Il vicepresidente Gelli interviene sulle ultime decisioni del governo: «A rischio i nostri sforzi per combattere l'immigrazione clandestina».
«La tassa sui permessi di soggiorno non solo è di per sè iniqua ma rappresenta una vera e propria tassa sulla legalità capace di produrre effetti diametralmente opposti agli obiettivi proclamati da coloro che rivendicano questo provvedimento. Anche in Toscana questa scelta rischia di pregiudicare gravemente l'impegno che Regione, enti locali e associazionismo stanno portando avanti da anni per combattere l'immigrazione clandestina e per promuovere integrazione, legalità, sicurezza». È con questa valutazione che il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli commenta la decisione del governo sui permessi di soggiorno.
«Un provvedimento – spiega Gelli – che rimpinguerà le casse dello Stato e che invece va contro il buon senso che finora ha ispirato le iniziative per facilitare i rapporti tra uffici pubblici e immigrati.
Invece di una tassa, insomma, bisognerebbe pensare a semplificare le procedure e a eliminare le code agli sportelli, come abbiamo fatto noi in Toscana, con un progetto che, in accordo con le prefetture, ha utilizzato le nuove tecnologie telematiche».
Gelli, che all'interno del governo regionale ha anche le deleghe alla cultura della legalità e alle politiche di prevenzione per la sicurezza, sottolinea anche le pesanti conseguenze che produrrà l'introduzione del reato di immigrazione clandestina. «Per certi versi è curioso che sia stato introdotto dagli stessi che, in qualche misura, con la tassa sui permessi hanno pensato a un vero e proprio incentivo alla clandestinità – ricorda il vicepresidente – Ma comunque in questo modo riusciremo solo a ingolfare ulteriormente la nostra giustizia, appesantendone i costi per processi che forse nemmeno andranno mai a conclusione. Non abbiamo bisogno di reati nuovi, ma di processi rapidi e condanne certe. Per quanto riguarda il governo regionale della Toscana faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità perché tutto questo sia superato».
«La tassa sui permessi di soggiorno non solo è di per sè iniqua ma rappresenta una vera e propria tassa sulla legalità capace di produrre effetti diametralmente opposti agli obiettivi proclamati da coloro che rivendicano questo provvedimento. Anche in Toscana questa scelta rischia di pregiudicare gravemente l'impegno che Regione, enti locali e associazionismo stanno portando avanti da anni per combattere l'immigrazione clandestina e per promuovere integrazione, legalità, sicurezza». È con questa valutazione che il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli commenta la decisione del governo sui permessi di soggiorno.
«Un provvedimento – spiega Gelli – che rimpinguerà le casse dello Stato e che invece va contro il buon senso che finora ha ispirato le iniziative per facilitare i rapporti tra uffici pubblici e immigrati.
Invece di una tassa, insomma, bisognerebbe pensare a semplificare le procedure e a eliminare le code agli sportelli, come abbiamo fatto noi in Toscana, con un progetto che, in accordo con le prefetture, ha utilizzato le nuove tecnologie telematiche».
Gelli, che all'interno del governo regionale ha anche le deleghe alla cultura della legalità e alle politiche di prevenzione per la sicurezza, sottolinea anche le pesanti conseguenze che produrrà l'introduzione del reato di immigrazione clandestina. «Per certi versi è curioso che sia stato introdotto dagli stessi che, in qualche misura, con la tassa sui permessi hanno pensato a un vero e proprio incentivo alla clandestinità – ricorda il vicepresidente – Ma comunque in questo modo riusciremo solo a ingolfare ulteriormente la nostra giustizia, appesantendone i costi per processi che forse nemmeno andranno mai a conclusione. Non abbiamo bisogno di reati nuovi, ma di processi rapidi e condanne certe. Per quanto riguarda il governo regionale della Toscana faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità perché tutto questo sia superato».
Nessun commento:
Posta un commento