a 15 euro; la tariffa rimarrà comunque più bassa di altre di comuni similari. Una proposta che anche con sforzi e sacrifici (va monitorata costantemente e con attenzione) risulta coerente con le scelte strategiche dell’area pisana e con la consapevolezza di questa città che a fronte di 89 mila residenti eroga servizi per 150 mila che a vario titolo la vivono.
Offriamo alla città un bilancio che non è puramente ragionieristico, ma confermiamo la forte caratterizzazione sociale e sui servizi alle famiglie; con l’ultima variazione di bilancio 2010 abbiamo stanziato 500.000 per tamponare i tagli indiretti alla società della Salute.
Nel 2011 ce l’abbiamo fatta! Ma si prospetta un anno di controllo sempre più attento ai conti pubblici per evitare che il Bilancio 2012 (dove i tagli saranno maggiori) sia ancora più difficile e doloroso per i nostri concittadini. Per questo chiediamo a tutti i consiglieri comunali (in particolare ai membri del Direttivo ANCI e ai colleghi del PDL attraverso i loro Parlamentari) di perseguire una battaglia comune per chiedere al Governo che venga rimodulato il patto di stabilità in modo da consentire una ripresa degli investimenti degli enti Locali e da consentire una risposta alle situazioni di emergenza sociale.


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