Grazie alle continue collaborazioni con gli amici del Centro di Formazione Politica (un luogo franco di discussione e formazione che sa interpretare e promuovere le spinte all’innovazione che emergono dalla parte più progredita del paese, coniugandole con le istanze della coesione sociale e del rispetto delle regole di mercato) provo a scrivere due righe su quelli che, secondo noi, dovrebbero essere i nuovi valori del PD per rispondere in maniera efficace ad un mondo che cambia veramente rapidamente.
La gravissima crisi finanziaria scoppiata negli Stati Uniti rischia di travolgere i mercati finanziari europei, facendo colare a picco le già fragili e poco dinamiche economie del Vecchio Continente. Confindustria ha già lanciato l’allarme recessione e Tremonti, neo-scettico della globalizzazione senza regole, propone strumenti neo-Keynesiani tramite l’intervento della mano pubblica. Il messaggio è chiaro: all’orizzonte si profilano tempi difficili. E, seppure in un contesto diverso (a Sinalunga), lo stesso Veltroni ha messo in guardia l’opinione pubblica denunciano l’incombenza di un “autunno della democrazia e della libertà” per un’Italia che la coalizione PdL+Lega starebbe rovinando sia economicamente, sia moralmente. In particolare, ha lasciato il segno il passaggio nel quale il Segretario ha stigmatizzato la caduta dei valori nel complesso del paese, sottolineando la montante preponderanza di un individualismo egoistico e cinico dove ognuno è spinto ormai solo alla difesa del proprio interesse.
E ancora sui valori, Veltroni ha sferrato un attacco molto duro contro il “Berlusconismo” che irresponsabilmente taglia i fondi all’istruzione e vorrebbe gli italiani imbevuti da una sterile e superficiale cultura televisiva. Critiche, quindi, non rivolte semplicemente alle policies perseguite dal governo, ma anche al suo substrato culturale che assurgerebbe a vera causa dell’impoverimento nello “spirito” dei cittadini italiani. La politica, infatti, non è fatta solo di leggi e decreti, ma di valori e scelte: per questo si è tanto giustamente insistito sulla necessità che il PD assuma un’identità chiara e forte. Ogni partito ha bisogno di un corpus di valori che ne definiscano l’anima e, partendo da questo core, è possibile indicare aeree di interesse pubblico dove avanzare interventi e proponimenti sui quali, poi, si chiede la fiducia agli elettori. In altri termini, il PD deve politicizzare e fare proprie determinate issues: mi chiedo, ad esempio, il perché sia stata finora così trascurata la questione ambientale e delle risorse energetiche rinnovabili che, invece, è al centro del dibattito politico in altri paesi europei. In sintesi: alla base i valori, da cui seguono i progetti. Il centrodestra è riuscito a politicizzare due questioni cruciali per il suo successo nella primavera passata: meno tasse e più sicurezza. Ciò che può fare il PD su questi punti è proporre soluzioni alternative ed evidenziare le lacune e le contraddizioni (svuotamento delle carceri e pene detentive contro la prostituzione? Riduzione delle imposte e nuove tasse locali?) delle misure effettivamente attuate, tuttavia senza alzare il livello dello scontro fino al muro-contro-muro. Questo agli elettori interessa ben poco: gli steccati ideologici si sono abbassati rispetto al secolo scorso e gran parte dei cittadini segue un orientamento pragmatico; poco importa da dove (destra o sinistra) le soluzioni vengano, l’importante è l’efficacia. Proprio di recente Amato ha rifiutato di presiedere la Commissione bipartisan voluta da Alemanno sul futuro della Capitale; la rinuncia è seguita alle virulente polemiche scatenatesi dopo che il neo-Sindaco di AN aveva difeso i meriti del regime fascista in una dichiarazione estemporanea e improvvida (e così ingenua per un politico esperto). Per quanto i dibattiti sulla storia passata di ogni paese siano certamente rilevanti, la sensazione è che questi conflitti a livello di classe politica non facciano altro che allontanare quest’ultima dalla realtà quotidiana delle persone comuni alle quali, molto probabilmente, interesserebbe assai di più che i rappresentanti nelle istituzioni collaborassero concretamente in tempi ansiogeni e incerti come quelli odierni.
Credo, che soprattutto noi giovani, dobbiamo guardare ai nuovi paradigmi che l’economia globale ci propone….chiedendo che nel nuovo partito non si perdano di vista…ma anzi indirizzino la creazione di un corpus di valori che producono l’anima di una organizzazione innovativa con progetti concreti.
Cosa ne pensate…riusciremo insieme a creare un partito con valori solidi per creare progetti concreti?
Antonio
La gravissima crisi finanziaria scoppiata negli Stati Uniti rischia di travolgere i mercati finanziari europei, facendo colare a picco le già fragili e poco dinamiche economie del Vecchio Continente. Confindustria ha già lanciato l’allarme recessione e Tremonti, neo-scettico della globalizzazione senza regole, propone strumenti neo-Keynesiani tramite l’intervento della mano pubblica. Il messaggio è chiaro: all’orizzonte si profilano tempi difficili. E, seppure in un contesto diverso (a Sinalunga), lo stesso Veltroni ha messo in guardia l’opinione pubblica denunciano l’incombenza di un “autunno della democrazia e della libertà” per un’Italia che la coalizione PdL+Lega starebbe rovinando sia economicamente, sia moralmente. In particolare, ha lasciato il segno il passaggio nel quale il Segretario ha stigmatizzato la caduta dei valori nel complesso del paese, sottolineando la montante preponderanza di un individualismo egoistico e cinico dove ognuno è spinto ormai solo alla difesa del proprio interesse.
E ancora sui valori, Veltroni ha sferrato un attacco molto duro contro il “Berlusconismo” che irresponsabilmente taglia i fondi all’istruzione e vorrebbe gli italiani imbevuti da una sterile e superficiale cultura televisiva. Critiche, quindi, non rivolte semplicemente alle policies perseguite dal governo, ma anche al suo substrato culturale che assurgerebbe a vera causa dell’impoverimento nello “spirito” dei cittadini italiani. La politica, infatti, non è fatta solo di leggi e decreti, ma di valori e scelte: per questo si è tanto giustamente insistito sulla necessità che il PD assuma un’identità chiara e forte. Ogni partito ha bisogno di un corpus di valori che ne definiscano l’anima e, partendo da questo core, è possibile indicare aeree di interesse pubblico dove avanzare interventi e proponimenti sui quali, poi, si chiede la fiducia agli elettori. In altri termini, il PD deve politicizzare e fare proprie determinate issues: mi chiedo, ad esempio, il perché sia stata finora così trascurata la questione ambientale e delle risorse energetiche rinnovabili che, invece, è al centro del dibattito politico in altri paesi europei. In sintesi: alla base i valori, da cui seguono i progetti. Il centrodestra è riuscito a politicizzare due questioni cruciali per il suo successo nella primavera passata: meno tasse e più sicurezza. Ciò che può fare il PD su questi punti è proporre soluzioni alternative ed evidenziare le lacune e le contraddizioni (svuotamento delle carceri e pene detentive contro la prostituzione? Riduzione delle imposte e nuove tasse locali?) delle misure effettivamente attuate, tuttavia senza alzare il livello dello scontro fino al muro-contro-muro. Questo agli elettori interessa ben poco: gli steccati ideologici si sono abbassati rispetto al secolo scorso e gran parte dei cittadini segue un orientamento pragmatico; poco importa da dove (destra o sinistra) le soluzioni vengano, l’importante è l’efficacia. Proprio di recente Amato ha rifiutato di presiedere la Commissione bipartisan voluta da Alemanno sul futuro della Capitale; la rinuncia è seguita alle virulente polemiche scatenatesi dopo che il neo-Sindaco di AN aveva difeso i meriti del regime fascista in una dichiarazione estemporanea e improvvida (e così ingenua per un politico esperto). Per quanto i dibattiti sulla storia passata di ogni paese siano certamente rilevanti, la sensazione è che questi conflitti a livello di classe politica non facciano altro che allontanare quest’ultima dalla realtà quotidiana delle persone comuni alle quali, molto probabilmente, interesserebbe assai di più che i rappresentanti nelle istituzioni collaborassero concretamente in tempi ansiogeni e incerti come quelli odierni.
Credo, che soprattutto noi giovani, dobbiamo guardare ai nuovi paradigmi che l’economia globale ci propone….chiedendo che nel nuovo partito non si perdano di vista…ma anzi indirizzino la creazione di un corpus di valori che producono l’anima di una organizzazione innovativa con progetti concreti.
Cosa ne pensate…riusciremo insieme a creare un partito con valori solidi per creare progetti concreti?
Antonio
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