domenica 19 luglio 2009

Ho scelto: appoggio Dario Franceschini‏

Care amiche/i,

come avevo annunciato in privato ad alcuni di voi, ho riflettuto molto prima di decidere quale mozione sostenere. Ma dopo aver letto la proposta politica di Dario Franceschini (che già stimavo molto prima) non ho dubbi: sosterrò la sua mozione e spero che tutti voi (che mi avete dato una mano in questi mesi) la sosterrete con me.

La scelta non è stata semplice (anche la mozione di Marino in alcuni punti mi intrigava) anche perché sin da subito ho capito che non erano in campo solo tre candidati diversi, ma tre candidati che hanno idee diverse su cosa deve essere il PD. E prima volevo capire come si ponevano i tre candidati di fronte a temi importanti come la forma del partito, la laicità, l’idea di economia, ecc.

Ho scelto la mozione Franceschini perché (10 buoni motivi ma ce ne sarebbero altri):

- A differenza di quella di Bersani (almeno a livello superficiale, poi credo che anche per Bersani non sia cosi) non prevale un sentimento di nostalgia. Si ha voglia davvero di un partito plurale e non di un partito omogeneo dal punto di vista organizzativo, ma anche e soprattutto culturale e politico;

- Si ha voglia di costruire la casa comune dei riformisti, in un partito che valorizza storie e culture differenti (a volte anche troppo)…ma va oltre queste storie per delineare identità nuove ed originali;

- Crede nel valore delle primarie quale strumento fondativo del Partito Democratico. Con regole chiare e meglio definite che consentano di votare a chi è un elettore del PD, anche se non è iscritto. Un partito di militanti aperto agli elettori delle primarie con i circoli che non diventino solo uno strumento di conte congressuali;

- Si basa su 5 parole non scontate: FIDUCIA, REGOLE, UGUAGLIANZA, MERITO e QUALITA’. Io ci aggiungerei anche una sesta parola: CONCRETEZZA (la gente ne ha bisogno..cerca posizioni semplice ma chiare e concrete);

- Declina la parola merito (per sottrarsi alla retorica della meritocrazia) come la leva per superare molte delle ingiustizie sociali che opprimono la nostra società, per rimettere in moto la mobilità sociale. Merito non come competizione sfrenata ma come riconoscimento dei talenti,dell’impegno e del valore del lavoro. Il merito per rompere l’immobilismo che frena la crescita della nostra economia;

- Nei mesi in cui è stato segretario è riuscito a tenere fermo il timone del partito. Ha saputo parlare a lavoratori ed imprenditori, ha fatto una opposizione dura partendo dai principi fondativi del PD , ottimamente sintetizzati da Walter Veltroni;

- Se vincerà... lo farà senza sconfitti. Questo partito ha bisogno di crescere sia in numero che in contenuti. E la sconfitta di una parte non deve voler dire l’automatica eliminazione di un modo diverso di voler raggiungere i medesimi obiettivi;

- Ha posto al centro del suo programma la GREEN ECONOMY intesa non sol ocome risposta, indifferibile, alla crisi climatica, o come fattore di riequilibrio geopolitico. Ma anche come il modo piu serio e lungimirante per affrontare la crisi economica, come fattore fattore strategico di innovazione, di nuova occupazione, in definitiva di sviluppo.Non ha caso la green economy è alla base del successo di Obama;

- Vuole un partito federale e aperto, plurale e laico. Una forza innovativa capace di leggere e governare il cambiamento;

- Non torneremo indietro, ad un centro–sinistra con il trattino, basato su una divisione dei compiti nel raccogliere consenso o nel rappresentare pezzi di società. Solo ipotizzarlo significa dichiarare fallita l’esperienza del PD.


In venti mesi abbiamo fatto tanto... ma non è bastato. Credo che da questo lavoro dobbiamo ripartire (anche dai nostri errori) per costruire il partito NUOVO. Un partito, e lo ripeto alla noia, che coltiva le diversità culturali al suo interno come una ricchezza, ma che cerca ed in poco tempo TROVA la sintesi.

Un abbraccio a tutti e spero di continuare insieme il percorso di innovazione nelle forme e nei metodi della politica

Antonio

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