di Paolo Fontanelli (Responsabile Nazionale Enti Locali Pd)
Volterra, Pomarance, Castelnuovo... smottamenti da non sottovalutare. I risultati delle elezioni amministrative non hanno cambiato sostanzialmente le valutazioni politiche che ho fatto sul voto europeo. Ciò che è accaduto per le Province e nei Comuni capoluogo non è molto diverso da quanto avevamo previsto sulla base del voto delle politiche del 2008. Avevamo già detto che il confronto con cinque anni fa non aveva più senso per un ragionamento realmente ancorato ai mutamenti intervenuti sul piano politico. Quindi non è utile un raffronto solo numerico, anche se sono tante, più di ogni altra consultazione amministrativa, le situazioni che vanno al ballottaggio: 21 Province e 16 Comuni capoluogo.
Per un bilancio definitivo dovremo aspettare. E combattere. Però se guardiamo alla qualità del voto, alle caratteristiche territoriali, alla storia degli insediamenti e dei movimenti politici, emergono già una serie di problemi sui quali dobbiamo riflettere. Soprattutto nelle zone con una forte tradizione di sinistra: ci sono smottamenti che non possiamo sottovalutare. Nella nostra provincia mi ha stordito il voto alle comunali di Volterra, Pomarance e Castelnuovo. C’è qualcosa in Val di Cecina che si è mosso da tempo nel profondo e che non abbiamo capito. È come se anche da noi prendesse forma politica una specie di risentimento e di rivendicazionismo localistico. Ne dobbiamo discutere al più presto, ma senza rinunciare a dire che quel voto rischia di condannare quel territorio all’isolamento. Comunque resta forte l’esigenza di fare una discussione vera e approfondita con l’obbiettivo di rivitalizzare e innovare il progetto del Pd.
Le primarie, lo abbiamo visto, non risolvono per niente questo problema. Per questo i tempi del congresso non si possono allungare. Abbiamo bisogno di una riflessione seria su di noi ma anche sulla società italiana: se non si capisce dove siamo e difficile stabilire dove andare.
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