Il titolo delle modifiche presentate ieri al Senato dal governo sul piano nucleare è chiaro: «Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari». Il testo un po’ meno: «Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare».
“Il governo fugge dal suo stesso piano” ha detto ieri Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, rivendicando le ragioni del Pd, che ha denunciato da tempo l’indecenza del progetto del ritorno al nucleare del governo, e puntando ancora una volta il dito contro l’incapacità e la confusione continua del governo della destra. Nello stesso tempo, il Pd e gli altri partiti dell’opposizione che si apprestavano a lanciare la campagna per i sì al referendum, hanno lanciato l’allarme sui risvolti avvelenati della decisione del governo che toglie di mezzo il nucleare, ma lascia la porta aperta ad una eventuale decisione successiva, dopo che sono stati scavalcati i referendum. «Berlusconi ha cancellato il nucleare, che costituiva il 50 per cento del suo programma, perché temeva che il referendum abrogativo potesse avere un effetto trainante sul quello sul legittimo impedimento» ha detto Massimo D’Alema. Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, è andato giù duro: «La paura fa novanta e si teme che il referendum sul nucleare trascini con se quello, ben più temuto dal premier, sul legittimo impedimento»… «Ci rivolgeremo alla Cassazione per certificare che questa modifica è una truffa e che senza l`abrogazione della legge persiste il referendum».
Oggi intanto si svolgerà la protesta dei lavoratori del settore fotovoltaico a causa del pericoloso fermo di ogni attività provocato dal governo con il blocco del decreto sugli incentivi, che dovevano essere rivisti ma che ancora non sono stati indicati dal governo provocando così un’incertezza che rischia di bruciare un settore dove, nonostante la crisi, sono cresciuti attività e occupazione. “0ggi saremo con convinzione alle manifestazioni indette dai lavoratori e dalle imprese del settore del fotovoltaico” ha scritto sull’Unità Stella Bianchi della segreteria nazionale del Pd, annunciando che oggi, dalle 15,10, il segretario Pier Luigi Bersani in Parlamento “chiederà conto al governo di quanto intende fare per riparare ai danni compiuti”.
mercoledì 20 aprile 2011
Il governo abroga il referendum sul Nucleare per evitare che si raggiunga il quorum sul legittimo impedimento
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