Oggi il ministro degli Interni, Roberto Maroni, sarà in Lussemburgo a discutere di
immigrazione con gli altri governi europei. E non avrà un compito facile. L’Europa ha bocciato
i provvedimenti italiani sui permessi temporanei. Arrivata dopo settimane di chiacchiere sui
respingimenti, di proclami della Lega e approvata esplicitamente con l’intento di far passare gli
immigrati verso altri paesi, la decisione italiana di concedere i permessi temporanei di
soggiorno è stata considerata non idonea ad aprire le porte dell’area Schengen, perché presa
senza l’urgenza di eventi straordinari. Se invece di fare propaganda, il governo avesse
organizzato l’accoglienza e preparato meglio questo passaggio, forse non si sarebbe arrivati a
questo punto. I permessi temporanei italiani, così come sono oggi, non permetteranno agli
immigrati di passare le frontiere.
Va detto che in questa impasse molto ha contato anche il predominare in Europa delle politiche
di centro destra, dove predomina l’ ”ognuno pensi per sé”. Basti pensare che nelle elezioni
appena svolte in Canton Ticino, Svizzera, hanno vinto i cugini svizzero-italiani della Lega.
Prima parola d’ordine: fuori gli italiani. Ma il governo e lo stesso presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi ha addirittura ventilato l’ipotesi di lavorare per
smembrare l’Europa, hanno dato un contributo determinante alla crisi.
« L`Italia non può pensare che l`Europa sia un taxi dove si sale quando serve e si scende quando
non si ha più bisogno» dice oggi Emma Bonino in un’intervista. «La posizione del
governo francese che non vuole migranti se non sono in grado di sostentarsi è la stessa che
aveva il ministro Maroni quando c`era il problema dei romeni. Mi verrebbe da dire che chi è
causa del suo mal pianga se stesso. L`Europa ha necessità di rigore e slancio se vuole affrontare
questioni così delicate. Le parole di Silvio Berlusconi rendono l`Italia poco credibile». Quanto
alla fuoruscita dalla Ue, minacciata da Berlusconi come rappresaglia alla sordità nei confronti
delle richieste italiane, Massimo D`Alema è netto: «Penso che se lui se ne andasse non
sarebbe rimpianto da nessuno. Il livello di discredito di cui gode il nostro Paese a causa sua è
veramente impressionante. E’ difficile reclamare la solidarietà dell`Europa quando l`Italia ha
fatto di tutto per non assumersi la sue responsabilità».
Le parole di Berlusconi e le risposte dei partners europei hanno spinto il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano a lanciare un ammonimento: in Europa serve una visione
«comune» anche sull`immigrazione. Guai a perseguire atti di «ritorsione» o «linee di
divisione», con il rischio di un passo indietro verso un assetto di «separazione» e il precipitare
dell`Ue dentro il perimetro angusto della sola unione monetaria.>
lunedì 11 aprile 2011
IMMIGRAZIONE. L’EUROPA DEI POPULISMI SI CHIUDE. L’ITALIA GETTA BENZINA SUL FUOCO DELLE DIVISIONI. PREOCCUPAZIONE AL QUIRINALE
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