
Con queste scelte la Regione lancia una politica strutturale di attenzione per i giovani, che sono sicuramente tra i soggetti più colpiti dalla crisi, visto che il 15% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni è inattivo e tutti gli studi dicono che c'è grande difficoltà a entrare nei cicli produttivi prima dei 30 anni. Producendo così, in prospettiva, un problema sociale enorme visto che i ragazzi non avranno mai la pensione, almeno con l'attuale sistema. Credo a fronte della crisi attuale servirebbero ben più risorse e soprattutto strumenti finanziari e legislativi che non possono che essere di livello nazionale. Ma la Toscana, per quello che può, sta investendo: nella reindustrializzazione, nello sviluppo, nell'occupazione. Abbiamo due problemi immediati da affrontare: i giovani, appunto, e i 40.000 lavoratori in Cassa integrazione. Serve un'azione unica, dobbiamo affrontare i problemi insieme. Potremmo essere più efficaci se si aprisse una stagione di riforme del lavoro e dell'economia a livello nazionale, se finalmente si tassassero le rendite finanziarie e patrimoniali per aprire finalmente la stagione dell'equità. Ma visto ciò che sta succedendo in Parlamento penso che le riforme siano sempre più lontane...
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