lunedì 7 settembre 2009

I bisogni della famiglia sono una priorità‏

In questi giorni è in atto un confronto non semplice tra Comune e Sindacati rispetto all’organizzazione dei servizi educativi. Noi crediamo che la discussione possa giungere a risultati positivi. Crediamo anche che sia necessario ricordare e ribadire dei punti fermi, per facilitare il confronto.

Pisa è l’unico capoluogo toscano e tra i pochissimi in Italia ad aver azzerato le liste d’attesa negli asili nido e ad aver già ampiamente superato i parametri che l’Europa ha fissato per la copertura del servizio. Il Comune di Pisa investe molti milioni di euro (più di 7 ogni anno) nei servizi educativi (nidi, refezione, trasporti, sostegno ecc.), anche in questo caso con dati superiori alla media.

Si tratta di due scelte strategiche assunte alcuni anni fa e che l’attuale Amministrazione guidata dal Sindaco Filippeschi non intende contraddire. Tutto questo in un contesto di qualità: i questionari che ogni anno i genitori compilano confermano l’alto gradimento del servizio sia quando questo è a gestione diretta, sia quanto è a gestione convenzionata. La qualità di un servizio educativo è infatti determinata da molti fattori e ogni modello di gestione ha alcune qualità spiccate a partire da un livello medio complessivo molto alto.

Ed è proprio questa organizzazione mista che ha consentito l’alta copertura del servizio sia per il numero di posti che per la sua maggiore adattabilità alle diverse esigenze di bimbi e famiglie. Il Comune, infatti, non avrebbe avuto e non ha le risorse per una copertura tutta a gestione diretta degli asili nido. O meglio, se lo volesse fare dovrebbe tagliare 150 posti, vista la differenza di costo tra i diversi tipi di gestione, e ritorneremmo alle liste d’attesa.

Quindi il dibattito sulle esternalizzazioni ci appare non in sintonia con ciò che chiede la città. Il Comune si è impegnato tra l’altro a rafforzare sia la programmazione che il controllo. La prima con la proposta di costituire il “Coordinamento pedagogico” per gestire al meglio la formazione e l’organizzazione del servizio a prescindere dal tipo di gestione; il secondo tramite il consolidamento dell’ufficio apposito, che dovrà verificare per tutti i servizi esternalizzati il rispetto dei capitolati, dei contratti di servizio, dei diritti dei lavoratori, della qualità, dell’efficacia e dell’efficienza. Ci sembrano aspetti importanti e innovativi che non vanno sottovalutati.

La contrarietà dei sindacati si è rivolta anche verso l’ottimizzazione del personale dei nidi. Rispetto a questo, non essendoci distanze impossibili, noi crediamo che, come l’Amministrazione Comunale ha proposto, sia necessario che le parti si siedano ad un tavolo ed analizzino nido per nido l’effettiva necessità di educatori e educatrici. Ci sono dei precisi parametri regionali che vanno rispettati per stare dentro ai criteri di qualità, senza sprecare risorse già scarse. E’ possibile ragionare e trovare un accordo.

Un accordo che, auspichiamo, guardi innanzitutto ai bambini e alle famiglie, senza disagi per coloro che fruiscono dei servizi a gestione diretta. Il nostro auspicio è, anzi, che si facciano, come afferma il programma del Sindaco, ulteriori passi avanti nella copertura dei bisogni delle famiglie. Perché, ad esempio, non pensare ad un allungamento di orario anche oltre alle 16.30 (chiedendo però alle famiglie di coprire il costo di tale servizio aggiuntivo)?

Oppure, altro esempio, perché non pensare ad una apertura di uno o più nidi anche in luglio, mese in cui tantissime famiglie sono in difficoltà e il comune non riesce con i campi solari a soddisfare tutta la domanda a costi sostenibili? Il Comune, inoltre, ribadisce l’impegno verso un coordinamento tra i 6 comuni dell’area: anche questo è un versante importante su cui è utile il confronto. Quest’anno, inoltre, l’impegno del comune è comunque cresciuto, con l’anticipo di una ulteriore settimana del servizio di refezione: una novità molto apprezzata dalle famiglie.

Insomma, quello che chiediamo è che si riapra il tavolo della trattativa, facendo uno sforzo verso l’innovazione e tenendo fermi i paletti della qualità del servizio, della copertura delle domande delle famiglie, della qualità educativa, nelle compatibilità di bilancio

2 commenti:

Paolo Bizzarri ha detto...

"Il Comune, infatti, non avrebbe avuto e non ha le risorse per una copertura tutta a gestione diretta degli asili nido. O meglio, se lo volesse fare dovrebbe tagliare 150 posti, vista la differenza di costo tra i diversi tipi di gestione, e ritorneremmo alle liste d’attesa."

Antonio, capiamoci. Se io non riesco a gestire in modo economico un servizio che è fatto sostanzialmente di personale, o ho dirigenti incapaci o sto facendo fare a chi prende l'appalto elusione fiscale (sia pure legale).

irene ha detto...

...o ancora peggio paga il personale solo nel periodo della scuola, mentre nei mesi estivi manda tutti a casa? credo anch'io che una buona gestione "pubblica" sia quella che non trova scorciatoie ma studia bene i processi e cerca possibili economie, utilizza tutti i mezzi che i contratti collettivi e decentrati mettono a disposizione per creare servizi efficienti. A volte è la paura che paralizza dirigenti e politici...
Se non si fa così, il rischio è di avere ora più posti negli asili nido, ma di ritrovare tra 30 anni i nostri stessi figli che non possono metter su famiglia perché lavorano con tutele minime...