martedì 21 luglio 2009

Diciamo si al risparmio energetico

di Maurizio Sereni (PD Pisa - Consulta Governo del Territorio)

Mentre nel mondo si mettono in campo grandi investimenti per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, con lo scopo di farne una leva di ripresa economica, il Governo italiano ha deciso con un ddl di reintrodurre la possibilità della costruzione delle centrali nucleari sul proprio territorio, suscitando molti dubbi, fra cui le note deficienze italiane in termini di lunghezza dei tempi di realizzazione, di certezza dei costi e di corretto smaltimento delle scorie.
Il momento di porre un cambiamento di direzione nelle politiche energetiche è invece proprio adesso, nel pieno della crisi economica mondiale e deve accompagnarsi ad un mutamento culturale avente come riferimento il rispetto delle indicazioni del protocollo di Kyoto e successive leggi.

L’ascolto del territorio e di chi lo amministra dovrebbe indurre a decisioni diverse: ad esempio, per la Toscana, una politica di investimenti ed un quadro di regole con al centro il patrimonio di ricchezza ambientale, architettonica e del sapere unito alla tecnologia sempre più avanzata, è già oggi in grado di svolgere il ruolo di volano di ripresa per una parte delle proprie aziende e relativi indotti.

In questa direzione vanno anche i contenuti del Regolamento di Edilizia Sostenibile, in fase ultimativa di discussione, del Comune di Pisa: le coordinate su cui si basa sono la realizzazione della Progettazione Integrata degli immobili, al fine soprattutto di conseguire il massimo risparmio energetico e la possibilità di accesso ad incentivi per l’autoproduzione di energie rinnovabili, premiando maggiormente gli interventi su edifici di piccole dimensioni rispetto ai grandi.

Questo Regolamento, unito agli altri atti già posti in essere che interessano l’urbanistica e la qualità della vita, descrivono scelte politiche precise, delle quali il Partito Democratico è il motore, dove il progetto di governo del territorio è in profonda evoluzione, ma dove primario risulta essere il rispetto delle proprie prerogative ambientali e di vivibilità dei propri cittadini.

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