giovedì 30 giugno 2011

PD Pisa: A Pisa una lunga estate Democratica!

Feste Democratiche dell’Unità… d’Italia

PISA - A Pisa una lunga estate democratica, che inizia a fine giugno e va avanti fino a settembre inoltrato. Quest'anno il Pd di Pisa raddoppia il numero delle Feste, rilanciandole anche nei quartieri dove da anni non si facevano.

Un’unica Festa in 5 tappe. Un unico titolo: le feste si chiameranno tutte allo stesso modo: “Feste Democratiche dell’Unità… d’Italia”, un gioco di parole per recuperare la tradizione delle Feste de l’Unità e, allo stesso tempo, rendere quest’anno omaggio al 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Infatti, le Feste di Pisa città saranno tutte virtualmente unite dall’anniversario del 150°. Ognuna a suo modo presenterà all’interno del proprio programma una parte dedicata all’Unità d’Italia con la presentazione di libri, con dibattiti sull’Italia di ieri e l’Italia di oggi, con la presentazione dei 150 anni di storia della nostra città, attraverso mostre fotografiche e recupero delle storie di ogni quartiere.

Alle Feste già consolidate di Riglione e Putignano/Coltano e San Piero a Grado, le classiche feste di circa due settimane ciascuna, si aggiungono le feste di San Marco - San Giusto e Pisanova con Pratale, che partono ufficialmente quest’anno, che durano un solo fine settimana (4 giogni), ma che nel loro piccolo hanno già tutti gli ingredienti delle feste: dibattito politico, giochi, musica e spazio ristorante.

Oltre al titolo comune, ogni Festa avrà un suo tema specifico:
· San Marco/San Giusto ha scelto i Diritti;
· Porta a Mare: Urbanistica, mobilità e sostenibilità;
· Putignano/Coltano: Agricoltura e Green Economy;
· Riglione: Lavoro;
· Pisanova e Pratale-Don Bosco-San Francesco: Sapere e Formazione.
La parte del dibattito è curata con grande attenzione. Ospiti locali e nazionali: Rosi Bindi, Cesare Damiano, Deborah Serracchiani, Dario Franceschini, Enrico Rossi, Paolo Fontanelli, Ermete Realacci, Ivan Ferrucci, Federico Gelli. Il sindaco Marco Filippeschi sarà ospite di tutte le Feste. Come anche il segretario comunale, Andrea Ferrante e quello provinciale, Francesco Nocchi. E saranno presenti con un importante contributo di idee anche i Giovani Democratici del PD, con iniziative tematiche e progetti.

Il progetto del Pd di Pisa è quello di recuperare e rilanciare la tradizione delle Feste di partito, prima di tutto come momento di dibattito politico, per riflettere insieme agli elettori sui temi dell’agenda politica ma anche per stare insieme, per guardarci in faccia, stare insieme e riconoscerci come persone in carne ed ossa, per fare comunità politica.

Infine, da mettere in agenda anche la Festa Provinciale del PD, che si terrà dal 7 al 27 luglio a San Miniato, in piazza Don Ruggini. In quel periodo a Pisa non si terranno Feste in modo da facilitare la partecipazione di tutti alla festa provinciale. Per maggiori informazioni:
www.pdpisa.it


Leggi il resto del post...

venerdì 24 giugno 2011

Nè solidi nè liquidi - aperti e organizzati‏

Condivido completamente il ragionamento, sempre lucido, di Marina Sereni
A.

Se dovessi riassumere con una battuta il cammino percorso in questo ultimo periodo dentro al Pd sui temi dell'organizzazione del partito, che oggi sono stati al centro della riunione della Direzione nazionale, consiglierei di confrontare la relazione con cui Bersani introdusse la prima Direzione subito dopo il Congresso e quella con cui ha aperto oggi. Il tema del partito, della sua forma, del suo modello fu uno dei terreni di scontro più aspro e frontale nella competizione per la leadership e dopo l'elezione di Pierluigi Bersani per un periodo è sembrata spirare un'aria di "restaurazione", l'idea che finalmente i fautori del "partito solido", assunto il comando del Pd, stessero pensando ad un partito chiuso, di un'altra epoca. Molto è cambiato e nella vita concreta del Pd si è finalmente superato un confronto astratto e un po' ideologico. La riflessione che si è avviata oggi, e che proseguirà in modo aperto nelle Feste, nei circoli, nei siti, ha reso evidente che il Pd può rispondere alla domanda di riforma e d'innovazione della politica, anche correggendo gli errori e le difficoltà che abbiamo sperimentato in questi primi anni di vita. Partecipazione, apertura, pluralismo, sintesi unitaria: su questi temi i nostri punti di vista diversi si sono molto avvicinati e oggi possiamo affrontare con serenità anche i punti critici. Non richiamo qui i contenuti specifici della discussione in Direzione che credo sarà presto disponibile nel sito del Pd. L'antipolitica, la retorica del "sono tutti uguali", che oggi fa comodo a una destra orribile e incapace per cercare di nascondere i suoi scandali e le sue divisioni, si possono contrastare con buone riforme della politica, con scelte che rendano la politica più produttiva e più autorevole. Non sara' e non deve essere dunque una riflessione solo su di noi, ma sulla qualità della democrazia italiana, sulla necessita' di riavvicinare la politica alla vita reale delle persone e delle comunità, su come si restituisce valore alla parola "partito" in una società articolata e complessa come quella di oggi. Al tramonto della lunga stagione del populismo berlusconiano, crisi sociale e crisi democratica si intrecciano e domandano una politica diversa, nei contenuti e negli strumenti. Ciò richiede ovviamente un lavoro complesso che tocca i costi della politica, la legge elettorale, la riforma del bicameralismo con la riduzione del numero dei parlamentari, una legge sui partiti che dia finalmente attuazione all'art. 49 della Costituzione. E contemporaneamente un lavoro sulla cultura politica e le forme organizzative del Pd, che è senza dubbio un grande progetto di innovazione.
Come AreaDem, forti della scelta unitaria che abbiamo fatto senza tentennamenti, porteremo in questo dibattito il nostro contributo a cominciare dal meeting estivo che terremo ad Amalfi dl 28 al 31 Luglio. Da questo percorso vogliamo che esca un Pd sempre più efficace, e capace di corrispondere alle responsabilità nuove che il voto e la crisi irreversibile del berlusconismo ci consegnano.

Di Marina Sereni


Leggi il resto del post...

Il lavoro e chi ci lavora è un patrimonio dell'umanita. La mozione a sostegno dei lavoratori dei Cantieri navali di Pisa

Ieri il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità una mozione a sostegno dei lavoratori dei Cantieri Navali di Pisa da più di un anno in Cassa Integrazione.
Il nostro sostegno va a ciascun lavoratore e alle loro famiglie che da un anno hanno perso il piu grande diritto dell’umanità: IL LAVORO.
Le istituzioni faranno la loro parte: speriamo che anche la proprietà/nuovi acquirenti facciano lo stesso.


Leggi il resto del post...

Festa PD San Marco San Giusto (30 giugno-3 luglio): vi aspettiamo!‏


Leggi il resto del post...

mercoledì 22 giugno 2011

Piazza dei Cavalieri: evitiamo strumentalizzazioni. La mia posizione‏

La questione di Piazza dei Cavalieri per la sua complessità e delicatezza non va analizzata attraverso slogan o frasi fatte, ma richiede una riflessione più ampia sull’uso degli spazi urbani e, soprattutto, sul complesso rapporto fra le generazioni.
Riteniamo, perciò, inopportuno e semplicistico parlare di “rottura di equilibri e gestione tecnica e politica maldestra” da parte dell’amministrazione comunale, oltre che di “ricerca di consenso tra cittadini ed ecclesiastici”.
E’ semplicistico perché i rapporti tra cittadini pisani e universitari sono più che centenari, e molti di quegli universitari “transitori” oggi sono cittadini pisani, parte attiva di questa città, nella stessa amministrazione comunale, nel tessuto sociale, lavorativo e culturale. Gli equilibri non si sono rotti, anzi nel tempo si sono rafforzati. Lo sottolinea molto bene Monsignor Armani con una posizione attenta ed equilibrata, chiedendoci di continuare a definire politiche che consentano l’integrazione, ma che allo stesso tempo salvaguardino le esigenze di una città piena di storia e cultura.
E’ inopportuna perché dall’inizio della legislatura le azioni dell’Amministrazione (anche grazie al lavoro nella CUT – Conferenza Università e Territorio, con gli altri enti che ne fanno parte) non sono volte a cercare consenso, ma mirano a sviluppare una piattaforma progettuale condivisa che offra nuovi spazi di aggregazione sociale e di confronto produttivo tra città e studenti (che in larga parte sono integrati nel tessuto urbano e contribuiscono alla sua ricchezza culturale).
La maggior parte degli studenti rispetta le regole e contribuisce a rendere la città piu bella. Per questo è necessario isolare i pochi (studenti?) che non sono in grado di rispettare gli spazi e i tempi di tutti, imponendo i propri. Il nostro compito deve essere quello di continuare a confrontarsi in maniera seria e concreta con le associazioni presenti sul territorio (ARCI, Leopolda, Acli, le associazioni studentesche, le associazioni culturali e regionali) riflettendo sulla necessità di politiche che prevedano il rilancio degli spazi di aggregazione già esistenti in città anche attraverso la promozione di un’offerta coordinata, variegata e qualificata.
Un tessuto socio-culturale con cui stringere un patto programmatico, che eviti, per esempio sovrapposizioni di iniziative, o ripetizioni degli stessi eventi con razionalizzazione evidente di costi e investimenti. Inoltre bisogna prevedere nuovi spazi e forme di aggregazione che siano compatibili col tessuto cittadino, col tessuto urbanistico della città, che tende proprio per conformazione urbanistica ad amplificare i suoni e non ad assorbirli. Spazi che possono essere condivisi da più associazioni, anche con nuove forme di aggregazione tra associazioni, spazi destinati a piccoli e grandi eventi, intesi anche come strumento di autofinanziamento per le stesse. Un percorso di cui si deve far carico l’Amministrazione Comunale come primo interlocutore della città, ma che deve prevedere la presenza e la partecipazione anche dell’università di Pisa, che abbia come obiettivo quello di definire un nuovo modello di cittadinanza attiva che consenta alle associazioni di diventare promotori di un’offerta culturale e di svago di primo livello e destinata a più soggetti, cittadini, studenti, turisti, che dovrebbero trovare in città l’occasione per divertirsi, senza esagerazioni o estremismi quotidiani.


Leggi il resto del post...

lunedì 20 giugno 2011

Venerdì 24 giugno: "Precari, storie di un'Italia che lavora"


Leggi il resto del post...

Una Lega debole alla guida di un Paese fermo‏

Domani e dopodomani il governo si presenta al Senato e alla Camera per regolarizzare la nuova composizione della maggioranza (con l’ingresso dei responsabili). Si preannuncia un voto di fiducia. E’ praticamente scontato, col "calciomercato" visto in questi giorni, che Lega e Pdl ottengano la maggioranza per una manciata di voti. Ma il governo sarà ancora più debole e ancor meno in grado di affrontare il tornante che l’Italia deve superare.

Silvio Berlusconi è infatti un leader azzoppato dai suoi errori personali, dalle sconfitte elettorali e nei referendum, dalla mancanza ormai plateale di sintonia con gli italiani. E la Lega di Umberto Bossi ha dimostrato ieri nel raduno di Pontida di aver perso, al di là delle chiacchiere e delle grida, la sua spinta propulsiva. Bossi ha fatto richieste risibili, minacciato di abbandonare Berlusconi nel 2013 (sai che fifa!), vellicato la pancia dei fans con il ricorso alla demagogia e agli interessi spiccioli di gruppi specifici di supporter leghisti, ma non è riuscito a smentire il dubbio che i dirigenti si tengano stretti al governo perché gran parte del partito non reggerebbe alla perita del potere, delle poltrone, dei privilegi che la retorica leghista dice di voler abbattere.

Da La Repubblica. Ilvo Diamanti. “A Pontida, ieri, si sono affrontate e specchiate le due Leghe che coabitano sotto lo stesso tetto. Dentro lo stesso partito. Spesso, dentro le stesse persone. Se ne è avuta una rappresentazione esplicita, quasi teatrale, osservando la scena della manifestazione. Da una parte, la Lega di lotta e di protesta. I militanti ammassati sul prato. A gridare, senza sosta: "Secessione! Secessione!". Dall`altra, sul palco, la "Lega di governo". I leader. Chiamati, a uno a uno, per nome e cognome. E "per carica". Ministri, viceministri, presidenti di Regione e dei gruppi parlamentari. Da ultimo, il Primo. Il Capo.

Umberto Bossi. L`icona che tiene unite le due Leghe. Movimento e istituzione insieme, per usare le categorie weberiane rilette da Francesco Alberoni. Il "movimento rivoluzionario" indipendentista e il "partito normale", istituzionalizzato. Sempre più difficili da riassumere. Soprattutto oggi. Ne ha risentito anche la comunicazione del Capo. Normalmente semplice, fino all`eccesso. Ma chiara e netta. Stavolta meno del solito. Ha espresso i contenuti cauti, della Lega di governo con il linguaggio esplicito della Lega di lotta. Alla congiunzione fra le due Leghe, l`idea del Sindacato del Nord. Che tutela gli interessi "padani". Da ciò l`attenzione, ampia e appassionata, dedicata da Bossi agli allevatori e alla loro lotta. Ma anche ai contadini. Testimoni della "terra", il mito che ispira la Lega e la sua fede padana. Da ciò anche laminaccia, più che l`invito, al governo e a "Giulio" (Tremonti). Affinché abbassino le tasse che colpiscono soprattutto i " ceti produttivi" del popolo padano. Artigiani, lavoratori autonomi e piccoli imprenditori. Anche la polemica di Bossi, rilanciata da Maroni, contro l`intervento armato in Libia, viene tradotta in questa chiave. Più delle ragioni umanitarie preoccupano le ragioni della sicurezza. Del Nord. Minacciato dall`invasione dei poveri cristi in fuga dai bombardamenti. La Lega di lotta e di governo, tuttavia, faticano a stare insieme, a Pontida. Qualche volta stridono. Ai militanti di Pontida che gridavano "Secessione! Secessione!", Bossi ha risposto promettendo - più modestamente - di decentrare alcuni ministeri nel Nord. Più precisamente: a Monza. I dicasteri guidati da lui stesso e Calderoli, intanto. Invitando Maroni e lo stesso Tremonti ad aggregarsi. D`altronde, ha aggiunto, il ministero dell`Economia deve stare dove si produce. Non a Roma. Spostare i ministeri a Monza serve, infatti, a marcare il distacco dallo Stato Centrale. E a valorizzare, per contro, la Capitale del Nord. Che gravita intorno a Milano. D`altronde, dopo le elezioni amministrative, la Padania ha perduto la capitale. E la Lega è stata spinta ulteriormente in provincia. Anche gli avvertimenti a Berlusconi - fischiato dai militanti ogni volta che ne veniva pronunciato il nome – rispondono al sentimento della "Lega di opposizione". Berlusconi - ha detto e ripetuto Bossi - non sarà necessariamente il candidato premier. D`altronde, i militanti, esibendo striscioni da stadio, inneggiavano a "Maroni premier". Il messaggio è chiaro. Berlusconi, verrà sostenuto dalla Lega solo se rispetterà gli interessi e le rivendicazioni del Sindacato del Nord. Pensieri, parole - e parolacce - a cui, tuttavia, difficilmente seguiranno i fatti. Perché queste rivendicazioni del Sindacato del Nord, per quanto "moderate", appaiono poco praticabili.

Proporre di decentrare alcuni ministeri a Nord è ben diverso che minacciare la secessione. Ma si tratta, comunque, di un progetto difficile da realizzare. Significherebbe svuotare l`idea - e la realtà - di "Roma Capitale". Divenuta tale con un decreto votato dalla stessa Lega. Lo stesso discorso vale per la riforma fiscale e le altre iniziative volte ad alleggerire o almeno controllare - il debito pubblico. Difficile immaginare che possano avvenire a spese, prevalentemente, dei ceti sociali e delle aree del Mezzogiorno. Roma Capitale e la Regione Lazio sono governate dal Pdl. Il Centro sud garantisce il bacino elettorale maggiore del Pdl. La Lega dovrebbe, a questo fine, rompere con Berlusconi e il suo partito, come nella seconda metà degli anni Novanta. Dovrebbe ascoltare il popolo di Pontida che grida: "Secessione! Secessione! ". Impensabile. Perché incombe ancora la sindrome del `99. Quando la Lega secessionista, da sola, si ridusse a poco più del 3%. Abbandonata dai "forzaleghisti", come li definì Edmondo Berselli. Gli elettori che votano ora Lega ora Forza Italia (e ora Pdl) su basi tattiche. Per questo Bossi lancia parole di lotta, ma poi usa argomenti di governo. Sorretti da ragioni ragionevoli. Guardate che non basta schiacciare un bottone per cambiare, ripete il Capo. Guardate che non possiamo fare cadere il governo e non possiamo neppure andare al voto. Oggi. Non conviene. Il «ciclo storico (ha detto proprio così) è cambiato. Ci è sfavorevole. Vincerebbe la Sinistra». Ma poi, aggiungiamo noi, non sarebbe facile neppure a Bossi convincere il suo partito ad abbandonare il governo - e il sottogoverno. Per ragioni interne. Costringere alle dimissioni i suoi ministri e i suoi viceministri. E tutti i suoi uomini inseriti nelle istituzioni, nei centri di potere economico, finanziario, pubblico e radiotelevisivo. Sarebbe difficile perfino a lui, il Capo. Anche proclamare la secessione. Da Roma. Non solo perché la stragrande maggioranza degli elettori del Nord, compresi i suoi, non la accetterebbe. Ma perché la rottura della maggioranza a livello nazionale avrebbe rilevanti conseguenze locali. Visto che la Lega, nel Nord, governa in due Regioni, molte province e centinaia di comuni. Insieme al Pdl. Difficile, infine, pensare che una Lega di governo, cresciuta tanto e tanto in fretta nel Nord, non sia attraversata da divisioni interne. Come avviene in tutti i partiti "normali". Che la proposta dei ministeri a Monza non abbia suscitato disagio nel Nordest e soprattutto in Veneto. Che le ovazioni a "Maroni premier" non abbiano messo di cattivo umore Calderoli.

E magari anche qualcun altro. Per questo le parole di Bossi e il rito di Pontida non hanno offerto indicazioni chiare sul futuro. La Lega di opposizione vorrebbe correre da sola. Contro tutti. La Lega di governo noncipensaproprio.I1 Sindacato del Nord pone alla maggioranza condizioni che il Pdl non può accettare. Nessuno è abbastanza forte per imporsi. Né per rompere. Così il governo - e il Paese - sono destinati a navigare a vista. Finché ci riusciranno.


Leggi il resto del post...

martedì 14 giugno 2011

Grazie a tutti

Ringrazio tutti quelli che si son complimentati con me per il prestigioso riconoscimento ottenuto dalla WIN oggi al Quirinale, per mano del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Grazie in particolare per i loro post sul web a:

Luigi Scaglione, vice-presidente della Consiglio Regionale della Basilicata
e
Marco Filippeschi, sindaco di Pisa


Leggi il resto del post...

La WIN premiata oggi al Quirinale dal Presidente Napolitano!

Traguardo prestigioso per noi della WIN oggi: nell'ambito della Giornata dell'Innovazione, riceverò dalle mani del Presidente Napolitano il premio come una delle 20 aziende italiane più innovative! E noi omaggeremo il Presidente con uno dei nostri sistemi di monitoraggio.
In fondo vi lascio tutto il programma: potete seguirmi in diretta web dalle 16 fino alla premiazione vera a propria.
A.


A partire dalle ore 15.00 a Roma, presso il “Complesso della Pelanda” nell’ex Mattatoio si svolgerà il convegno della Giornata dell’Innovazione, organizzato dall’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’Innovazione, che prevederà più fasi:

1) l’apertura della manifestazione da parte del Ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato Brunetta

2) una tavola rotonda, dal titolo “I giovani Innovatori”

3) Il collegamento in web-conference (dalle 16.30 alle 18.00) con le iniziative specifiche organizzate da otto Parchi Scientifici e Tecnologici con il coordinamento di APSTI.

4) Il collegamento in web-conference (una mezz’ora tra le 17.00 e le 18.30) con il Quirinale dove il Presidente Napolitano, con il Ministro Brunetta, consegnerà i riconoscimenti ai progetti innovativi dei diversi settori (industria, servizi, finanza ecc) nella cerimonia del Premio dei Premi e riceverà i giovani innovatori provenienti dai Parchi Scientifici e Tecnologici partecipanti

5) una conclusione dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione


Leggi il resto del post...

venerdì 10 giugno 2011

Domenica non andiamo al mare e VOTIAMO 4 SI per il futuro del nostro Paese‏

Perfino il Papa ieri è intervenuto per segnalare che forse il caso di Fukushima impone una riflessione sull’uso di tecnologie pericolose per produrre energia. La Germania ha deciso di chiudere le centrali entro i prossimi anni. La svizzera ci sta pensando. Tutto il mondo sta facendo i conti con questa realtà. Ma la destra italiana ha deciso di mantenere gli affari conclusi con i francesi di Edf e vuole andare avanti a tutti i costi.

Anche sull’acqua il governo vuole mantenere la privatizzazione obbligata della gestione. Perché questo impone la svendita e dunque uno scambio di favori con gli industriali privati che vogliono entrare nel business. La posizione del Pd su questo punto è chiara: ci vuole un’autorità pubblica, vi vuole il controllo pubblico, la rete deve essere pubblica. Poi ogni comune può scegliere qual è la via migliore nel suo caso. Come dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “Il privato non trasforma l’acqua in vino e non lo fa nemmeno il pubblico”. L’obiettivo è mantenere il controllo pubblico, mantenere la rete pubblica, e poi ogni amministrazione e ogni comunità sceglie autonomamente il modo più efficiente per gestire il servizio.

Quanto al legittimo impedimento, è la prima volta che i cittadini avranno la possibilità di indicare direttamente se la legge deve essere uguale per tutti.

Tutti a votare, dunque. Tutti a votare sì. Tutti a votare sì nelle prime ore di domenica per mandare un messaggio chiaro anche agli indecisi. E ciascuno si mobiliti per portare al voto quanti più cittadini possibile.


Leggi il resto del post...

mercoledì 8 giugno 2011

Ermete Realacci per Lpl: perchè votare SI ai referendum

Ringrazio Ermete per questa chiara spiegazione sui referendum e gli amici de La Perfetta Letizia per avermi permesso di pubblicarla: ora più che mai sono convinto che bisogna votare SI ai referendum!!!

L'on. Ermete Realacci, esponente del Partito Democratico e presidente onorario di Legambiente, affronta per noi al microfono di Sagida Syed alcuni temi legati al referendum abrogativo del 12 e 13 giugno, ma anche al futuro politico ed energetico del nostro Paese. Con lui diamo la parola ad un promotore del SI, presto faremo lo stesso con un esponente del NO.

Onorevole Realacci, chiediamo a lei, responsabile della Green Economy del PD, di affrontare insieme alcuni punti del referendum. Se gli italiani voteranno SI all'abrogazione del nucleare, quali prospettive ci saranno per il futuro energetico del nostro Paese?

Al momento il problema non è tanto cosa voteranno gli italiani quanto se si riuscirà a raggiungere il quorum, tenendo presente che si tratta di una legge referendaria invecchiata e unica al mondo. Credo che il nucleare sia comunque una scelta che non andrà avanti essendo costosa, pericolosa e sbagliata. La scommessa è di investire in ricerca, fonti di energia rinnovabile, biomasse, ecc. Proviamo a guardare a come si comportano altri paesi come la Germania: Angela Merkel ha annunciato che in tempo rapido otto centrali chiuderanno e altre nove seguiranno la stessa sorte entro il 2022. Già prima del disastro di Fukushima la Germania aveva come obiettivo di produrre entro il prossimo decennio il 40% di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’Italia parte dal vantaggio di avere l’idroelettrico e la geotermia e se il nucleare continuerà ad essere presente nel dibattito politico-economico, il nostro paese resterà indietro per esempio rispetto alla Germania, che investendo in conoscenza, innovazione e ricerca, non a caso, cresce quattro volte più velocemente rispetto a noi.


Leggi il resto del post...