mercoledì 26 agosto 2009

Perché Dario

di Maurizio Sereni (Esecutivo Comunale PD Pisa)
Mai come adesso, in questa delicata fase di grave crisi economica mondiale, si rende necessario affermare una forma di governance politica più alta, che guardi in primo luogo, a costruire le opportunità di sviluppo per le prossime generazioni.
Nei periodi negativi, due sono i possibili atteggiamenti che una società e la classe politica che la governa decidono di adottare: il primo è quello della chiusura su se stessi, sui propri convincimenti, sulle proprie storie, sulla difesa dei propri recinti, con la conseguente difficoltà di cogliere le opportunità di ripresa quando queste, inevitabilmente, si presenteranno.
Il secondo, è quello di assumere responsabilmente una visione del futuro nella quale il confronto aperto, la gestione corretta e trasparente del “bene comune”, la partecipazione più forte e qualificata dei cittadini, la legalità diffusa e percepita, permettono di far crescere una cultura ed una coscienza civile più elevata per la stragrande maggioranza degli strati sociali, al fine di inserirsi a pieno titolo nella scia della ripresa economica con elementi accresciuti di stabilità e di forza.
La prima Convenzione del Partito Democratico si colloca in questo scenario; il 26 ottobre, qualunque sia il candidato delle tre mozioni in corsa che risulterà vincente, avrà l’onere e l’onore di guidare il più grande Partito d’opposizione europeo alla riconquista del governo dell’Italia, ma in ogni caso, dovrà fare i conti con la più importante delle missioni che questo Partito si è dato dall’atto della sua fondazione: portare democraticamente il Paese nel suo complesso (istituzioni, economia, informazione, sapere, diritti) verso il futuro, verso la modernità.
Sostenere la mozione di Dario Franceschini rappresenta, a mio modo di vedere, l’opportunità migliore per il futuro dell’Italia.
Elenco solo alcune delle sue proposte che mi trovano pienamente d’accordo:
- piena consapevolezza che la crescita ed il conseguente benessere di oggi, non deve più essere scaricato sulle spalle delle prossime generazioni.
- lucidità nella costruzione di un progetto alternativo di Paese rispetto alle destre, nella quale l’affermazione capillare di una serie di valori opposti a quelli imperanti è decisiva.
- l’ambizione e la necessità storica di porre l’Europa al centro delle politiche innovative di sviluppo del pianeta, attraverso l’azione del gruppo “Alleanza Progressista” nella quale è confluita la delegazione del PD alle recenti europee.
- diffusione delle pratiche di legalità in ogni sua dimensione.
- mercati economici con il massimo del libero accesso ma all’interno di un quadro di regole chiare ed inderogabili.
- modernizzazione degli apparati e dei servizi dello Stato.
- una sola Camera legislativa, un Senato federale espressione dei territori, dimezzamento del numero dei Parlamentari, riforma dei regolamenti parlamentari per garantire più azione di Governo e più riconoscimento del ruolo del Parlamento, riforma elettorale con le garanzie del bipolarismo, dell’alternanza, con l’elezione dei candidati attraverso collegi uninominali e senza liste bloccate.
- l’affermazione del concetto di uguaglianza, inteso come riequilibrio di situazioni molto sbilanciate che sono concausa dell’arretramento strutturale del sistema Italia ( i redditi da lavoro dipendente enormemente difformi da quelli da rendita finanziaria o manageriale, le opportunità di sviluppo del Sud rispetto al resto dei territori, il mercato del lavoro delle donne e la possibilità di studio e di accrescimento culturale dei giovani studenti rispetto agli standard medi europei).
- introduzione di un salario minimo per ogni tipo di lavoro.
- il concetto di Qualità e di Unicità (degli standard di vita, dei saperi, dell’informazione, dell’arte, energetica, enogastronomia ecc.) alla base di tutte le nostre produzioni, ribaltando lo status di omologazione culturale imposto dai media televisivi e dalle abitudini di 15 anni di berlusconismo.
- la Green Economy come reale e concreto motore di sviluppo economico, civico e culturale per il futuro, così come lo è stata la rivoluzione informatica negli anni ’80.
- garanzia di una gestione del Partito Democratico collegiale, ma con tutte le innovazioni politiche indispensabili ad un allargamento della base (certezza delle Primarie fra gli elettori come strumento di scelta di candidati per tutte le consultazioni elettorali e per gli organi dirigenti, consultazione fra gli iscritti su temi di grande interesse per incidere sulle scelte politiche del Partito, decisioni dei gruppi dirigenti discusse in profondità ma con un espressione di voto finale a maggioranza che determina la linea politica del Partito).
La fase congressuale, auspicata e richiesta da molti e da molto tempo, pur con tutte le difficoltà procedurali previste dallo Statuto, è una occasione impedibile (mi verrebbe da dire l’ultima occasione) per il PD di definire la linea politica di alternativa alla destra e le modalità di gestione dell’organizzazione. L’augurio e l’auspicio di Franceschini, per il quale chiunque sarà il Segretario Nazionale dovrà avere garantito il sostegno di tutti perché legittimamente vincitore di una competizione sana e leale, spero possa essere apprezzato e condiviso da tutti quelli che credono nella forza positiva di questo Partito Democratico.


1 commento:

CROCCO ha detto...

Mau,
condivido in pieno i motivi che ti hanno spinto a sostenere franceschini.

Dobbiamo evitare che la politica si abloccata sulla nomenclatura...andare tra la gente, aprirci, essere meno autoreferenziali...altrimenti il PD perderà definitivamente la sua battaglia politica
Un abbraccio
A