domenica 22 marzo 2009

DOPO VELTRONI...ORA TUTTI ADDOSSO A RENZI‏

Da qualche settimana a questa parte è cominciata una nuova moda, nel Pd e non solo. Sparare addosso a Matteo Renzi.

Hanno cominciato gli sconfitti alle primarie di Firenze e i loro padrini. Poi una parte degli ex Ds fiorentini, feriti nell’orgoglio dalla vittoria di un candidato che Ds non era. Comprensibile. Quello che, francamente, non capisco - o meglio lo capisco e lo trovo intollerabile – è che il tiro al bersaglio contro il vincitore delle primarie di Firenze, eletto dalla gente, si stia generalizzando . Dirigenti di ogni provenienza, opinionisti, persino i pasdaran delle primarie sempre e comunque. Venuto a mancare Veltroni, ora si dà addosso a Renzi.

E allora via con articoli e prese di posizioni (l’ultima, sul Riformista, di Peppino Calderola), conversazioni pubbliche o private. La direttrice dell’Unità scrive addirittura che “la vittoria di Matteo Renzi alle primarie fiorentine segna il punto più basso della storia del partito” e sostiene che Renzi è tutt’altro che nuovo, visto che ha alle spalle una lunga storia di partito. Vivaddio, aggiungo io! Ma come? Il problema non erano i giovani cooptati, sbucati dal nulla e catapultati in testa alle liste alle ultime Politiche?

Persino sui blog e su facebook, è tutto un fiorire di perplessità. E’ diventato trendy dire che Renzi è di destra. Sì, ha vinto le primarie Firenze, ma chissà come (traduzione: l’hanno votato quelli della destra). E comunque, si dice con ghigno di masochistica soddisfazione, vedrete che non vincerà le elezioni. Tanto è l’astio che ci si augura di perdere Firenze. Si arriva all’attacco personale: Renzi? Un ragazzetto pieno di sé, arrogante, totalmente inadeguato. Si arriva a prenderlo in giro anche per il maglione. Se lo indossa Walter o Dario, è fico, se lo mette Matteo diventa il look di un “giovanottone pasticcione”.

Quando ogni argomentazione è finita, ecco la chicca finale: se i giovani sono questi, si dice, meglio i vecchi. Persino i peggiori. Come è arrivato a scrivere Caldarola, commentando l’ultima puntata di Anno Zero dove, insieme a Renzi, c’era Antonio Bassolino. Tra i due, ha detto, scelgo il governatore della Campania. Buon per lui. Io tra Bassolino e Renzi scelgo mille volte Matteo. Se persino un osservatore lucido come lui arriva a preferire un amministratore ultrasessantenne, travolto dagli scandali e dai rifiuti a un 34enne che finora ha vinto tutto quello che poteva vincere, allora vuol dire che qualcosa non funziona. E si rischia tanto di assomigliare a quegli sciocchi che guardano il dito, ignorando la Luna.

Tutto questo accade, peraltro, mentre la stampa internazionale ha gli occhi puntati sulla sua vittoria (il Time lo ha addirittura paragonato ad Obama), la destra fiorentina lo teme e non sa ancora bene chi contrapporgli e forze con le quali dovremmo aumentare la collaborazione (vedi l’UDC) sono pronte a sostenerlo.

Ci riempiamo quotidianamente la bocca di parole sul ricambio generazionale. Servono giovani che non siano il frutto di un casting ben fatto, ma di un cursus honorum che li renda in grado di avere una marcia in più, così che il loro merito non sia solo l’età. Poi ne arriva uno così. Che corrisponde perfettamente all’identikit. E’ riuscito ad emergere, ha una squadra di coetanei intorno, ha fatto leva sulle sue capacità, sul coraggio di metterci la faccia. E ha saputo conquistare il consenso. Anche nelle zone più “rosse” della città. Il che è tanto più miracoloso in un momento in cui il Pd continua a perdere da un anno e mezzo. E il suo partito che fa? Gli spara addosso. Perché è ambizioso. Perché ha la lingua un po’ troppo lunga. Scusate: ma non avevamo detto che i giovani si devono svegliare e sfidare i grandi? E come dovrebbero farlo, chiedendo il permesso?

E i giovani? Quelli come me, i ventenni e i trentenni del partito, che fanno? Lo guardano con sufficienza anche loro. Quelli che a parole sono pronti a fare la rivoluzione, quelli che vogliono “uccidere il padre” , dove sono? La verità è che la malcelata ostilità di molti di loro verso Matteo somiglia tanto ad invidia. L’invidia di chi si sente tanto bravo e sottovalutato, ma non ha la forza di condurre una battaglia a viso aperto.

A meno che il problema di Renzi non sia un altro. Non un aspetto caratteriale (Massimo D’Alema vi sembra simpatico?). Non la sua età (difficile rimproverargli l’inesperienza). Dirò una cosa scomoda: il sospetto è che Renzi non vada giù per altre ragioni. Innanzitutto perché è cattolico. Urta il fatto che non solo sia riuscito a battere lo stato maggiore del partito e che continui a sfidarlo senza precauzioni diplomatiche. Ma che lo faccia senza mettere i suoi valori tra parentesi. Dice che la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro è una provocazione, che è contro i matrimoni gay. Che non voterebbe una legge per l’eutanasia. E via così. Questo dà davvero fastidio di Renzi. Perché esce dai binari. Perché non la pensa come il bignamino delle opinioni politicamente corrette “di sinistra” prevederebbe. E’ rivelatrice la scena a cui abbiamo assistito ad Anno Zero, quando due signore anziane al mercato gli rimproverano il suo passato scout – “mica possiamo votare come sindaco un pretino come te” – e lui, orgoglioso: “non mi vergogno di essere cattolico”.

L’altro motivo per cui irrita è che fa sul serio. Ha dimostrato che si può fare sul serio. Perché non si accontenta del ruolo che il copione prevede per gli outsider. E’ libero e anche ora, che avrebbe bisogno di “allargare” il suo consenso, di dire cose gradite, non sceglie cinicamente di compiacere ma continua, coraggiosamente, a dire quello che pensa. Per questo Renzi viene attaccato. Ed è proprio per questo che è stato premiato dai cittadini.

Mi piacerebbe sbagliarmi, ma allora dovete spiegarmi, in maniera molto più convincente, che cosa non va in lui.

Nel frattempo, io sto con Matteo. E ho voglia di “pensare l’impensabile” come dice il Time. Dovrebbero farlo anche i tanti miei coetanei che, come me, non hanno ancora avuto il coraggio di farlo e tutti quelli che tengono al futuro del nostro partito nuovo che sembra già così vecchio.

Antonio

Nessun commento: