Ottima l’uscita del Sindaco Filippeschi sulle pagine del Tirreno (che trovate nel resto del post). Noi abbiamo proposto e approvato un odg in Consiglio Comunale in cui chiedere al Governo di considerare una nuova fiscalità per città a forte attrazione turistica come Pisa. Tutti i comuni come Pisa dovrebbero farlo: ha poco senso fare richieste singole!
Un abbraccio
A.
Articolo di Marco Filippeschi sul tirreno del 27 dicembre
In Toscana, regione simbolo del turismo, si discute sulla cosiddetta tassa di scopo per finanziare attività e infrastrutture di promozione e per una migliore accoglienza. Che sta accadendo? Il governo e la sua maggioranza parlamentare hanno consentito al Comune di Roma l’introduzione di una «tassa di soggiorno» e il sindaco Alemanno, in difficoltà per i conti particolarmente difficili della Capitale, ha subito colto questa possibilità; non c’è andato leggero. Ha previsto un contributo giornaliero dai 3 ai 10 euro a notte, a seconda della categoria dell’albergo. In realtà le città con caratteristiche turistiche da anni rivendicano una fiscalità speciale, perché di certo i turisti portano ricchezza importantissima, ma accrescono in modo esponenziale il bisogno di investimenti e di azioni pubbliche, che i comuni devono finanziare con il contributo indistinto di tutti i cittadini. Faccio l’esempio di Pisa. Tre milioni di biglietti venduti solo in Piazza dei Miracoli, per oltre il doppio di turisti che la visitano; 4 milioni di passeggeri dell’Aeroporto; 18 milioni che transitano dalla Stazione ferroviaria; poi il turismo balneare del Litorale pisano (con una popolazione che lì quintuplica per due-tre mesi); per non dire del resto: 58mila studenti iscritti all’Università; tutti i centri di ricerca; oltre 6 milioni di passaggi nell’Ospedale; e poi il Parco Naturale, il Centro Ippico, le Terme e la Certosa e tant’altro. Per dare l’idea: Pisa produce ogni anno rifiuti urbani per 150mila abitanti equivalenti, ma i residenti che pagano le tasse comunali sono 91 mila! Queste sono le contraddizioni che vivono le città d’arte, sedi di grandi servizi di carattere metropolitano. Per questo, con le riforme del federalismo, chiediamo la possibilità di applicare «tasse di scopo», cioè di avere contributi aggiuntivi specifici e strettamente finalizzati, vincolati, che possano aiutare a dare risposte, con i sindaci e i consigli comunali che se ne prendano la responsabilità e siano misurati nei risultati dai cittadini. Per fare promozione, pulire meglio le zone sotto maggiore pressione, fare parcheggi e mobilità pubblica, sistemare strade e marciapiedi dove i flussi sono maggiori. Per attuare i Piani di gestione del Patrimonio Unesco: ad esempio, il complesso monumentale di Piazza dei Miracoli e le aree circostanti sono classificati così. E si deve sapere che non un centesimo di euro, oggi, viene al Comune dalle entrate della Piazza, che vanno all’Opera Primaziale per la cura dei monumenti e delle attività il circoscritte. Ecco dunque perché siamo così interessati. Ma il governo e alcune città non perseguono buone politiche, purtroppo. A Roma Alemanno va per conto suo, creando scompiglio nelle categorie. La ministra Brambilla, dopo aver consentito ilhttp://www.comune.pisa.it/sindaco/wp-content/uploads/2010/12/piazza1-300x154.jpgprovvedimento su misura per la Capitale, ora si straccia le vesti. Mentre il sindaco di Firenze Matteo Renzi, invece di fare gioco di squadra, apre una trattativa con Berlusconi; che, bisognoso di interlocutori, lo invita a pranzo nella sua villa… – per una misura che riguarderebbe solo la sua città. Poi Berlusconi, a briglia sciolta a Matrix, promette un intervento per Firenze e Venezia, come quello per Roma. Eh no, dico io: la Torre pendente vale quanto la cupola del Brunelleschi o il Colosseo. Chi può darmi torto? Ho aggiunto: «non subiremo una discriminazione». La «tassa di scopo» deve valere per tutte le città di grande turismo, non solo per alcune. Non sarà difficile stabilire un criterio di giustizia, omogeneo, selettivo, fondato sui numeri dei flussi annuali rapportati alla popolazione residente, per esempio. Concertando con sindaci e rappresentanze delle imprese interessate. Chi propone, in alternativa, la devoluzione alle città turistiche di una percentuale dell’Iva ci trova molto attenti. Certo, sarebbe meglio inquadrare ogni misura nel federalismo municipale. Benissimo, però, se verranno provvedimenti accelerati: li chiediamo da tempo. Anche solo un euro (o mezzo) versati da chi accogliamo – che non avrebbero riflessi sui bilanci di un’attività – ai comuni come il mio darebbero ossigeno e consentirebbero investimenti per migliorare accoglienza e immagine della città. Comunque sia, è bene che si sia riaperta una discussione. Noi sindaci che poniamo problemi veri in modo corretto e propositivo di certo non andremo a pranzo nella villa di Arcore, ma di sicuro faremo valere le nostre fortissime ragioni nell’interesse dell’economia turistica e delle nostre comunità.
di Marco Filippeschi Sindaco di Pisa e Presidente Nazionale di Legautonomie
pubblicato su “Il Tirreno” del 27 dicembre 2010; pag 1 e pag 8.
Articolo di Marco Filippeschi sul tirreno del 27 dicembre
In Toscana, regione simbolo del turismo, si discute sulla cosiddetta tassa di scopo per finanziare attività e infrastrutture di promozione e per una migliore accoglienza. Che sta accadendo? Il governo e la sua maggioranza parlamentare hanno consentito al Comune di Roma l’introduzione di una «tassa di soggiorno» e il sindaco Alemanno, in difficoltà per i conti particolarmente difficili della Capitale, ha subito colto questa possibilità; non c’è andato leggero. Ha previsto un contributo giornaliero dai 3 ai 10 euro a notte, a seconda della categoria dell’albergo. In realtà le città con caratteristiche turistiche da anni rivendicano una fiscalità speciale, perché di certo i turisti portano ricchezza importantissima, ma accrescono in modo esponenziale il bisogno di investimenti e di azioni pubbliche, che i comuni devono finanziare con il contributo indistinto di tutti i cittadini. Faccio l’esempio di Pisa. Tre milioni di biglietti venduti solo in Piazza dei Miracoli, per oltre il doppio di turisti che la visitano; 4 milioni di passeggeri dell’Aeroporto; 18 milioni che transitano dalla Stazione ferroviaria; poi il turismo balneare del Litorale pisano (con una popolazione che lì quintuplica per due-tre mesi); per non dire del resto: 58mila studenti iscritti all’Università; tutti i centri di ricerca; oltre 6 milioni di passaggi nell’Ospedale; e poi il Parco Naturale, il Centro Ippico, le Terme e la Certosa e tant’altro. Per dare l’idea: Pisa produce ogni anno rifiuti urbani per 150mila abitanti equivalenti, ma i residenti che pagano le tasse comunali sono 91 mila! Queste sono le contraddizioni che vivono le città d’arte, sedi di grandi servizi di carattere metropolitano. Per questo, con le riforme del federalismo, chiediamo la possibilità di applicare «tasse di scopo», cioè di avere contributi aggiuntivi specifici e strettamente finalizzati, vincolati, che possano aiutare a dare risposte, con i sindaci e i consigli comunali che se ne prendano la responsabilità e siano misurati nei risultati dai cittadini. Per fare promozione, pulire meglio le zone sotto maggiore pressione, fare parcheggi e mobilità pubblica, sistemare strade e marciapiedi dove i flussi sono maggiori. Per attuare i Piani di gestione del Patrimonio Unesco: ad esempio, il complesso monumentale di Piazza dei Miracoli e le aree circostanti sono classificati così. E si deve sapere che non un centesimo di euro, oggi, viene al Comune dalle entrate della Piazza, che vanno all’Opera Primaziale per la cura dei monumenti e delle attività il circoscritte. Ecco dunque perché siamo così interessati. Ma il governo e alcune città non perseguono buone politiche, purtroppo. A Roma Alemanno va per conto suo, creando scompiglio nelle categorie. La ministra Brambilla, dopo aver consentito ilhttp://www.comune.pisa.it/sindaco/wp-content/uploads/2010/12/piazza1-300x154.jpgprovvedimento su misura per la Capitale, ora si straccia le vesti. Mentre il sindaco di Firenze Matteo Renzi, invece di fare gioco di squadra, apre una trattativa con Berlusconi; che, bisognoso di interlocutori, lo invita a pranzo nella sua villa… – per una misura che riguarderebbe solo la sua città. Poi Berlusconi, a briglia sciolta a Matrix, promette un intervento per Firenze e Venezia, come quello per Roma. Eh no, dico io: la Torre pendente vale quanto la cupola del Brunelleschi o il Colosseo. Chi può darmi torto? Ho aggiunto: «non subiremo una discriminazione». La «tassa di scopo» deve valere per tutte le città di grande turismo, non solo per alcune. Non sarà difficile stabilire un criterio di giustizia, omogeneo, selettivo, fondato sui numeri dei flussi annuali rapportati alla popolazione residente, per esempio. Concertando con sindaci e rappresentanze delle imprese interessate. Chi propone, in alternativa, la devoluzione alle città turistiche di una percentuale dell’Iva ci trova molto attenti. Certo, sarebbe meglio inquadrare ogni misura nel federalismo municipale. Benissimo, però, se verranno provvedimenti accelerati: li chiediamo da tempo. Anche solo un euro (o mezzo) versati da chi accogliamo – che non avrebbero riflessi sui bilanci di un’attività – ai comuni come il mio darebbero ossigeno e consentirebbero investimenti per migliorare accoglienza e immagine della città. Comunque sia, è bene che si sia riaperta una discussione. Noi sindaci che poniamo problemi veri in modo corretto e propositivo di certo non andremo a pranzo nella villa di Arcore, ma di sicuro faremo valere le nostre fortissime ragioni nell’interesse dell’economia turistica e delle nostre comunità.
di Marco Filippeschi Sindaco di Pisa e Presidente Nazionale di Legautonomie
pubblicato su “Il Tirreno” del 27 dicembre 2010; pag 1 e pag 8.
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