Questo deve essere il tema centrale della nostra iniziativa politica. L’Italia ha bisogno di un vero cambio di passo e del DIRITTO AL LAVORO.
Antonio
Ieri sera, mentre le Tv continuavano a mostrare le immagini della conferenza stampa bilaterale Berlusconi-Sarkozy, l’Istat ha diffuso il comunicato che certifica il disastro del lavoro nell’era della destra. Dall’Ansa: “Sono 1,5 milioni gli italiani che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano attivamente lavoro convinti di non riuscire a trovarlo: un esercito di "scoraggiati" che secondo i dati dell'Istat sulla media del 2010, si aggiungono ai 2,1 milioni di disoccupati ufficiali secondo le regole europee (coloro che hanno cercato attivamente un'occupazione nelle quattro settimane precedenti l'intervista e pronti a lavorare entro le due settimane successive). Nel complesso coloro che si percepiscono "in cerca di occupazione" sono quasi 4,4 milioni (4.397.000)”.
Ancora dall’Ansa di ieri sera: “In Italia famiglia e lavoro non vanno d'accordo, almeno per le donne. Non una novità ma l'Istat ha messo in bianco e nero le cifre aggiornate a tutto il 2010, che danno la misura delle difficoltà per una mamma di trovare o mantenere il posto. Secondo l'Istituto di statistica, infatti, le donne tra i 25 e 64 anni con tre o più figli che risultano occupate sono solo il 36,9 per cento”.
Sui quotidiani oggi queste informazioni si trovano poco, anche se sono più importanti di tante parole. "I dati dell'Istat sull'enorme numero di lavoratori scoraggiati che non cercano attivamente lavoro confermano quanto più volte ricordato dalla Banca d'Italia: il tasso di disoccupazione ufficiale a cui guarda il nostro ministro Sacconi per vantare performance migliori di quelle europee è fuorviante". Questo il commento di Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd. "Il tasso di disoccupazione reale deve includere gli scoraggiati, soprattutto le centinaia di migliaia di giovani e di donne. In particolare nel Mezzogiorno - ha sottolineato Fassina - l'inclusione di scoraggiati e di cassaintegrati porta l'Italia ben oltre il livello medio europeo, ossia intorno al 13%, in generale, oltre il 30% per i giovani. Sono livelli drammatici che dovrebbero spingere qualunque governo a superare le resistenze corporative ed avviare finalmente una stagione di riforme per la crescita ed il lavoro".
"I dati dell'Istat sono doppiamente drammatici perché non solo segnalano la crescente crisi occupazionale del nostro paese ma anche perché trovano un governo che cerca con costanza di minimizzare la reale portata della situazione" ha detto Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro. "Continuare a cullarsi nella retorica della crisi lontana e di una disoccupazione nella media europea, come fa il governo, è dannoso. E' funzionale solo alla sua latitanza. Servirebbe una politica per la crescita ma da anni c'è solo la riproposizione di progetti mai attuati e una politica di sistematica aggressione delle tutele dei lavoratori".
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