Cari frequentatrici/frequentatori del blog... oggi in Consiglio Comunale discuteremo (e voteremo) del Programma di mandato che sarà il confine entro cui muoverci nei 5 anni di legislatura. Ho provato a dare qualche contributo, assolutamente non esaustivo e frutto di una prima riflessione, in merito al Programma di Mandato (documento efficace che sottolinea la Voglia dell’amministrazione di dare concretezza alle idee), che spero possa essere di stimolo per un dibattito produttivo, che dia trasparenza al lavoro dell’Amministrazione Comunale.
Sono convinto che i prossimi mesi saranno densi di importanti appuntamenti, in cui ciascun consigliere deve essere proattivo e stimolare il dibattito per offrire ai cittadini una città con una qualità della vita migliore, più sicura e che sappia guardare ai prossimi anni producendo le accelerazioni necessarie per dare risposte nuove nel quadro delle scelte strategiche che andremo a definire. Inizio con gli spunti che riassumo di seguito:
PATTO PER PISA SICURA (1.2)
La sicurezza è, sicuramente, uno dei temi più presenti sull’agenda politica, ormai, da diverse settimane (non inizio le mie riflessioni in ordine di priorità, ma per seguire il documento presentato). In queste settimane l'allarme sicurezza si è imposto come la principale priorità nell'azione del nostro governo locale come nella sensibilità dei cittadini, dei giornali e delle televisioni. E tuttavia la sicurezza, con la forte domanda di legalità che a essa si accompagna, viene declinata in un solo modo, si impernia su una sola equazione: immigrazione uguale criminalità.
Il problema, insomma, sono i nomadi che pretendono l'elemosina, gli albanesi che sfruttano le donne, i maghrebini che spacciano, i rumeni che rubano e che stuprano e i senegalesi che vendono merce contraffatta...Credo che se anche tutto questo fosse vero - e non lo è, come non lo è mai qualsiasi giudizio che faccia di tutta l'erba un fascio - mi pare proprio che in questo modo si guardi o si voglia guardare solo in una direzione. Guardiamo molto - e forse giustamente - al pericolo che ci viene da fuori, ma forse non abbastanza a quello che succede da noi, magari anche a casa nostra: e forse non vogliamo nemmeno osservare, nascondiamo e ci nascondiamo perché in realtà non abbiamo il coraggio di guardare negli occhi i nostri coetanei, di capire davvero le ragioni del loro disagio, e magari di metterci noi stessi in questione, perché i ragazzi, si sa, sono anche uno specchio maledettamente eloquente di quello che siamo noi.
In definitiva il tema della sicurezza, secondo il mio modesto punto di vista,va trattato nel senso più ampio, non si identifica esclusivamente con sicurezza personale, ma implica una visione più generale della vita cittadina e della convivenza tra persone. Sicurezza significa allora coesistenza civile, integrazione, accesso ai servizi, diritto alla cultura. Si può dire che la sicurezza è la conseguenza di una programmazione sociale, che presuppone lo sviluppo del senso civico e della partecipazione. Tanto più in una realtà, come quella pisana, contraddistinta dalla presenza di decine di migliaia di studenti fuori sede, e un numero crescente di lavoratori immigrati, nella quale è essenziale trovare punti comuni di confronto e di aggregazione.
Garantire la sicurezza (come si riporta nel programma di mandato) è un dovere che richiede il massimo impegno, su diversi fronti. E’ evidente che l’Amministrazione Pubblica da sola non può fronteggiare un problema cosi profondo, che riguarda diverse zone della città e diversi fenomeni. Credo sia essenziale, almeno per provare a ristabilire un minimo di legalità, che venga fatto funzionare in maniera diversa e più efficace il Comitato Provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico. Solo in questo modo, con azioni coordinate e strategiche, in qualche mese potremo avere l’aspirazione di migliorare la situazione attuale. Non basta emanare delle ordinanze per pensare che il “Sistema” cambi automaticamente, bisogna invece accellerare un percorso di dialogo con tutte le parti sociali/economiche/istituzionali che guardi ad azioni sinergiche. Questo sarà possibile solo se prevederà due fasi parallele: una di controllo del territorio e contrasto della microcriminalità o comunque del non rispetto delle regole e l’altro di progettazione di una concertazione sociale che metta al primo posto i diritti ed i doveri di ciascun cittadino.
Possiamo fare molto, se investiamo sulla prevenzione, dove abbiamo enormi competenze. Nel programma di mandato dobbiamo, quindi, parlare oltre che di patto per la sicurezza, anche della prevenzione delle manifestazioni del malessere giovanile. Per questo penso che entro quest'anno, si debba organizzare una grande occasione di incontro e confronto su queste tematiche, una grande occasione per riunire tutti quanti, istituzioni e non, che vogliono e devono esercitare la loro responsabilità per il futuro dei giovani e quindi per il futuro della nostra società.
Solo con una politica che guarda al controllo ed al rispetto delle regole, (vedi per esempio la capacità di mantenere la città più pulita e bella) ma anche alla prevenzione e alla riaffermazione della vitalità dei luoghi piu belli del centro storico sarà possibile migliorare la qualità della vita dei cittadini.
POLITICHE EDUCATIVE E SERVIZI SCOLASTICI (2.1)
Aumentare e favorire il percorso scolastico all'interno dello stesso istituto comprensivo nel quale si e' iniziato l'inserimento gia' dal nido e nel migliore dei casi della stessa circoscrizione di residenza,sia per favorire le relazioni sociali tra i bambini che iniziano una conoscenza dal nido sia per evitare spostamenti da parte dei genitori per accompagnare i figli a scuola (minore impatto su mobilità e riduzione dell’inquinamento...)
LA PROMOZIONE DELLO SPORT E LA VALORIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI (2.6 e 2.7)
Pisa ha bisogno di alimentare la cultura dello sport. Nella scorsa legislatura molto era stato fatto in questo senso. Dobbiamo provare a migliorarci. Innanzitutto definendo , sin da subito un piano integrato dello “Sport per Tutti”. Questo piano dovrebbe prevedere la mappatura delle strutture di base esistenti, la riqualificazione degli spazi già utilizzati e la messa a norma degli impianti (nel caso già non lo fossero). Inoltre dovrebbe prevedere la possibilità di costruire nuovi impianti (piscine, palestre, campi sportivi e non solo di calcetto) secondo la logica del Project Financing. Alcuni di questi impianti insieme a percorsi vita e spazi verdi potrebbero essere realizzati nell’Area dell’attuale Santa Chiara, oppure, come già proposto dall’assesore Cerri, all’interno del progetto d riqualificazione della Fontina…in cui si dovrebbe creare una cittadella dello Sport. La gestione di queste nuove strutture, ma anche di quelle attualmente in uso andrebbe affidata, tramite l’espletamento di un bando a rilevanza pubblica, non solo secondo logiche economiche/finanziarie, ma anche in base ad indicatori di qualità (presenza delle associazioni sul territorio, valutazioni annuali, investimenti precedenti, etc) degli imprenditori/associazioni.
POLITICHE GIOVANILI E SPAZI
RAPPORTI CITTA’- STUDENTI UNIVERSITARI (2.9 e 2.10)
Migliorare il livello di integrazione del mondo studentesco con la città, creando dei contenitori in cui incontrarsi e confrontarsi. Ormai il rapporto tra studenti fuori sedi e residente è di 6 a 10. Un numero elevato..che va tenuto in considerazione. Per esempio bisognerebbe prendere spunto da città universitarie straniere (Salamanca, Valencia, Oslo)..provare a creare un Campus in città nell’area riqualificata del Santa Chiara.
Inoltre andrebbe, sin da subito, elaborato (con finanziamenti adeguati) un progetto per la ricerca e riqualificazione di alcuni spazi di integrazione e socializzazione. Solo in questo modo è possibile allentare la pressione che migliaia di giovani, giornalmente, apportano nel centro storico. La mia esperienza, prima di studente fuori sede e poi di cittadino impegnato, consiglia di utilizzare un approccio diverso rispetto a quello attualmente ipotizzato. La maggior parte delle ragazze/i che affollano, specialmente durante le serate estive, il centro storico, sono i primi a richiedere che vengano rispettate le regole. Con loro bisognerebbe iniziare un percorso che li integri maggiormente in città. Li faccia sentire protagonisti del percorso cittadino (per esempio attraverso la creazione di una Consulta dei Fuori Sede). Cosi come andrebbe presentato un nuovo paradigma politico alle associazione dei commercianti. A loro andrebbe richiesta una prova di grande trasparenza e lealtà. Perché non proporre che gli esercizi commerciali che rispettano le ordinanze e rendono pulita la loro area di competenza possano restare aperti per un periodo più lungo di chi invece contravviene alle regole? Perché non proporre incentivi per chi offre anche servizi culturali?
UN PIANO D’AREA PER LA MOBILITA’ (3.1)
Per ciò che concerne il sistema delle infrastrutture (vedi anche 4.3 sviluppo urbanistico e le grandi trasformazioni) non si può dimenticare il deterioramento della qualità della vita nei quartieri di S.Marco e S.Giusto, conseguenza dell’evidente grande sviluppo delle attività aeroportuali e dei servizi connessi. E’ essenziale, quindi, comprendere in profondità le scelte che sono alla base dell’enorme sviluppo del sistema aeroportuale, le future strategie dell’azienda e le ricadute sui quartieri limitrofi e sull’intera città. E’ perciò assolutamente necessario attivarsi, sin da subito, per allestire un tavolo nel quale la SAT esplichi chiaramente le proprie strategie di sviluppo (non è corretto sostenere a priori, ma sarebbe meglio prima cososcere, il Master Plan dell’Aeroporto) future e gli interventi che intende mettere in campo per salvaguardare la salute dei cittadini ed i rischi inerenti alla sicurezza stradale nelle vie confinanti ai propri terreni.
Per ciò che concerne il trasporto pubblico locale è importante definire degli accordi con gli altri comuni dell’Area Vasta (in accordo al Piano Strategico), offrendo una scontistica particolare per chi utilizza i mezzi pubblici per accedere in città, lasciando l’auto nei parcheggi scambiatori.
LA MOBILITA’ URBANA (3.2)
Il piano della mobilità urbana deve avere come interesse anche quello di ridurre il più possibile l’inquinamento atmosferico e acustico nelle zone più sensibili. È dunque necessario monitorare queste zone per ridurre i rischi alla salute dei cittadini. Alcuni passi sono stati fatti con la creazione di zone a traffico limitato controllate da varchi elettronici. Può essere fatto ancora di più. E’ possibile infatti, con la sola installazione di varchi elettronici di uscita, controllare il tempo di permanenza all’interno dell’area a traffico limitato. Ciò permetterebbe da un lato di monitorare il reale tempo di permanenza all’interno della ZTL (variabile a seconda della classe di inquinamento del veicolo) e dall’altro renderebbe possibile l’accesso nell’area solo a tipologie di veicoli ben definite.
Per ridurre l’inquinamento, per tutelare maggiormente la salute dei cittadini, per migliorare ancor di più la qualità della vita in città potrebbe essere interessante sperimentare un progetto di Area Pricing in un area più vasta (cintura esterna della città/comuni limitrofi) in cui i cittadini non residenti pagherebbero l’ingresso a seconda della classe di inquinamento del veicolo (gli euro 4 e 5 sarebbero esenti).
La storia di iniziative similari in altre città d’Europa, ed attualmente la sperimentazione a Milano dimostra che è possibile creare, grazie all’innovazione tecnologica, una città sempre più accessibile e godibile. A seguito dei dati rilevati nelle altre esperienze si evince che
- si potrà determinare una diminuzione giornaliera variabile tra il 20% ed il 30% delle polveri sottili nella zona controllata, con riflessi positivi anche sulle aree cittadine circostanti;
- si avrà una viabilità più fluida
- si stima una riduzione variabile tra il 10% e il 20% delle auto in ingresso alla zona controllata e un incremento della velocità dei mezzi di trasporto pubblico.
Questo provvedimento deve essere affiancato da importanti interventi strutturali, e da una forte condivisione politico/economica con tutti i player presenti sul territorio:
- il potenziamento del trasporto pubblico;
- La realizzazione di nuovi parcheggi scambiatori;
- l'estensione delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici;
- la realizzazione di nuove piste ciclabili;
- l'aumento delle aree verdi.
Ciò servirebbe anche a far contribuire alle spese di mantenimento dei servizi essenziali che i cittadini non residenti (nelle ore di punta sono circa 50.000) “utilizzano” giornalmente. Perché il progetto funzioni è necessario che i proventi dell’iniziativa vengano reinvesti nel potenziamento dei servizi di base legati alla mobilità e all’ambiente.
Per ciò che concerne le piste ciclabili credo sia essenziale specificare meglio le nostre proposte in particolare mi sembrerebbe opportuno sistemare e mettere in sicurezza una pista ciclabile sull'Arno da Riglione a Ponte della Vittoria. Pensare a un percorso organico tra i vari tratti di piste ciclabile gia'esistenti e di nuove che portano alla stazione (non c'e' nessuna pista ciclabile a Pisa che da qualsiasi parte della citta’ porti alla stazione).
Infine realizzare una pista ciclabile che dal centro della citta' passando per sant'ermete e putignano arrivi fino alla zona artigianale di Ospedaletto (ci sono gia tratti di strade esistenti che permetterebbero un percorso in sicurezza)
Per quanto riguarda la proposta sui parcheggi, credo sia essenziale impegnarci maggiormente sulla realizzazioni di parcheggi scambiatori e non su quelli (vedi Via Piave) che portano maggiore pressione della mobilità sul centro urbano. In quest’ottica potremmo sviluppare un progetto per offrire gratuitamente (attraverso la ricerca di appositi finanziamenti comunitari) l’utilizzo di bici elettriche a chi lasci la propria auto nei parcheggi scambiatori.
AMBIENTE E LE RISORSE PRIMARIE (3.6)
Per ottenere un risultato in tema di politiche ambientali, concordo in pieno, che debba essere sviluppato un piano ambientale dell’area pisana e non solo della città di Pisa. In primis vanno pensati investimenti atti alla realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e di interventi volti ad aumentare l’efficienza energetica nei settori civile (x esempio sostituire le attuali lampadine dell’illuminazione pubblica con dei LED), industriale e dei trasporti, attraverso l’elaborazione di un Piano Energetico Comunale all’interno del Regolamento Urbanistico e la creazione di un ufficio di Energy management o adottando specifici programmi di settore. I piani energetici dovranno contenere una previsione di abbattimento delle emissioni di gas serra in linea con gli obiettivi stabiliti dagli accordi internazionali. Per farlo, si può pensare ad esempio alla detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo ambientale, alla previsione di inasprimenti fiscali per tutti coloro che si sottraggono alle sfide dell'eco-compatibilità.
CURA DEL VERDE (3.8)
Cura dei parchi pubblici, iniziando da quelli piu' decentrati, attraverso l’affido ad associazioni di volontariato o aziende no-profit sulla falsa riga di quello che e' avvenuto con l'adozione delle rotonde da parte di enti che si occupano della cura del verde. Questo sarebbe possibile a costi irrisori per l’amministrazione facendo utilizzare parte di quegli spazi per la pubblicità.
INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE (4.1)
Per far diventare Pisa protagonista della sua crescita, oltre a quanto riportato nel programma di mandato è essenziale che l’Amministrazione Comunale crei il giusto humus, le giuste regole per consentire ad una nuova classe imprenditoriale di venire ad investire in città. Essenziale è un regolamento comunale sulla creazione di nuove imprese, la creazione di uno Sportello Unico per le attività produttive e creazione di un apposito ufficio destinato al controllo degli investimenti per una migliore programmazione del territorio.
L’ECONOMIA DEL TURISMO NELL’AREA PISANA (4.5)
Oltre a quanto già riportato nel programma di mandato è essenziale incentivare la nascita di strutture recettive a basso costo (ostelli, bed and breakfast, etc) per permettere ai giovani di tutto il mondo di conoscere e vivere (non solo utilizzare) la città.
LE RISORSE E LE AZIENDE (5-6)
Le risorse, ed il loro utilizzo, saranno uno dei maggiori problemi che andremo ad affrontare nel prossimo quinquennio, ma credo che possano diventare anche una grande opportunità per razionalizzare ed efficientizzare i processi che, attualmente, producono maggiori sprechi. Per raggiungere questo importante risultato è essenziale che vengano date delle priorità chiare (in cui sia rispettato il rapporto tra il politico ed il dirigente tecnico), in modo da poter offrire ai cittadini un comune che indirizzi e governi di più, anche rafforzando le sue funzioni di controllo e gestisca di meno.
Il tema delle priorità, che affronteremo prossimamente, dovrà, sin da subito, definire uno strumento adeguato per gestire in maniera più efficace tutte le partecipate e controllate, ma anche il patrimonio comunale. Non si può posticipare questo tema, perché potrebbe liberare tante risorse necessarie al mantenimento dei livelli dei servizi attuali. Cosi come non si può posticipare il processo di aggregazione e di controllo delle aziende di gestione dei servizi pubblici locali per non trovarsi impreparati all’apertura alla concorrenza cosi come previsto dalla nuova normativa europea e dall’art. 23 e 23 bis contenute nella manovra economica estiva.
Inoltre dovremo continuare ad attuare le politiche di riduzione del debito, in modo da permettere di liberare risorse per la spesa corrente, che andrà tenuta sotto controllo implementando un controllo di gestione più efficace, che permetta di capire, a chi amministra, in maniera più chiara i risultati prodotti dai singoli uffici.
Queste sono solo alcune delle possibili integrazioni, non sono esaustive ma servono a dare un contributo minimale ad un documento già di per se ampio e ben strutturato. Per concludere credo che sia possibile realizzare tutti questi progetti solo attraverso una profonda riorganizzazione della macchina Comunale, che tenga conto del cambio di paradigma in essere e permetta di rispondere in maniera più efficace ed efficiente ai bisogni dei cittadini e della gestione della cosa pubblica. Solo attraverso una struttura meno rigida (organizzazione per processi più che per strutture predefinite) è possibile creare una rete di servizi di alta qualità e minor costo.
Voi cosa ne pensate? Avete idee per migliorare la qualità della vita in città? Avete proposte di interventi strategici da adottare nel quinquennio?
Grazie per il contributo……e sempre a vostra disposizione
Antonio
Sono convinto che i prossimi mesi saranno densi di importanti appuntamenti, in cui ciascun consigliere deve essere proattivo e stimolare il dibattito per offrire ai cittadini una città con una qualità della vita migliore, più sicura e che sappia guardare ai prossimi anni producendo le accelerazioni necessarie per dare risposte nuove nel quadro delle scelte strategiche che andremo a definire. Inizio con gli spunti che riassumo di seguito:
PATTO PER PISA SICURA (1.2)
La sicurezza è, sicuramente, uno dei temi più presenti sull’agenda politica, ormai, da diverse settimane (non inizio le mie riflessioni in ordine di priorità, ma per seguire il documento presentato). In queste settimane l'allarme sicurezza si è imposto come la principale priorità nell'azione del nostro governo locale come nella sensibilità dei cittadini, dei giornali e delle televisioni. E tuttavia la sicurezza, con la forte domanda di legalità che a essa si accompagna, viene declinata in un solo modo, si impernia su una sola equazione: immigrazione uguale criminalità.
Il problema, insomma, sono i nomadi che pretendono l'elemosina, gli albanesi che sfruttano le donne, i maghrebini che spacciano, i rumeni che rubano e che stuprano e i senegalesi che vendono merce contraffatta...Credo che se anche tutto questo fosse vero - e non lo è, come non lo è mai qualsiasi giudizio che faccia di tutta l'erba un fascio - mi pare proprio che in questo modo si guardi o si voglia guardare solo in una direzione. Guardiamo molto - e forse giustamente - al pericolo che ci viene da fuori, ma forse non abbastanza a quello che succede da noi, magari anche a casa nostra: e forse non vogliamo nemmeno osservare, nascondiamo e ci nascondiamo perché in realtà non abbiamo il coraggio di guardare negli occhi i nostri coetanei, di capire davvero le ragioni del loro disagio, e magari di metterci noi stessi in questione, perché i ragazzi, si sa, sono anche uno specchio maledettamente eloquente di quello che siamo noi.
In definitiva il tema della sicurezza, secondo il mio modesto punto di vista,va trattato nel senso più ampio, non si identifica esclusivamente con sicurezza personale, ma implica una visione più generale della vita cittadina e della convivenza tra persone. Sicurezza significa allora coesistenza civile, integrazione, accesso ai servizi, diritto alla cultura. Si può dire che la sicurezza è la conseguenza di una programmazione sociale, che presuppone lo sviluppo del senso civico e della partecipazione. Tanto più in una realtà, come quella pisana, contraddistinta dalla presenza di decine di migliaia di studenti fuori sede, e un numero crescente di lavoratori immigrati, nella quale è essenziale trovare punti comuni di confronto e di aggregazione.
Garantire la sicurezza (come si riporta nel programma di mandato) è un dovere che richiede il massimo impegno, su diversi fronti. E’ evidente che l’Amministrazione Pubblica da sola non può fronteggiare un problema cosi profondo, che riguarda diverse zone della città e diversi fenomeni. Credo sia essenziale, almeno per provare a ristabilire un minimo di legalità, che venga fatto funzionare in maniera diversa e più efficace il Comitato Provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico. Solo in questo modo, con azioni coordinate e strategiche, in qualche mese potremo avere l’aspirazione di migliorare la situazione attuale. Non basta emanare delle ordinanze per pensare che il “Sistema” cambi automaticamente, bisogna invece accellerare un percorso di dialogo con tutte le parti sociali/economiche/istituzionali che guardi ad azioni sinergiche. Questo sarà possibile solo se prevederà due fasi parallele: una di controllo del territorio e contrasto della microcriminalità o comunque del non rispetto delle regole e l’altro di progettazione di una concertazione sociale che metta al primo posto i diritti ed i doveri di ciascun cittadino.
Possiamo fare molto, se investiamo sulla prevenzione, dove abbiamo enormi competenze. Nel programma di mandato dobbiamo, quindi, parlare oltre che di patto per la sicurezza, anche della prevenzione delle manifestazioni del malessere giovanile. Per questo penso che entro quest'anno, si debba organizzare una grande occasione di incontro e confronto su queste tematiche, una grande occasione per riunire tutti quanti, istituzioni e non, che vogliono e devono esercitare la loro responsabilità per il futuro dei giovani e quindi per il futuro della nostra società.
Solo con una politica che guarda al controllo ed al rispetto delle regole, (vedi per esempio la capacità di mantenere la città più pulita e bella) ma anche alla prevenzione e alla riaffermazione della vitalità dei luoghi piu belli del centro storico sarà possibile migliorare la qualità della vita dei cittadini.
POLITICHE EDUCATIVE E SERVIZI SCOLASTICI (2.1)
Aumentare e favorire il percorso scolastico all'interno dello stesso istituto comprensivo nel quale si e' iniziato l'inserimento gia' dal nido e nel migliore dei casi della stessa circoscrizione di residenza,sia per favorire le relazioni sociali tra i bambini che iniziano una conoscenza dal nido sia per evitare spostamenti da parte dei genitori per accompagnare i figli a scuola (minore impatto su mobilità e riduzione dell’inquinamento...)
LA PROMOZIONE DELLO SPORT E LA VALORIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI (2.6 e 2.7)
Pisa ha bisogno di alimentare la cultura dello sport. Nella scorsa legislatura molto era stato fatto in questo senso. Dobbiamo provare a migliorarci. Innanzitutto definendo , sin da subito un piano integrato dello “Sport per Tutti”. Questo piano dovrebbe prevedere la mappatura delle strutture di base esistenti, la riqualificazione degli spazi già utilizzati e la messa a norma degli impianti (nel caso già non lo fossero). Inoltre dovrebbe prevedere la possibilità di costruire nuovi impianti (piscine, palestre, campi sportivi e non solo di calcetto) secondo la logica del Project Financing. Alcuni di questi impianti insieme a percorsi vita e spazi verdi potrebbero essere realizzati nell’Area dell’attuale Santa Chiara, oppure, come già proposto dall’assesore Cerri, all’interno del progetto d riqualificazione della Fontina…in cui si dovrebbe creare una cittadella dello Sport. La gestione di queste nuove strutture, ma anche di quelle attualmente in uso andrebbe affidata, tramite l’espletamento di un bando a rilevanza pubblica, non solo secondo logiche economiche/finanziarie, ma anche in base ad indicatori di qualità (presenza delle associazioni sul territorio, valutazioni annuali, investimenti precedenti, etc) degli imprenditori/associazioni.
POLITICHE GIOVANILI E SPAZI
RAPPORTI CITTA’- STUDENTI UNIVERSITARI (2.9 e 2.10)
Migliorare il livello di integrazione del mondo studentesco con la città, creando dei contenitori in cui incontrarsi e confrontarsi. Ormai il rapporto tra studenti fuori sedi e residente è di 6 a 10. Un numero elevato..che va tenuto in considerazione. Per esempio bisognerebbe prendere spunto da città universitarie straniere (Salamanca, Valencia, Oslo)..provare a creare un Campus in città nell’area riqualificata del Santa Chiara.
Inoltre andrebbe, sin da subito, elaborato (con finanziamenti adeguati) un progetto per la ricerca e riqualificazione di alcuni spazi di integrazione e socializzazione. Solo in questo modo è possibile allentare la pressione che migliaia di giovani, giornalmente, apportano nel centro storico. La mia esperienza, prima di studente fuori sede e poi di cittadino impegnato, consiglia di utilizzare un approccio diverso rispetto a quello attualmente ipotizzato. La maggior parte delle ragazze/i che affollano, specialmente durante le serate estive, il centro storico, sono i primi a richiedere che vengano rispettate le regole. Con loro bisognerebbe iniziare un percorso che li integri maggiormente in città. Li faccia sentire protagonisti del percorso cittadino (per esempio attraverso la creazione di una Consulta dei Fuori Sede). Cosi come andrebbe presentato un nuovo paradigma politico alle associazione dei commercianti. A loro andrebbe richiesta una prova di grande trasparenza e lealtà. Perché non proporre che gli esercizi commerciali che rispettano le ordinanze e rendono pulita la loro area di competenza possano restare aperti per un periodo più lungo di chi invece contravviene alle regole? Perché non proporre incentivi per chi offre anche servizi culturali?
UN PIANO D’AREA PER LA MOBILITA’ (3.1)
Per ciò che concerne il sistema delle infrastrutture (vedi anche 4.3 sviluppo urbanistico e le grandi trasformazioni) non si può dimenticare il deterioramento della qualità della vita nei quartieri di S.Marco e S.Giusto, conseguenza dell’evidente grande sviluppo delle attività aeroportuali e dei servizi connessi. E’ essenziale, quindi, comprendere in profondità le scelte che sono alla base dell’enorme sviluppo del sistema aeroportuale, le future strategie dell’azienda e le ricadute sui quartieri limitrofi e sull’intera città. E’ perciò assolutamente necessario attivarsi, sin da subito, per allestire un tavolo nel quale la SAT esplichi chiaramente le proprie strategie di sviluppo (non è corretto sostenere a priori, ma sarebbe meglio prima cososcere, il Master Plan dell’Aeroporto) future e gli interventi che intende mettere in campo per salvaguardare la salute dei cittadini ed i rischi inerenti alla sicurezza stradale nelle vie confinanti ai propri terreni.
Per ciò che concerne il trasporto pubblico locale è importante definire degli accordi con gli altri comuni dell’Area Vasta (in accordo al Piano Strategico), offrendo una scontistica particolare per chi utilizza i mezzi pubblici per accedere in città, lasciando l’auto nei parcheggi scambiatori.
LA MOBILITA’ URBANA (3.2)
Il piano della mobilità urbana deve avere come interesse anche quello di ridurre il più possibile l’inquinamento atmosferico e acustico nelle zone più sensibili. È dunque necessario monitorare queste zone per ridurre i rischi alla salute dei cittadini. Alcuni passi sono stati fatti con la creazione di zone a traffico limitato controllate da varchi elettronici. Può essere fatto ancora di più. E’ possibile infatti, con la sola installazione di varchi elettronici di uscita, controllare il tempo di permanenza all’interno dell’area a traffico limitato. Ciò permetterebbe da un lato di monitorare il reale tempo di permanenza all’interno della ZTL (variabile a seconda della classe di inquinamento del veicolo) e dall’altro renderebbe possibile l’accesso nell’area solo a tipologie di veicoli ben definite.
Per ridurre l’inquinamento, per tutelare maggiormente la salute dei cittadini, per migliorare ancor di più la qualità della vita in città potrebbe essere interessante sperimentare un progetto di Area Pricing in un area più vasta (cintura esterna della città/comuni limitrofi) in cui i cittadini non residenti pagherebbero l’ingresso a seconda della classe di inquinamento del veicolo (gli euro 4 e 5 sarebbero esenti).
La storia di iniziative similari in altre città d’Europa, ed attualmente la sperimentazione a Milano dimostra che è possibile creare, grazie all’innovazione tecnologica, una città sempre più accessibile e godibile. A seguito dei dati rilevati nelle altre esperienze si evince che
- si potrà determinare una diminuzione giornaliera variabile tra il 20% ed il 30% delle polveri sottili nella zona controllata, con riflessi positivi anche sulle aree cittadine circostanti;
- si avrà una viabilità più fluida
- si stima una riduzione variabile tra il 10% e il 20% delle auto in ingresso alla zona controllata e un incremento della velocità dei mezzi di trasporto pubblico.
Questo provvedimento deve essere affiancato da importanti interventi strutturali, e da una forte condivisione politico/economica con tutti i player presenti sul territorio:
- il potenziamento del trasporto pubblico;
- La realizzazione di nuovi parcheggi scambiatori;
- l'estensione delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici;
- la realizzazione di nuove piste ciclabili;
- l'aumento delle aree verdi.
Ciò servirebbe anche a far contribuire alle spese di mantenimento dei servizi essenziali che i cittadini non residenti (nelle ore di punta sono circa 50.000) “utilizzano” giornalmente. Perché il progetto funzioni è necessario che i proventi dell’iniziativa vengano reinvesti nel potenziamento dei servizi di base legati alla mobilità e all’ambiente.
Per ciò che concerne le piste ciclabili credo sia essenziale specificare meglio le nostre proposte in particolare mi sembrerebbe opportuno sistemare e mettere in sicurezza una pista ciclabile sull'Arno da Riglione a Ponte della Vittoria. Pensare a un percorso organico tra i vari tratti di piste ciclabile gia'esistenti e di nuove che portano alla stazione (non c'e' nessuna pista ciclabile a Pisa che da qualsiasi parte della citta’ porti alla stazione).
Infine realizzare una pista ciclabile che dal centro della citta' passando per sant'ermete e putignano arrivi fino alla zona artigianale di Ospedaletto (ci sono gia tratti di strade esistenti che permetterebbero un percorso in sicurezza)
Per quanto riguarda la proposta sui parcheggi, credo sia essenziale impegnarci maggiormente sulla realizzazioni di parcheggi scambiatori e non su quelli (vedi Via Piave) che portano maggiore pressione della mobilità sul centro urbano. In quest’ottica potremmo sviluppare un progetto per offrire gratuitamente (attraverso la ricerca di appositi finanziamenti comunitari) l’utilizzo di bici elettriche a chi lasci la propria auto nei parcheggi scambiatori.
AMBIENTE E LE RISORSE PRIMARIE (3.6)
Per ottenere un risultato in tema di politiche ambientali, concordo in pieno, che debba essere sviluppato un piano ambientale dell’area pisana e non solo della città di Pisa. In primis vanno pensati investimenti atti alla realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e di interventi volti ad aumentare l’efficienza energetica nei settori civile (x esempio sostituire le attuali lampadine dell’illuminazione pubblica con dei LED), industriale e dei trasporti, attraverso l’elaborazione di un Piano Energetico Comunale all’interno del Regolamento Urbanistico e la creazione di un ufficio di Energy management o adottando specifici programmi di settore. I piani energetici dovranno contenere una previsione di abbattimento delle emissioni di gas serra in linea con gli obiettivi stabiliti dagli accordi internazionali. Per farlo, si può pensare ad esempio alla detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo ambientale, alla previsione di inasprimenti fiscali per tutti coloro che si sottraggono alle sfide dell'eco-compatibilità.
CURA DEL VERDE (3.8)
Cura dei parchi pubblici, iniziando da quelli piu' decentrati, attraverso l’affido ad associazioni di volontariato o aziende no-profit sulla falsa riga di quello che e' avvenuto con l'adozione delle rotonde da parte di enti che si occupano della cura del verde. Questo sarebbe possibile a costi irrisori per l’amministrazione facendo utilizzare parte di quegli spazi per la pubblicità.
INNOVAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE (4.1)
Per far diventare Pisa protagonista della sua crescita, oltre a quanto riportato nel programma di mandato è essenziale che l’Amministrazione Comunale crei il giusto humus, le giuste regole per consentire ad una nuova classe imprenditoriale di venire ad investire in città. Essenziale è un regolamento comunale sulla creazione di nuove imprese, la creazione di uno Sportello Unico per le attività produttive e creazione di un apposito ufficio destinato al controllo degli investimenti per una migliore programmazione del territorio.
L’ECONOMIA DEL TURISMO NELL’AREA PISANA (4.5)
Oltre a quanto già riportato nel programma di mandato è essenziale incentivare la nascita di strutture recettive a basso costo (ostelli, bed and breakfast, etc) per permettere ai giovani di tutto il mondo di conoscere e vivere (non solo utilizzare) la città.
LE RISORSE E LE AZIENDE (5-6)
Le risorse, ed il loro utilizzo, saranno uno dei maggiori problemi che andremo ad affrontare nel prossimo quinquennio, ma credo che possano diventare anche una grande opportunità per razionalizzare ed efficientizzare i processi che, attualmente, producono maggiori sprechi. Per raggiungere questo importante risultato è essenziale che vengano date delle priorità chiare (in cui sia rispettato il rapporto tra il politico ed il dirigente tecnico), in modo da poter offrire ai cittadini un comune che indirizzi e governi di più, anche rafforzando le sue funzioni di controllo e gestisca di meno.
Il tema delle priorità, che affronteremo prossimamente, dovrà, sin da subito, definire uno strumento adeguato per gestire in maniera più efficace tutte le partecipate e controllate, ma anche il patrimonio comunale. Non si può posticipare questo tema, perché potrebbe liberare tante risorse necessarie al mantenimento dei livelli dei servizi attuali. Cosi come non si può posticipare il processo di aggregazione e di controllo delle aziende di gestione dei servizi pubblici locali per non trovarsi impreparati all’apertura alla concorrenza cosi come previsto dalla nuova normativa europea e dall’art. 23 e 23 bis contenute nella manovra economica estiva.
Inoltre dovremo continuare ad attuare le politiche di riduzione del debito, in modo da permettere di liberare risorse per la spesa corrente, che andrà tenuta sotto controllo implementando un controllo di gestione più efficace, che permetta di capire, a chi amministra, in maniera più chiara i risultati prodotti dai singoli uffici.
Queste sono solo alcune delle possibili integrazioni, non sono esaustive ma servono a dare un contributo minimale ad un documento già di per se ampio e ben strutturato. Per concludere credo che sia possibile realizzare tutti questi progetti solo attraverso una profonda riorganizzazione della macchina Comunale, che tenga conto del cambio di paradigma in essere e permetta di rispondere in maniera più efficace ed efficiente ai bisogni dei cittadini e della gestione della cosa pubblica. Solo attraverso una struttura meno rigida (organizzazione per processi più che per strutture predefinite) è possibile creare una rete di servizi di alta qualità e minor costo.
Voi cosa ne pensate? Avete idee per migliorare la qualità della vita in città? Avete proposte di interventi strategici da adottare nel quinquennio?
Grazie per il contributo……e sempre a vostra disposizione
Antonio
Nessun commento:
Posta un commento