venerdì 31 luglio 2009

Serata a casa Rosano...un bel gruppo sta crescendo‏

Serata indimenticabile ieri nella esclusiva dimora del lucanissimo Piero Rosano; ad accompagnarlo, oltre a tanti “brigantini” sopraggiunti da tutta Pisa, anche tante ottime vivande e un superbo vino direttamente dalle “Cantine de Rosa” in quel di Barile, dove cresce il vitigno Aglianico del Vulture. Ad allietare la serata, l’omofonia cadenzata da brindisi in cui tutti i presenti si sono cimentati, dimostrando di essere veraci lucani.

Cospicua la presenza di giovani, che hanno traghettato in allegria la serata sino alla fine. Nessuno tuttavia potrà mai dimenticare gli aforismi, talvolta dialettali, che ancor riecheggiano, del giudizioso ed assennato Leonardo Dicuio, che, abile seduttore delle folle, ha rievocato i momenti più belli della sua picaresca gioventù. Antonio Mazzeo ha fatto un bilancio della sua attività sinora svolta coi giovani a Pisa, evidenziando aspetti positivi, elementi da migliorare e prospettive future da coltivare con noi ragazzi. Complimenti anche ai cuochi, che si sono prodigati magnificamente affinché il banchetto fosse ben imbandito e gustoso.

“…e a mò di serenata queste righe dedichiam a questa splendida serata…”

Aldo-Francesco-Piero




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giovedì 30 luglio 2009

Troppa differenza tra emulamenti dei politici e dei dirigenti‏

Care amiche /i, prima delle meritate vacanze estive, per dovere di cronaca e perché credo che la trasparenza sia fondamentale per un buon governo della città e per mantenere vivo il rapporto con i cittadini, pubblico l’articolo della Nazione che riporta i compensi degli amministratori e dei dirigenti comunali.

Credo che la differenza tra gli emulamenti dei politici e quella dei dirigenti sia eccessiva.
Che ne pensate?

Antonio


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PD/TOSCANA: E' FRAGAI IL CANDIDATO DELLA MOZIONE FRANCESCHINI

di Giambattista Fittipaldi

La mozione Franceschini ha deciso: avrà un suo candidato alla segreteria regionale toscana e sarà Agostino Fragai. Si è tentato in tutte le maniere di giungere ad una candidatura unitaria intorno al nome di Andrea Manciulli per la guida regionale del partito, qualora l'attuale segretario si fosse dimostrato più svincolato dalla mozione Bersani e vicino alle altre tesi. Alla fine non è stato trovato nessun accordo, e in più la riunione è stata disertata dagli esponenti della mozione Marino, che per la segreteria del Pd Toscano presentano Simone Siliani, ex assessore comunale di Firenze ed ex presidente del Consiglio regionale.

Quindi al pomeriggio viene scelta una nuova candidatura, che sancisce un atto di pluralismo democratico e di onestà politica e intellettuale, capace di incarnare la solidità del partito ma anche la capacità di innovazione e partecipazione. L’assemblea pomeridiana alla Casa della Cultura di Firenze, alla quale hanno partecipato circa 300 persone, ha registrato la candidatura di Agostino Fragai, assessore regionale alla partecipazione e gia' segretario toscano dei Ds, a segretario regionale del Pd della Toscana. Appena dopo la sua "acclamazione", è partita la raccolta delle firme a sostegno della sua candidatura.

Adesso supportiamolo tutti!!! Solo con il nostro impegno è possibile creare davvero un Partito nuovo

Io ci sono

Giambattista


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mercoledì 29 luglio 2009

LE ALI E LE RADICI DEL PD

di Valentina Settimelli, Partito Democratico Pisa

La Festa del Pd di San Giuliano è stata molto utile e anche molto bella. Una festa importante, per iniziare ad ascoltare davvero le piattaforme politiche e le idee messe in campo dai leader nazionali del Partito Democratico. Differenze, riflessioni simili, idee e valori portanti, il tutto ben condito da buonissimi interventi, di politici di professione che sanno parlare alla loro gente e riempire le platee. Sono state serate interessanti che almeno a me hanno permesso di decidere quale piattaforma sostenere in vista del Congresso e delle Primarie, ritenendo tutti i candidati e le loro mozioni più che valide e serie.

La ricchezza del Partito Democratico è questa, e la si sta vedendo in questa occasione. Un partito fatto di uomini e di donne con idee e con passione politica. Non vedo negativamente la presenza di visioni anche differenti , il confronto è fondamentale e deve essere visto come un’opportunità. Alla fine poi il segretario sarà uno e sarà il segretario di tutti, in un partito in cui spero si possa sperimentare convintamente un sistema semplice e democratico: il voto sulle questioni. Ne usciranno posizioni maggioritarie che saranno quelle con cui potremo parlare al Paese senza conflittualità o schizofrenie. Un partito in cui si vota e si decide a maggioranza è un partito sano e moderno. Il partito che mi piacerebbe fosse il PD.

Il confronto congressuale sarà un momento importante e di rilancio se sapremo viverlo senza guerriglie interne, senza guardare a chi sostiene un candidato diverso dal nostro con negatività, senza essere troppo duri gli uni con gli altri. Se sapremo discutere, anche animatamente, dei temi che ci stanno a cuore e dell’idea di partito che sentiamo più nostra, ma consapevoli del fatto che siamo tutti dentro lo stesso grande progetto sarà un buon congresso. In caso contrario sarà un punto a nostro sfavore che non possiamo permetterci.

La mia scelta è per il sostenere il segretario uscente Franceschini. Una scelta personale e spontanea che mi viene direttamente dal cuore e dal mio modo di vedere e vivere la politica. Non nasce che dall’apprezzamento per il lavoro fatto da Franceschini, nell’affrontare e tenere saldo il Partito in questi mesi, e dalle cose concrete che propone.

La mia storia viene dai Democratici di Sinistra, inizia in modo forte con Piero Fassino e il suo modo onesto e fermo di fare politica. Continua oggi con Franceschini e con la voglia di vedere veramente fino in fondo concretizzarsi l’idea del Pd come l’ho sognata quando ho deciso di farne parte.

La cosa che più ho temuto in questi mesi è che per primi i nostri dirigenti nazionali non credessero nel PD: vedevo un costante tentativo di voler tornare indietro ai partiti di partenza. Mi sono più volte ripetuta che se per primi loro non ci credono è davvero dura farci credere i nostri cittadini e i nostri elettori. Poi ho capito che mi sbagliavo ascoltando le parole di Franceschini, dove ho trovato la piena determinazione a fare questo partito e a farlo nel 2010, con tutte le positività e le negatività che il nostro tempo ci pone davanti.

La casa comune di tante persone, ognuna con la sua storia certo, come io ho la mia. Storie politiche, culturali e personali spesso diverse e talvolta lontane ma che hanno il comune obiettivo di volersi incontrare nell’oggi e per il futuro. Ecco perché auspico che questi mesi che ci separano dai Congressi dei Circoli e dalle Primarie siano vissuti con serenità e con la consapevolezza che il confronto e anche la diversità arricchiscono, e non devono essere ridotti o trasformati in faide o fazioni l’un contro l’altra armate.

Fare un partito è una cosa seria che richiede un alto senso morale e grande senso di responsabilità, umiltà e coraggio. Che richiede essere aperti, accoglienti, pronti ad affrontare le nuove sfide e a rispettare idee e scelte di tutti quelli che si riconoscono nel comune progetto di un partito grande e plurale.

Alla fine di questo breve ma complesso percorso avremo un segretario, che sarà il segretario di tutti, e che avrà il difficile ma stimolante compito di dare a questo partito le ali aperte e i piedi forti saldi sul terreno. Capacità di radicarsi, di fare dei Circoli e dei militanti iscritti le sue basi solide, e capacità di volare più in alto, con l’ambizione di essere un partito fatto di tutte le donne e gli uomini che credono nell’uguaglianza, nella legalità, nella giustizia sociale, e in tutti gli altri valori portanti di un partito di centrosinistra.

Se sapremo fare questo avremo accanto a noi, in questa strada piena di cose da fare, tanta gente, che ancora spera e vuole credere in una politica migliore, e tanti giovani che ci daranno la loro fiducia.


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martedì 28 luglio 2009

Le primarie sono fondative per il PD‏

Qui di seguito un estratto dall'intervista che Federico Gelli – Vicepresidente della regione ha rilasciato all'Unità, domenica 26 luglio e che io condivido totalmente!

Voi cosa ne pensate?

Un salutone
Antonio


INTERVISTA A FEDERICO GELLI – UNITA’ 26 Luglio.

"Le scelte le devono fare i cittadini, non i partiti o le loro correnti. E ' attorno a questa convinzione che ho deciso di sostenere Dario Franceschini nella corsa alla segreteria nazionale. Perchè ritengo che dal PD, che è nato con le primarie e che vivrà con le primarie, non si debba tornare indietro.

Perché ha questo timore?
Perché nella mozione Bersani si prospetta un partito tradizionale, vecchio stampo, fatto di iscritti. Franceschini invece propone un partito di iscritti ed elettori. al Pd non possono bastare le tessere, abbiamo bisogno del consenso dei cittadini. Anche di quelli che non vogliono impegnarsi a tempo pieno in politica, ma che vogliono essere chiamati a decidere nelle scelte chiave del partito. Sta qui la radice del bipolarismo che dobbiamo difendere.

In che senso?
Nel senso che devono essere i cittadini a scegliere chi li governerà a partire dalla selezione dei candidati con le primarie. Ecco perché il segretario del Pd, scelto con le primarie dagli elettori, è anche il candidato premier in pectore. Perché poi i cittadini sceglieranno uno dei due poli. Invece lo schema di Dalema e Bersani è tripolare. C'è un centro che poi decide con chi stare. E le alleanze e i governi si fanno dopo le elezioni. In questo modo il premier è scelto dalle segreterie dei partiti e non dagli elettori. E' questo il "tornare indietro" che dobbiamo evitare.

Insomma le primarie per lei sono irrinunciabili?
Sì, ma lo dovrebbero essere per tutto il Pd. Basti pensare a quanta partecipazione e quanto entusiasmo hanno prodotto in questi anni. Senza la spinta delle primarie il Pd non ci sarebbe. Perchè certamente non sarebbe bastata la somma dei due gruppi dirigenti dei partiti che lo hanno fondato. ora il Pd deve diventare più protagonista. Anche in Toscana. Non deve stare a guardare ma disegnare un modello per il futuro della nostra regione e spendersi per realizzarlo.

Il suo nome è tra quelli considerati in corsa per la candidatura a presidente della Regione. Ritiene che le primarie vadano usate anche per le regionali?
Non so se sarò uno dei possibili contendenti. Lo vedremo al momento opportuno. Quello che so con certezza è che il candidato alla Presidenza della Regione non potrà essere scelto in accordi di corridoio di partiti, né da correnti o da maggioranze di un partito. Andrà scelto dai toscani attraverso le primarie.

E sulle alleanze che cosa propone? Rifare l'unione? Allargarla all'UDC?
Le alleanze si fanno sui contenuti, quelle fra sigle non mi piacciono. Quindi facciamo un programma sulle cose da fare e vediamo chi lo condivide. Più sono, meglio è. Questa è "vocazione maggioritaria". Anche perché fin qui spesso sulle scelte fondamentali abbiamo sudato sette camicie con i nostri alleati. In questa legislatura spesso avevamo il freno a mano tirato. Non ce lo possiamo più permettere. La Toscana, vista anche la crisi che c'è, non se lo può più permettere. Su alcune scelte di fondo come i servizi pubblici non possiamo più avere atteggiamenti timidi. Questo non vuol dire avere pregiudizi verso gli alleati di centrosinistra o verso l'Udc, ma vedere se sono d'accordo sulle cose che proponiamo. E anche se dall'udc segnali positivi fin qui non ne sono mai venuti, se poi condivide il programma, perché no?

Veniamo al congresso regionale. Sosterrete Manciulli?
Io sono fiducioso che si possa arrivare ad un accordo unitario. Ma dovrà essere un vero accordo. Non sarà possibile una falsa intesa in cui si sta assieme perché non si sceglie e non si decide nulla. Se poi non ci saranno le condizioni per questa intesa presenteremo un altro candidato. Però vorrei che in quel caso non si cominciasse ad additarci come quelli che spaccano il partito, che dividono. Del resto anche il confronto sui nomi è democrazia. O no?"


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lunedì 27 luglio 2009

Un anno di governo di Pisa: ottimi risultati per una città che cresce con l'innovazione‏

Care amiche/amici,

segnalo che sul sito Internet del Comune di Pisa (http://pisainformaflash.comune.pisa.it/portal/it/notizie/dettaglio.html?nId=3142) sono pubblicato i documenti relativi all’iniziativa di lunedì scorso “L’impegno per la città. Resoconto di un anno di governo”.

In particolare sono scaricabili:

- il resoconto integrale delle cose realizzate o in corso di realizzazione

- l’opuscolo con le slides riassuntive

- la brochure “Pisa città speciale” che riassume numeri, qualità e prospettive della città

Inoltre è visibile il video di una intervista al Sindaco Marco Filippeschi.
Per qualunque info contattatemi.

Di cose ne abbiamo fatte tante…ed i risultati iniziano a vedersi...

Un abbraccio

A


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sabato 25 luglio 2009

Scienza e fede: Galileo sale in cattedra

Nel Duomo di Pisa confronto tra monsignor Ravasi e il professor Amaldi sul rapporto tra fede e scienza… sulle orme di Galileo Galilei

di Fabio Vitucci (da La Perfetta Letizia)

Galileo Galilei e il suo pensiero su scienza e fede sono stati i grandi protagonisti dell’incontro-dialogo tra monsignor Gianfranco Ravasi e il professor Ugo Amaldi nella cattedrale di Pisa, in occasione dei festeggiamenti per l’Anno internazionale dell'Astronomia, indetto dall’ONU per celebrare i 400 anni delle prime osservazioni astronomiche e dedicato al grande scienziato e astronomo pisano. Ravasi ed Amaldi sono stati salutati dall’arcivescovo di Pisa, monsignor Benotti, che ha sottolineato come la Cattedrale di Pisa e l’intera Piazza dei Miracoli siano ancora permeati dal genio e dalle sperimentazioni di Galileo, che nel Battistero è stato battezzato, nel Duomo, osservando le oscillazioni di una lampada sospesa nella navata centrale, ha scoperto l'isocronismo delle piccole oscillazioni di un pendolo e dalla Torre ha fatto cadere i gravi che gli hanno permesso di formulare il cosiddetto principio della relatività galileiana. L’arcivescovo ha quindi lasciato spazio ai due “contendenti” citando l’enciclica Fides e Ratio di Giovanni Paolo II: “La fede e la ragione sono le due ali con cui lo spirito umano si eleva”.

“Se bene la Scrittura non può errare, potrebbe nondimeno talvolta errare alcuno de' suoi interpreti ed espositori, in varii modi: tra i quali uno sarebbe gravissimo e frequentissimo, quando volessero fermarsi sempre nel puro significato delle parole, perché così vi apparirebbono non solo diverse contradizioni, ma gravi eresie e bestemmie ancora; poi che sarebbe necessario dare a Iddio e piedi e mani e occhi, e non meno affetti corporali e umani, come d'ira, di pentimento, d'odio, e anco talvolta l'obblivione delle cose passate e l'ignoranza delle future”. Da queste parole di Galileo e dalla lettura dell’intera lettera del 21 dicembre 1613 all’amico benedettino Benedetto Castelli, sono partite le riflessioni del professor Ugo Amaldi, docente di fisica medica all’università di Milano «Bicocca» e presidente della Fondazione Tera. Subito un omaggio a Galileo: «Tanti avevamo puntato il cannocchiale sulla terra, Galileo è il primo a puntarlo in cielo, facendo un grosso passo in avanti, soprattutto intellettuale. Galileo ci dice, nella lettera alla granduchessa Cristina di Lorena, che la Bibbia ci insegna “come si vadia in cielo e non come vadia il cielo”. Le attuali teorie scientifiche, dalla visione cosmocentrica alla teoria evoluzionistica, fino alle più moderne concezioni fisico-astronomiche, che annullano il predominio dell’uomo e ne mostrano la marginalità nell’universo, possono coesistere con la fede ebraico-cristiana (e non solo) che mette l’uomo al centro della creazione?».

Ha raccolto la provocazione Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: «La Bibbia non nega la ‘fragilità’ dell’uomo. Il salmo 8 dice “Se guardo la luna, il cielo e le stelle, che cosa è l’uomo perché mi ricordi di lui?”. Ma questa sua fragilità non impedisce al Dio-con-noi della Torah di amarlo e di porlo al centro del mondo, dandogli il principio della conoscenza e quello della libertà. Non è la grandezza cosmica quella con cui misurare l’uomo…». E citando Pascal, Ravasi ha ricordato che, anche se misero e debole, l’uomo è sempre più grande di ciò che l’uccide, perché l’uomo sa di morire e conosce la forza del creato su di lui. «Noi non possiamo avere una conoscenza solo di tipo scientifico, ma abbiamo bisogno di tanti tipi di conoscenze, o meglio di meta-conoscenze. Scienza e fede non interferiscono affatto, dato che lavorano su piani separati: la fede parla ed opera sul piano metafisico del mondo, mentre la scienza lo fa su quello fisico».

Monsignor Ravasi ha quindi elogiato gli uomini di scienza: «Lo scienziato non è l’uomo che fornisce vere risposte, è invece colui che pone le vere domande», e ha concluso con le parole del fisico Arno Penzias (“naturalmente” ateo): “Noi abbiamo bisogno della religione, e non perché ci aiuti coi nostri strumenti, ma perché sarebbe orribile vivere in un mondo senza significato!”.


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martedì 21 luglio 2009

Una storia di successo: WIN – Complimenti per gli ottimi risultati

Complimenti a tutti per l’ottimo lavoro!!!

I primi sei mesi di lavoro insieme hanno gia datò importanti risultati e dimostrano che è possibile fare ricerca di eccellenza anche in Italia e fare in modo che questa ricerca non sia fine a se stessa ma riesca a rispondere a reali esigenze dei cittadini.

E’ questa la vera forza di WIN.

Continuiamo cosi

Antonio


Articolo pubblicato su “Affari e Finanza” di Lunedi 20 luglio

Diagnostica se il sensore è "wireless"

LAURA KISS

E’ tra le più giovani startup italiane ma può già far conto su un bel curriculum. E’ Win (Wireless sensor network srl), azienda nata ufficialmente il 6 marzo 2009 composta da giovani imprenditori che si sono conosciuti all’università. La Win realizza reti di sensori e dispositivi biomedicali wireless: tutti i sensori, che hanno dimensioni ridottissime, fanno capo ad un dispositivo base piccolo, semplice e riconfigurabile. L’obiettivo è il costante monitoraggio di parametri medici a partire dalla temperatura corporea, il battito cardiaco, la pressione e così via. I giovani imprenditori di Win sono ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna che si sono uniti ad ingegneri esterni. «Da anni avevamo in mente di mettere insieme le nostre competenze per realizzare i progetti nati durante il periodo universitario», dice Virginia Pensabene, Ceo di Win. «L’occasione per la sfida è arrivata nel 2007 con il bando nazionale Giovani idee cambiano l’Italia promosso dall’allora ministro delle politiche giovanili Giovanna Melandri: tre di noi hanno partecipato, classificandosi primi tra 15.000 partecipanti. Con questo premio abbiamo trovato l’occasione e la forza per proporre una nuova idea per il monitoraggio costante dei parametri fisiologici dei pazienti».


Il dispositivo, brevettato nell’aprile 2008 e in attesa delle autorizzazioni per la commercializzazione, ha un modulo centrale per trasmettere e ricevere i dati in modalità wireless tramite il protocollo di comunicazione ZigBee, simile al Bluetooth. Ad esso si collegano i sensori necessari alla misurazione di numerosi parametri fisiologici: temperatura corporea, pressione, postura, battito cardiaco. Al modulo base sono poi collegati la batteria, un display e un bit sonoro per gli allarmi. Le dimensioni dei sensori sono quelle di una moneta da un euro, in modo da poter facilmente integrare il sistema su una fascia toracica come quella che si usa per misurare l’attività cardiaca durante la corsa, o su bracciali per misurare la pressione o ancora in dispositivi innovativi di nuova concezione. Il paziente, a seconda della propria necessità o dei suggerimenti del medico, può sostituire il sensore con uno con diverse funzionalità, attivando il dispositivo in modo immediato e senza necessità di assistenza tecnica. «Ciascuno di questi dispositivi è in grado di comunicare con gli altri e di inviare i dati ad una centralina, il tutto grazie a un pc collegato ad internet o un cellulare», spiega Pensabene. «Si possono collegare fino a 6.000 pazienti allo stesso tempo e in questo modo ridurre i costi di monitoraggio dei malati negli ospedali. Inoltre, il dispositivo è utilizzabile facilmente anche da casa e i dati di ciascun paziente possono essere direttamente disponibili al medico o ai familiari oppure essere immagazzinati e organizzati in cartelle cliniche dedicate».


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Diciamo si al risparmio energetico

di Maurizio Sereni (PD Pisa - Consulta Governo del Territorio)

Mentre nel mondo si mettono in campo grandi investimenti per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, con lo scopo di farne una leva di ripresa economica, il Governo italiano ha deciso con un ddl di reintrodurre la possibilità della costruzione delle centrali nucleari sul proprio territorio, suscitando molti dubbi, fra cui le note deficienze italiane in termini di lunghezza dei tempi di realizzazione, di certezza dei costi e di corretto smaltimento delle scorie.
Il momento di porre un cambiamento di direzione nelle politiche energetiche è invece proprio adesso, nel pieno della crisi economica mondiale e deve accompagnarsi ad un mutamento culturale avente come riferimento il rispetto delle indicazioni del protocollo di Kyoto e successive leggi.

L’ascolto del territorio e di chi lo amministra dovrebbe indurre a decisioni diverse: ad esempio, per la Toscana, una politica di investimenti ed un quadro di regole con al centro il patrimonio di ricchezza ambientale, architettonica e del sapere unito alla tecnologia sempre più avanzata, è già oggi in grado di svolgere il ruolo di volano di ripresa per una parte delle proprie aziende e relativi indotti.

In questa direzione vanno anche i contenuti del Regolamento di Edilizia Sostenibile, in fase ultimativa di discussione, del Comune di Pisa: le coordinate su cui si basa sono la realizzazione della Progettazione Integrata degli immobili, al fine soprattutto di conseguire il massimo risparmio energetico e la possibilità di accesso ad incentivi per l’autoproduzione di energie rinnovabili, premiando maggiormente gli interventi su edifici di piccole dimensioni rispetto ai grandi.

Questo Regolamento, unito agli altri atti già posti in essere che interessano l’urbanistica e la qualità della vita, descrivono scelte politiche precise, delle quali il Partito Democratico è il motore, dove il progetto di governo del territorio è in profonda evoluzione, ma dove primario risulta essere il rispetto delle proprie prerogative ambientali e di vivibilità dei propri cittadini.


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domenica 19 luglio 2009

Ho scelto: appoggio Dario Franceschini‏

Care amiche/i,

come avevo annunciato in privato ad alcuni di voi, ho riflettuto molto prima di decidere quale mozione sostenere. Ma dopo aver letto la proposta politica di Dario Franceschini (che già stimavo molto prima) non ho dubbi: sosterrò la sua mozione e spero che tutti voi (che mi avete dato una mano in questi mesi) la sosterrete con me.

La scelta non è stata semplice (anche la mozione di Marino in alcuni punti mi intrigava) anche perché sin da subito ho capito che non erano in campo solo tre candidati diversi, ma tre candidati che hanno idee diverse su cosa deve essere il PD. E prima volevo capire come si ponevano i tre candidati di fronte a temi importanti come la forma del partito, la laicità, l’idea di economia, ecc.

Ho scelto la mozione Franceschini perché (10 buoni motivi ma ce ne sarebbero altri):

- A differenza di quella di Bersani (almeno a livello superficiale, poi credo che anche per Bersani non sia cosi) non prevale un sentimento di nostalgia. Si ha voglia davvero di un partito plurale e non di un partito omogeneo dal punto di vista organizzativo, ma anche e soprattutto culturale e politico;

- Si ha voglia di costruire la casa comune dei riformisti, in un partito che valorizza storie e culture differenti (a volte anche troppo)…ma va oltre queste storie per delineare identità nuove ed originali;

- Crede nel valore delle primarie quale strumento fondativo del Partito Democratico. Con regole chiare e meglio definite che consentano di votare a chi è un elettore del PD, anche se non è iscritto. Un partito di militanti aperto agli elettori delle primarie con i circoli che non diventino solo uno strumento di conte congressuali;

- Si basa su 5 parole non scontate: FIDUCIA, REGOLE, UGUAGLIANZA, MERITO e QUALITA’. Io ci aggiungerei anche una sesta parola: CONCRETEZZA (la gente ne ha bisogno..cerca posizioni semplice ma chiare e concrete);

- Declina la parola merito (per sottrarsi alla retorica della meritocrazia) come la leva per superare molte delle ingiustizie sociali che opprimono la nostra società, per rimettere in moto la mobilità sociale. Merito non come competizione sfrenata ma come riconoscimento dei talenti,dell’impegno e del valore del lavoro. Il merito per rompere l’immobilismo che frena la crescita della nostra economia;

- Nei mesi in cui è stato segretario è riuscito a tenere fermo il timone del partito. Ha saputo parlare a lavoratori ed imprenditori, ha fatto una opposizione dura partendo dai principi fondativi del PD , ottimamente sintetizzati da Walter Veltroni;

- Se vincerà... lo farà senza sconfitti. Questo partito ha bisogno di crescere sia in numero che in contenuti. E la sconfitta di una parte non deve voler dire l’automatica eliminazione di un modo diverso di voler raggiungere i medesimi obiettivi;

- Ha posto al centro del suo programma la GREEN ECONOMY intesa non sol ocome risposta, indifferibile, alla crisi climatica, o come fattore di riequilibrio geopolitico. Ma anche come il modo piu serio e lungimirante per affrontare la crisi economica, come fattore fattore strategico di innovazione, di nuova occupazione, in definitiva di sviluppo.Non ha caso la green economy è alla base del successo di Obama;

- Vuole un partito federale e aperto, plurale e laico. Una forza innovativa capace di leggere e governare il cambiamento;

- Non torneremo indietro, ad un centro–sinistra con il trattino, basato su una divisione dei compiti nel raccogliere consenso o nel rappresentare pezzi di società. Solo ipotizzarlo significa dichiarare fallita l’esperienza del PD.


In venti mesi abbiamo fatto tanto... ma non è bastato. Credo che da questo lavoro dobbiamo ripartire (anche dai nostri errori) per costruire il partito NUOVO. Un partito, e lo ripeto alla noia, che coltiva le diversità culturali al suo interno come una ricchezza, ma che cerca ed in poco tempo TROVA la sintesi.

Un abbraccio a tutti e spero di continuare insieme il percorso di innovazione nelle forme e nei metodi della politica

Antonio


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Ecco perchè ho abbandonato giovedi 16 la seduta del Consiglio Comunale

Care amiche/i,

vi scrivo due righe, dalla ridente Basilicata, su quanto successo giovedi in Consiglio comunale, anche per evitare inutili strumentalizzazioni da parte di Consiglieri della Minoranza, che mi citano in alcune loro dichiarazioni sulla stampa locale. In due parole, dopo la mancata elezione del difensore Civico e prima della votazione della III variazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, io ed un altro consigliere del PD abbiamo lasciato l’aula.

A seguito di questi eventi, oltre che delle dimissioni di Stefano Landucci da Presidente della III ccp, i giornali (stimolati da alcuni consiglieri dell’opposizione) parlano di spaccature all’interno del PD. In realtà non è propriamente cosi... si tratta solo di piccole difficoltà nella costruzione di un nuovo grande partito riformista. Ma non tutti, anche all’interno del PD, hanno voglia di creare una forza che crede nel futuro, che crede nelle riforme come chiave per il cambiamento di cui l’Italia (ed in alcuni settori anche Pisa) ha bisogno per uscire dalla stagnazione e dall’immobilismo.

I percorsi più ardui (superare le barriere sociali) sono anche i più stimolanti. Per questo motivo in alcuni casi si puo cadere, ma bisogna avere la forza di rialzarsi e dare alcuni segnali chiari. E’ quello che abbiamo fatto lasciando l’aula giovedi scorso prima della votazione su un atto importante come la III Variazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, dopo che alcuni nostri colleghi nel segreto dell’urna (proprio per limitare questo nuovo modo di fare politica basato sul merito come leva per rimettere in moto la mobilità sociale) hanno deciso di non seguire le parole del Nostro Capogruppo Ranieri del Torto, che dichiarava che anche in accordo con alcuni pezzi dell’Opposizione avremmo votato Paolo Sanna come Difensore Civico (ragazzo molto giovane, scelto per le sue qualità professionali e non perché dispone di padrini importanti... se non è politica nuova questa!!!!)

La nostra uscita dall’aula non ha motivazioni politiche ma chiede che si rispetti il lavoro fatto all’interno del gruppo Consiliare e che non ci siano interferenze esterne... o accordi sottobanco che decidano secondo i classici sistemi di cooptazione basati su relazioni familiari, professionali, associative o di altre genere.

Dobbiamo avere la forza di superare queste dinamiche “vecchie”! Solo cosi potremo davvero costruire un grande partito riformista. Non ci sono stato fino ad oggi e non continuerò a starci anche nel futuro. A volte servono segnali forti per riportare dritto il timone!!!!

Un abbraccio

Antonio


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Auguri Dimitri e Lella...per voi gioia e salute‏


Utilizzo il blog per fare tanti auguri a due cari amici, Dimitri e Lella, che ieri hanno convolato a nozze.






Una bellissima giornata (con un piccolo inconveniente: i testimoni avevano dimenticato gli anelli nuziali), che gli sposi sono riusciti ad allietare con il loro sorriso e la loro complicit
à.


Un grande augurio a loro ed alle loro famiglie

Con affetto

Antonio




P.s. E’ stato troppo bello trascorrere questa giornata con i miei amici d’infanzia e i compagni di classe del liceo





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mercoledì 15 luglio 2009

Un anno di governo della città‏

Cari amici vi invito a partecipare, a nome del Sindaco Marco Filippeschi, alla “Presentazione del resoconto del primo anno di governo della città” che si terrà Lunedì 20 luglio alle ore 18 presso gli Arsenali Medicei in Lungarno Simonelli.

Spero di incontrare tanti di voi anche per un saluto prima della pausa estiva

Un abbraccio
Antonio



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venerdì 10 luglio 2009

Salviamo il Pisa Calcio

Incredibile giornata ieri in consiglio comunale‏

Giornata rocambolesca ieri in Consiglio Comunale. Quando sembrava risolversi al meglio la questione dell’iscrizione del Pisa calcio al campionato di Prima Divisione ecco il colpo di scena, purtroppo negativo e dagli effetti che potrebbero rivelarsi irreversibili per la sorte del Pisa Calcio. Il Sindaco stava per rappresentare al Consiglio la decisione da parte della famiglia Gentili-Mian di aiutare con un prestito ponte (come richiesto dall’Amministrazione) il Pisa Calcio a iscriversi al prossimo campionato di Lega Pro. Tutto questo era stato possibile grazie all’intervento dell’Amministrazione comunale e al costante impegno dei tifosi. Ma l’intervento del mio amico Andrea Bottone (che tutta la città dovrebbe ringraziare per l’impegno e la professionalità dimostrata in queste settimane) ha stimolato il Sindaco nel chiedere al Presidente di Lega Abete alcune informazioni aggiuntive, che purtoppo hanno messo in risalto una incredibile ed inaspettata verità: per salvare il Pisa servono 5 mln di euro.

Quello che racconta il Sindaco è, a dir poco, surreale: "Le date e gli orari dei fax che la Commissione ha inviato alla società del Pisa Calcio dimostrano che questa già da mercoledì scorso era a conoscenza del grave ammanco. Peccato che si è dimenticata di comunicarlo alla città che era impegnata in una corsa contro il tempo per raggiungere la cifra necessaria all'iscrizione. Questo è gravissimo, perché si tratta di rilievi che chiudono le porte all'iscrizione proprio mentre i tifosi si stavano ancora spendendo per raggiungere l'obiettivo".

Tutti maggioranza ed opposizione hanno applaudito l’intervento del Sindaco che ha chiesto a tutti di stringersi intorno alla squadra e provare a mettere insieme le risorse necessarie per salvarla. Purtroppo però il destino del Pisa è soprattutto nelle mani di Luca Pomponi che ha tempo fino a domani per presentare ricorso alla COVISOC. Le condizioni imprescindibili sono:
- dimostrare di aver ridotto la carenza patrimoniale di almeno 4,2 milioni di euro;
- versare 2,7 per contributi e stipendi;
- presentare una nuova fidejussione da 100mila euro emessa da una banca italiana.
Se cosi non sarà il Pisa non verrà iscritto alla Lega Pro. Mi auguro che ciò non accada…e che Luca Pomponi all’ultimo tuffo trovi le risorse per permettere di sopravvivere ad una squadra dalla grande storia e con un grande tifoso.

Almeno fino a domani io ci crederò!!!

Antonio


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venerdì 3 luglio 2009

Il punto: Pd, tertium (non) datur

Concordo appieno con le posizioni degli amici del CFP!!! E sicuramente questi sspunti mi saranno d’aiuto nella mia trasferta romana da LIBERI E DEMOCRATICI

Vi terrò informati

Un abbraccio

Antonio


Uno, due e tre. Anzi, no: uno, due e basta. Tertium non datur. Non si sfugge: o il Pd di Franceschini o il Pd di Bersani, punto. E chi non è contento si adegua o sta a casa. Ma è proprio così? Quello che manca è lo spazio politico tra i due “giganti” pigliatutto o è solo mancato l’uomo, appunto il terzo uomo (o donna)? Se le poltrone da primo cittadino non si sono rivelate trampolino sufficiente per dare l’assalto al cielo democratico, ancor meno le grida ambiziose della nebulosa dei quarantenni sono riuscite a produrre uno straccio di contesa al vertice del partito. E così, salvo sorprese, niente terzo - anche se la partita a due è già da considerare un rilevante passo evolutivo se paragonato alle età primitive delle primarie secche, plebiscitarie, delle primarie con vincitore già assegnato.

Eppure, non è senza rammarico che prendiamo congedo dalla possibilità di un acrobatico passaggio a nord-ovest che ridefinisse i confini di un paradigma democratico confusamente dibattuto tra l’ansia di dimostrare di essersi adeguato al nuovo e la reticenza ad abbandonare anguste radici.

Perché, certo mancherà l’uomo o la donna ma non lo spazio politico. Forse il problema è dovuto dal fatto che questo spazio non è di così facile decifrazione, perché non si tratta esattamente di un altrove, di una terzietà assoluta, quanto piuttosto di una sorta di terza dimensione del discorso politico che dovrebbe attraversare gli attuali progetti proposti da Bersani e Franceschini come una diagonale, ovvero come una linea di fuga in grado di essere tangente a questi progetti là dove essi compiono il massimo sforzo d’innovazione senza tuttavia riuscire ad essere pienamente convincenti perché l’innovazione che essi intravedono è come una sorta di nuovo orizzonte tuttavia ancora scorto attraverso vecchie lenti.

In ogni caso, il linguaggio – in quanto rivelatore dell’idea – è sufficiente a dimostrare che per quanto ci si sforzi di declinare una proposta politica secondo nuove istanze, il pensiero ovvero i concetti che ne sono il motore, restano inesorabilmente ancorati al passato. E questo vale per tutti i temi: dalla sfida ambientale al welfare, dal paradigma energetico all’universo dei lavori, dalla riscrittura della grammatica finanziaria alla sostenibilità di un assetto internazionale acefalo. I problemi sono nuovi, l’approccio no. Se pensare il futuro, immaginarlo, prefigurarlo, tallonarlo, è da sempre la più ardua impresa per l’uomo, agire-nel-presente-per-il-futuro è la sfida propria del politico.

Dinnanzi a questa ennesima occasione di ripensamento che il Partito democratico è obbligato ad affrontare, il nostro augurio è che il tributo che andrà pagato al vecchio non sia tale da mortificare del tutto quelle scintille di nuovo linguaggio, ovvero di nuovo pensiero, e di nuove volontà che già oggi sono un patrimonio inestimabile non solo del Partito democratico ma del paese intero. (E non c’è bisogno di sottolineare quanto il Pd, e l’Italia, abbiano terribilmente bisogno di questa nuova linfa).

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