domenica 19 luglio 2009

Ecco perchè ho abbandonato giovedi 16 la seduta del Consiglio Comunale

Care amiche/i,

vi scrivo due righe, dalla ridente Basilicata, su quanto successo giovedi in Consiglio comunale, anche per evitare inutili strumentalizzazioni da parte di Consiglieri della Minoranza, che mi citano in alcune loro dichiarazioni sulla stampa locale. In due parole, dopo la mancata elezione del difensore Civico e prima della votazione della III variazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, io ed un altro consigliere del PD abbiamo lasciato l’aula.

A seguito di questi eventi, oltre che delle dimissioni di Stefano Landucci da Presidente della III ccp, i giornali (stimolati da alcuni consiglieri dell’opposizione) parlano di spaccature all’interno del PD. In realtà non è propriamente cosi... si tratta solo di piccole difficoltà nella costruzione di un nuovo grande partito riformista. Ma non tutti, anche all’interno del PD, hanno voglia di creare una forza che crede nel futuro, che crede nelle riforme come chiave per il cambiamento di cui l’Italia (ed in alcuni settori anche Pisa) ha bisogno per uscire dalla stagnazione e dall’immobilismo.

I percorsi più ardui (superare le barriere sociali) sono anche i più stimolanti. Per questo motivo in alcuni casi si puo cadere, ma bisogna avere la forza di rialzarsi e dare alcuni segnali chiari. E’ quello che abbiamo fatto lasciando l’aula giovedi scorso prima della votazione su un atto importante come la III Variazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, dopo che alcuni nostri colleghi nel segreto dell’urna (proprio per limitare questo nuovo modo di fare politica basato sul merito come leva per rimettere in moto la mobilità sociale) hanno deciso di non seguire le parole del Nostro Capogruppo Ranieri del Torto, che dichiarava che anche in accordo con alcuni pezzi dell’Opposizione avremmo votato Paolo Sanna come Difensore Civico (ragazzo molto giovane, scelto per le sue qualità professionali e non perché dispone di padrini importanti... se non è politica nuova questa!!!!)

La nostra uscita dall’aula non ha motivazioni politiche ma chiede che si rispetti il lavoro fatto all’interno del gruppo Consiliare e che non ci siano interferenze esterne... o accordi sottobanco che decidano secondo i classici sistemi di cooptazione basati su relazioni familiari, professionali, associative o di altre genere.

Dobbiamo avere la forza di superare queste dinamiche “vecchie”! Solo cosi potremo davvero costruire un grande partito riformista. Non ci sono stato fino ad oggi e non continuerò a starci anche nel futuro. A volte servono segnali forti per riportare dritto il timone!!!!

Un abbraccio

Antonio

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