venerdì 30 luglio 2010

Stiamo assistendo alla Fine del Berlusconismo?‏

Riporto di seguito alcune considerazioni di Federico Gelli sull’andamento della politica nazionale che condivido totalmente.
Spero al rientro dalle vacanze estive ci sia la possibilità di confrontarci su questi temi e decidere le priorità d’azione nei prossimi mesi.

P.S.: concordo che ormai ci avviciniamo alla fine del Berlusconismo

Antonio



Le notizie di queste ultime settimane confermano un’impressione generale che abbiamo ormai da qualche mese: stiamo vivendo la fase finale di un’epoca durata ben quindici anni. Stiamo assistendo alla fine del berlusconismo. Un sintomo chiaro è rappresentato dalla decadenza anche morale delle vicende che hanno riguardato esponenti illustri del Governo e del partito di maggioranza: un ministro costretto a dimettersi perché non sapeva chi gli ha comprato casa, un altro fatto ministro dalla sera alla mattina per salvarlo da un procedimento giudiziario, un sottosegretario in odore di collusione con la camorra, infine un parlamentare molto noto in Toscana, coordinatore del partito di maggioranza, indagato in almeno tre inchieste giudiziarie importanti, tra cui la cricca di affaristi ribattezzati P3. Vicende tra l’incredibile, il ridicolo e lo sconcertante.

E che di decadenza si tratta lo dimostrano anche alcune manovre che puntano a concentrare ancora di più il potere nelle mani della maggioranza, a cominciare dalla cosiddetta legge bavaglio, un provvedimento che invece di tutelare la privacy dei cittadini limita pesantemente la libertà d’informazione e l’efficacia del lavoro della magistratura e della polizia. Tutto questo in un paese dove la Mafia Spa ha un fatturato di circa 80 miliardi di euro netti annui!

Pensate solo che l’ultimo elicottero acquistato dalla polizia risale a ben 13 anni fa e che molte delle volanti in dotazione non sono in grado di uscire perché senza carburante o fuori uso dopo aver accumulato diverse centinaia di migliaia di chilometri. E il Governo, che gli italiani hanno votato per le sue politiche sulla sicurezza, che cosa fa? In tre anni taglia alle forze di polizia 1 miliardo e 600 milioni di finanziamenti, che corrispondono al 30% del loro bilancio. E il ministro Maroni di fronte allo smantellamento delle forze dell’ordine che cosa ha fatto? Ha inventato le ronde… che tra l’altro ad oggi non hanno funzionato.

Il Governo chiede la fiducia e impone accelerazioni sulla legge bavaglio mentre continua a nicchiare sulla crisi economica, scaricando le proprie responsabilità sugli enti locali drammaticamente penalizzati con tagli dal 50 al 100% dei finanziamenti, alla faccia del federalismo e della sovranità dei territori e delle autonomie locali. Ma soprattutto gli enti locali saranno costretti a tagliare drasticamente i servizi per i cittadini: il trasporto pubblico locale (compreso lo scuolabus che accompagna a scuola i nostri figli), i servizi sociali, l'assistenza agli anziani e ai portatori di handicap. Sarà azzerato il trasferimento dei fondi per la protezione civile e gli interventi per la messa in sicurezza dell’Arno e degli altri fiumi. E questo solo per fare alcuni esempi.

Insomma, le urgenze di questo Governo sembrano essere tutte interne alla maggioranza e non riguardare né il bene dell’Italia né quello degli italiani.

Se tutto questo è sintomo di debolezza dell’attuale maggioranza, dobbiamo chiederci se noi, il PD, siamo in grado di rappresentare un’alternativa valida e credibile. In cuor nostro ci siamo già risposti. In questo momento non siamo un partito che dà l’impressione di mordere, un partito nuovo e pieno di energia, compatto e concentrato nel fare opposizione e nel disegnare una visione alternativa del Paese. Siamo deboli anche noi. Diamo l’impressione di essere stanchi, di non osare, di nasconderci dietro tattiche e slogan del passato, come per esempio la questione delle alleanze.

Non ho condiviso l’uscita dal PD di figure come Rutelli, un uomo che comunque ha voluto fortemente questo partito. Mi preoccupa questo stillicidio di fuoriuscite dal PD che va avanti da mesi e a cui anche in questi giorni si sono sommati Cacciari e Veronesi, sicuramente non ascrivibili alla radice cattolica del partito. La forza del Partito Democratico era data proprio dall’unione delle differenze: una forza, appunto, piuttosto che una debolezza.

Credo che quell’idea, che metteva insieme figure anche diverse ma di grande spessore e di grande autorevolezza in molti campi, debba ritornare al centro del progetto.

Con umiltà e responsabilità dobbiamo guardarci allo specchio, mettere insieme le idee e le persone migliori, ripartire dalla base e dal sentire dei nostri elettori, senza populismo né demagogia, ma con una strategia chiara. C’è da tirare fuori grinta e voglia di vincere, scrollandosi di dosso la stanchezza e gli atteggiamenti da cinici strateghi, come appariamo quando, invece di fare opposizione, perdiamo tempo a corteggiare ora Casini ora Fini e lasciamo temi come la legalità ad altri partiti.

Ed è per questo motivo che credo che prima di affrontare il tema di chi sarà il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni politiche dobbiamo prima parlare di progetti, di programmi e farlo in modo chiaro e condiviso all’interno del nostro partito e con le altre forze politiche.

Dobbiamo ritornare a parlare alla nostra gente, risvegliare l’entusiasmo del 2007 e cogliere i venti di cambiamento senza paura. E per fare questo dobbiamo avere il coraggio di investire sulle figure migliori, sulle donne e sugli uomini che per fortuna ci sono, che hanno esperienza, idee e che sono in grado di esprimere un linguaggio politico nuovo. E dobbiamo smettere di dividerci al nostro interno per seguire questo o quel leader o peggio ancora questo o quel capo corrente.

Dobbiamo ripartire dagli ideali e dalla nostra causa, mettere in discussione le nostre posizioni di rendita, laddove siamo più forti, dimostrare a parole e nei fatti chi siamo e cosa vogliamo, ripartendo dalle questioni etiche, dal senso civico e dall’amore per il nostro paese.

Dobbiamo farlo per ripartire e per cercare di dare finalmente a questo paese un governo moderno e riformista.

Mi fermo qui.

Buone ferie,
Federico

Nessun commento: