giovedì 3 settembre 2009

Dario Franceschini a Pisa - giovedi ore 15 BAR SALVINI - ecco le ragioni per cui lo sostengo‏

Care/i tutti,

da diverse settimane ci stiamo impegnando a sostegno della candidatura di Dario Franceschini (che ricordo sarà a PISA OGGI 3 SETTEMBRE ALLE ORE 15 al BAR SALVINI per la presentazione del Comitato Cittadino), una scelta non semplice, specialmente se calata nel contesto locale. Una scelta di cuore per un progetto politco e non una scelta frutto di tatticismo.

Vi allego l’articolo apparso ieri sul Tirreno. Un piccolo memorandum che racchiude i motivi della mia scelta.

Cosa ne pensate?

Un abbraccio

A


10 Buoni motivi per sostenere Dario Franceschini

Dopo una lunga riflessione, e dopo aver letto con attenzione tutti e tre i documenti congressuali, non ho dubbi nel sostenere la mozione dell’attuale Segretario del Partito Democratico Dario Franceschini. La scelta non è stata facile in quanto ognuno dei candidati, in realtà, è portatore di istanze positive. In Franceschini, però, ho ritrovato più ragioni che lo rendono un buon segretario ed ho quindi scelto di sostenerlo perché (10 buoni motivi ma ce ne sarebbero altri):

1) In questi pochi mesi in cui è stato Segretario si è dimostrato un ottimo dirigente in grado di scegliere, decidere ed agire;

2) propone un Partito plurale e aperto che valorizza storie e culture differenti, ma va oltre queste storie per delineare identità nuove ed originali: un Partito che discute ma che si esprime con una voce sola;

3) indica finalmente un Partito che non parli solo a sé stesso, che riesca a valorizzare i talenti attraverso una formazione politica che appassioni e coinvolga le donne e gli uomini migliori della nostra società, in cui cittadini di ogni età e di ogni provenienza sociale e culturale si sentano liberi di contribuire allo sviluppo del territorio in cui vivono e del partito a cui sentono di appartenere;

4) la sua proposta politica si basa su 5 parole non scontate:FIDUCIA, REGOLE,UGUAGLIANZA, MERITO e QUALITA’, che diventeranno i valori identitari del nostro partito.

5) declina la parola merito (per sottrarsi alla retorica della meritocrazia) come la leva per superare molte delle ingiustizie sociali che opprimono la nostra società, per rimettere in moto la mobilità sociale. Merito non come competizione sfrenata ma come riconoscimento dei talenti, dell’impegno e del valore del lavoro, per rompere l’immobilismo che frena la crescita della nostra economia;

6) propone un partito strutturato, federale, radicato nel territorio, che sa far tesoro della passione di ogni suo sostenitore, ma anche allargare lo spazio decisionale ai suo elettori, che spalanca i propri gruppi dirigenti a quelle persone, soprattutto a quei giovani e quelle donne, che non hanno appartenenze precedenti e che hanno scelto di cominciare il loro impegno politico con il Pd. Quelli che vorrebbero entrare e impegnarsi ma spesso non sanno nemmeno a che porta bussare, e invece abbiamo un bisogno enorme della loro freschezza e delle loro energie;

7) crede nel valore delle primarie quale strumento fondativo del Partito Democratico, con regole chiare e meglio definite che consentano di votare a chi è un elettore del PD, anche se non è iscritto. Un partito di militanti aperto agli elettori delle primarie con i circoli che diventino le antenne per ascoltare l’Italia e non solo uno strumento di conte congressuali;

8) se vincerà, lo farà senza sconfitti. Questo partito ha bisogno di crescere sia in numero che in contenuti. E la sconfitta di una parte non deve voler dire l’automatica eliminazione di un modo diverso di voler raggiungere i medesimi obiettivi;

9) ha una visione innovatrice dell’economia e pone al centro del suo programma la GREEN ECONOMY intesa non solo come risposta, indifferibile, alla crisi climatica, o come fattore di riequilibrio geopolitico. Ma anche come il modo piu serio e lungimirante per affrontare la crisi economica, come fattore fattore strategico di innovazione, di nuova occupazione;

10) propone un partito a vocazione maggioritaria che scelga un sistema di alleanze non solo per vincere, ma realmente in grado di governare. Un partito che non torna indietro, ad un centro–sinistra con il trattino, basato su una divisione dei compiti nel raccogliere consenso o nel rappresentare pezzi di società. Solo ipotizzarlo significa dichiarare fallita l’esperienza del PD.

In venti mesi abbiamo fatto tanto, ma non è bastato. Ora serve il coraggio di chi crede in un’impresa epica, di chi vuol far vincere un’idea, investendo non nel passato ma nel futuro di questo grande progetto che è il Partito Democratico.

Antonio Mazzeo

Consigliere Comunale PD Pisa

Nessun commento: