lunedì 26 maggio 2008

GLI “ALTRI”? ANCHE I NOSTRI FIGLI


Ricevo e molto volentieri pubblico

Credo che il tema sollevato da Federico sia molto importante e analizzi, finalmente, in maniera diversa e con maggiore attenzione alle persone….problemi finora ad ora utilizzati solamente in maniera strumentale durante la campagna elettorale. E’ arrivato finalmente il momento di entrare nei problemi (molto interessante la bozza di decreto legge regionale sulla sicurezza in fase di ultimazione )….con proposte concrete e fornendo gli strumenti necessari agli amministratori per poter “lavorare” alacremente

Un abbraccio
Antonio

Cara amica, caro amico,

nel clima di preoccupante intolleranza che si è creato in Italia, credo utile riflettere su chi siano gli altri. E lo voglio fare guardando ad alcuni fatti di cronaca degli ultimi giorni.


La ragazzina di quattordici anni ricattata e costretta ad avere rapporti sessuali per oltre un anno da un branco di minorenni; il gruppetto di ragazzi che l'altro giorno a Firenze, in piazza della Repubblica, ha preso a calci una mendicante solo per riprendere la scena con il

cellulare; i due immigrati kossovari aggrediti nel Valdarno a colpi di mazza solo perché immigrati... Questo elenco potrebbe anche allungarsi con altri episodi, così come ampliarsi anche a quanto sta succedendo fuori della nostra regione, a partire dal giovane massacrato a Verona da una banda di naziskin. Ma ovviamente il punto non è mettere in fila un caso dietro l'altro, il punto è capire cosa sta succedendo e come possono farvi fronte le nostre istituzioni.

E allora, una prima riflessione è d'obbligo. In questi giorni l'allarme sicurezza si è imposto come la priorità delle priorità nell'azione del governo come nella sensibilità dei cittadini, i giornali, le televisioni, i dibattiti pubblici ne sono letteralmente inondati. E tuttavia la sicurezza, con la forte domanda di legalità che a essa si accompagna, viene declinata in un solo modo, si impernia su una sola equazione: immigrazione uguale criminalità.

Il problema, insomma, sono i nomadi che pretendono l'elemosina, gli albanesi che sfruttano le donne, i maghrebini che spacciano, i rumeni che rubano e che stuprano... E se anche tutto questo fosse vero - e non lo è come non lo è mai qualsiasi giudizio che faccia di tutta l'erba un fascio - mi pare proprio che in questo modo si guardi o si voglia guardare solo in una direzione.

Guardiamo molto - e forse giustamente - al pericolo che ci viene da fuori, ma forse non abbastanza a quello che succede da noi, magari anche a casa nostra: e forse non vogliamo nemmeno guardare, nascondiamo e ci nascondiamo perché in realtà non abbiamo il coraggio di guardare negli occhi i nostri ragazzi, di capire davvero le ragioni del loro disagio, e magari di metterci noi stessi in questione, perché i ragazzi, si sa, sono anche uno specchio maledettamente eloquente di quello che siamo noi.

Sono convinto che l'«altro» che non conosciamo e di cui forse abbiamo anche un po' paura, proprio perché non lo conosciamo, siano sempre più loro, i nostri giovani: una generazione intera a cui abbiamo regalato più benessere che punti di riferimento, fino a lasciarli in balia di quello che Umberto Galimberti chiamerebbe l'«ospite inquietante», un vuoto emotivo e di valori che a volte è un abisso.

Il governo regionale non vuole nascondersi, su tutto questo. Sono convinto che le nostre politiche per la sicurezza e per la legalità devono mettere i giovani in primo piano, sia come problema aperto che come soggetto di cambiamento. Possiamo fare molto, perché abbiamo ampie competenze sulla prevenzione. Per questo sui prossimi Piani di intervento il bullismo e le altre manifestazioni del malessere giovanile saranno una precisa priorità. Per questo penso che siano maturi i tempi perché, già entro quest'anno, si possa organizzare una grande occasione di incontro e confronto su queste tematiche, una grande occasione per riunire tutti quanti, istituzioni e non, vogliono e devono esercitare la loro responsabilità per il futuro dei giovani e quindi per il futuro della nostra società.


Cordialmente,

Federico

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Antonio. Codeste riflessioni vanno trasmesse a chi è meno capace di capire certi temi sociali ed ha responsabilità grandissime. Questo sarà il compito di ogni iscritto al PD e di ogni buon cittadino.

Anonimo ha detto...

prima ho dimenticato di firmarmi..
Binnu..