giovedì 4 novembre 2010

Relazione Congresso Provinciale PD Pisa‏

L'intervento è sulla falsariga di quello che leggerete di seguito. Anche se il clima sereno e l'ottimo intervento iniziale di Francesco mi hanno portato a parlare anche di altri temi e altre proposte politiche che si sommano a quelle riassunte di seguito. BUONA LETTURA (se riuscite a concluderla sarete dei grandi)!!


Oggi è un giorno importante per il nostro Partito, con l’Assemblea Provinciale siamo chiamati a compiere un ulteriore passo nel percorso congressuale, che si avvicina finalmente alla sua conclusione. Un percorso lungo - e a volte contrastato, anche nei passaggi che ci hanno visto coinvolti negli ultimi giorni e su cui dirò una battuta alla fine, ma è stato un percorso utile a mettere in evidenza le grandi potenzialità della nostra organizzazione. Un partito fatto di migliaia di DONNE e di UOMINI con competenze, passione, intelligenze, energie su cui costruire il nostro futuro. È stata soprattutto la prima vera occasione di discussione e di confronto ampio nella nostra base. Per molti rappresenta la fine di un lungo percorso..che dai partiti di origini, ci ha condotto (con tutte le difficoltà del caso) al PD. Continua nel resto del post.

Per me e credo per molti altri rappresenta invece l’inizio di un nuovo cammino, da perseguire con coerenza e dedizione. Un cammino guidato da una nuova classe dirigente che avrà la responsabilità di radicare sempre piu nei territori un partito nuovo, riformista e di sinistra che vuole RILANCIARE IL PROGETTO del PD e non affossarlo come una somma di ceti politici, o di gruppi di potere, ma come una autentica forza riformista che parli alla base senza filtri, senza ne padri ne padrini. Un progetto che sappia superare l’autoreferenzialità della politica e di alcuni dei suoi protagonisti.

Mentre preparavo questo intervento ho pensato al mondo in cui si muove il Partito Democratico, la mia mente è stata assalita da una quantità di immagini, di scatti, di oggetti, di istanti, che segnano la spaventosa velocità del cambiamento in cui ha agito politicamente l’ultima generazione e che ci obbligano a pensare in termini nuovi.

Un mondo che corre così veloce che i padri spesso non sanno usare i giochi dei loro figli, un mondo in cui i piccoli pensieri diventano oceani di emozioni e possibilità di business enormi.

Tutto corre nell'economia, nell'informazione, nelle nostre vite.

E questa velocità sempre più folle sembra travolgere le nostre certezze, come se ci togliesse ogni appiglio, come se ci togliesse fiato, spingendo anche noi a correre.

Questo congresso serve anche a indicarci una strada…la via maestra da seguire nei prossimi anni. Una via da perseguire con determinazione e senza tutte le divisioni che hanno segnato il nostro cammino sino ad oggi

Dai congressi di circolo,è emerso in maniera chiara che è necessario da subito, anche a livello locale, strutturare una classe dirigente nuova che sappia leggere la società nella sua complessità e che sappia rappresentarla nella sua completezza, senza esclusioni o semplificazioni.

Non è un compito banale, ma per perseguirlo è necessario un partito forte e coeso, in cui si persegua sempre la coerenza attraverso uno spiccato senso di responsabilità. Un partito in cui si smetta di vivere di tatticismi. Un partito capace di costruire un’interlocuzione con i corpi sociali della città, con le realtà associative, con i quartieri ed i territori. Un partito che sappia dialogare in particolar modo con le altre forze di maggioranza, ma che sappia aprire ed ascoltare le forze di minoranza piu vicine al centro sinistra.

Solo attraverso politiche che sappiano guardare al futuro attraverso uno smisurato senso di responsabilità potremmo pensare di ritornare ad essere una forza di governo nazionale. Bisogna iniziare ad essere piu chiari su quali sono le nostre priorità.

Enrico Rossi lo ha fatto e dobbiamo partire proprio dalle sue proposte (dalla sobrietà e dal rigore nelle spese, snellimento ed efficientamento degli enti dipendenti, riorganizzazione e modernizzazione dei soggetti che erogano i servizi pubblici, lotta all’evasione fiscale, etc). Dobbiamo farlo difendendo a spada tratta la scuola e la università pubblica e di qualità

Ricordo, in tal sensom le parole di Victor Hugo che ho visto incise nel marmo di uno degli ingressi della Sorbona: "Aprire una scuola è chiudere una prigione”.

Dobbiamo finanziare lo stato sociale tagliando gli sprechi ma soprattutto facendo pagare i ricchi e gli evasori, definire delle riforme istituzionali che ridiano fiducia ai cittadini in uno Stato e in una politica che debbono essere basati sulla trasparenza e sull'efficienza.

Dobbiamo pensare ad una politica per lo sviluppo che poggi sulla qualità e sull’innovazione, sulla crescita di nuovi settori produttivi (anche nella nostra provincia) e che non cerchi scorciatoie competitive nella riduzione dei diritti, della sicurezza e del reddito dei lavoratori. Una politica che sappia proporre una nuova riforma del mercato del lavoro in un sistema generalizzato di garanzie che sottragga alla disperata mancanza di certezze e prospettive per giovani e meno giovani vittime di un precariato incondizionato.

C'è una generazione che rischia di subire il furto più terribile, quello del futuro, e di essere catturata dal sentimento più negativo e paralizzante che ci sia, la paura. Ed è un paradosso inaccettabile che questo avvenga in un tempo che come mai è proiettato nel domani, che come mai è ricco di opportunità, che offre possibilità di conoscenza, di formazione, di comunicazione e di scambi una volta impensabili, di relazioni umane e culturali una volta impossibili

E’ necessario quindi cambiare il nostro modello di welfare e renderlo uno strumento universale che accompagni tutte le persone e le famiglie nel corso della vita, proteggendole dai rischi della povertà e dell' emarginazione. Un welfare che cominci dalla cura e dall'educazione dei bambini, e che dia un ruolo centrale alla formazione permanente, come leva fondamentale per valorizzare le capacità personali. Un welfare che riguardi non solo i lavoratori subordinati, come nel welfare storico, ma anche i lavoratori autonomi e gli imprenditori, specie quelli piccoli che oggi sono privi di difese sociali.

Vogliamo che gli ammortizzatori siano un diritto per tutti, non una concessione discrezionale del governo.

Per fare tutto questo è necessario tornare alle nostre origini alla vera idea di Partito Democratico. Una forza del cambiamento, libera da ideologismi, libera dall'obbligo di apparire, di volta in volta, moderata o estremista per legittimare o cancellare la propria storia.

E’ nostro compito quindi recuperare un modo di interpretare la politica più collettivo, rifuggendo le individualità e i progetti personali, evitando di rincorrere le esposizioni mediatiche 'ad personam' che sono l'anticamera del populismo alla Berlusconi.

Permettemi un piccolo inciso prima di avviarmi alla conclusione del mio intervento. Ma vi sembra ragionevole che i principali quotidiani locali non parlino oggi del piu importante avvenimento politico del primo partito della città e della provincia e diano invece spazio solo a sterili diatribe interne al PD e su queste vanno a fare domande? I nostri dirigenti non dovrebbero rispondere, dovrebbero essere coerenti con quanto dichiarano nelle assemblee e invece no…invece il protagonismo dilaga. I nostri elettori non capiscono cosa sta accadendo e non apprezzano questi atteggiamenti. Cercano una politica nuova, una politica che parli al cuore della gente e che sia rappresentata da fatti tangibili e concreti (come il lavoro della nostra Amministrazioni) e non da parole e divisioni che volano via con il tempo.

Dobbiamo cercare di essere diversi, ma la nostra diversità deve essere qualcosa di vincente. Più che alle personalizzazioni dovremmo guardare all'innovazione, al cambiamento, concentrandoci sulla validità della nostra proposta politica. Una proposta che sia concreta, ma alla quale non manchino il coraggio, la chiarezza e la concretezza.

In questo credo che la figura del Sindaco di Pollica Angelo Vassallo debba per noi rappresentare un punto di riferimento cruciale. Vassallo aveva capito una cosa di cui molti non si rendono conto: la ricchezza di un territorio è il territorio stesso. Questo messaggio credo vada recuperato nella nostra azione quotidiana, anche nella nostra provincia, anche adesso che inizia la fase di costruzione di un programma per le amministrative del 2011.



Questo è l'unico modo per riportare il PD in alto, anche nei nostri territori, anche in quelli dove purtroppo abbiamo perso e che dobbiamo porci l’obiettivo di riconquistare nelle prossime tornate elettorali.





Alcuni pensieri che sono riuscito ad esprimere solo in parte per mancanza di tempo L



Su scala locale sono molto i temi di cui si è parlato in questi mesi e sui quali si sta concentrando l’azione del nostro Partito. Ma è importante rilanciare con sempre maggiore forza su alcuni temi fondamentali per il futuro dei nostri territori:



- Occorre affermare concretamente l’idea, di puntare sullo sviluppo qualificato e sull’innovazione del settore manifatturiero in Toscana come asse di uno sviluppo alternativo alla rendita fondiaria e come fondamento per la tenuta delle produzioni (non solo industriali e artigianali), ed allo stesso tempo investire sul trasferimento tecnologico e sul sostegno alle piccole e medie imprese, specie se impegnate sulla frontiera della ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento delle conoscenze, attirando nuovi capitali anche attraverso un serio impegno per sburocratizzare e semplificare l’iter autorizzativo, e ottimizzando in tutto il territorio della provincia la relazione tra artigianato e industria da un lato e poli di ricerca dall’altro;

- Particolare attenzione dovrà essere data al tema delle energie rinnovabili dove è necessario il ricorso ad una seria pianificazione, almeno di livello provinciale, che tenga conto dei fabbisogni, delle potenzialità e insieme della tutela del nostro paesaggio. In un contesto di affermazione di un nuovo modello di sviluppo orientato alla sostenibilità anche ambientale, e di fronte al ridimensionamento di settori tradizionali della nostra economia, quello delle rinnovabili, e più in generale la Green Economy, rappresenta una opportunità di sviluppo che il nostro territorio deve saper cogliere, promuovendo nel rispetto di una seria pianificazione coordinata, investimenti privati e pubblici;

- Pianificazione in materia di rifiuti, dove l'attenzione si dovrà rivolgere non solo alla compatibilità ambientale degli interventi impiantistici, ma anche alla loro interazione con la salute dei cittadini e dovrà partire da una più convinta politica di riduzione della produzione di rifiuti, di promozione della raccolta differenziata spinta che faccia del ricorso alla termovalorizzazione l'ultimo –di una strategia di smaltimento dei rifiuti.

- Ridefinire la strategia sul trasporto pubblico locale. A seguito del pesantissimo taglio da parte del Governo che ha privato la Regione Toscana del 40% dei fondi disponibili per il prossimo anno, la situazione è diventata insostenibile, causando effetti forti sugli standard dei servizi anche nella nostra provincia. Contro tutto questo il nostro Partito si deve attivare a tutti i livelli, sia per informare la cittadinanza di quanto stia succedendo e delle dimensioni della ‘scure’ con cui il Governo sta colpendo i nostri enti locali, sia per elaborare soluzioni politiche a questa situazione che minaccia pesantemente anche il nostro territorio e sta creando forti disagi. A questo punto credo però che si renda necessario un definitivo cambio di mentalità. Di fronte a tagli e vincoli di spesa sempre più stringenti per i nostri enti locali, che di fatto complicano enormemente il lavoro di chi amministra, occorre fare di necessità virtù. Aggregare le forze è l’unica soluzione possibile, tentando di elaborare nuovi strumenti per una ulteriore razionalizzazione che permetta di far fronte agli attacchi di chi invece dovrebbe dare un aiuto. Tale logica dovrà via via imporsi anche per quanto riguarda i servizi erogati dai Comuni. In questo senso una qualche forma di collaborazione fra enti locali, più o meno forte a seconda delle necessità, è una prospettiva da tenere in seria considerazione e di cui già si sta da tempo parlando.

Per discutere di questi, e degli altri temi aperti concordo con la proposta del Segretario di iniziare a pensare ad una Conferenza Programmatica, perchè è giunto il momento che tali temi abbiano una interpretazione quantomeno su scala provinciale, e non si riducano all'iniziativa e alle idee (spesso con sfumature diverse) dei singoli Sindaci. Sempre su questo tema credo si debba costruire un tavolo di confronto il più possibile aperto, coinvolgendo tutte le categorie sindacali ed economiche.

Caro Francesco, e mi avvio alla conclusione, Ti attenderanno, anzi ci attenderanno mesi complessi ma sono certo che con la tua capacità di ascolto, con la tua preparazione e con la tua conoscenza del territorio, sarai in grado di costruire un partito INNOVATIVO, UNITO, SOLIDALE e RIFORMISTA.

Nessun commento: