di Maurizio Sereni
Amici ed amiche,
come tutte le catastrofi che si ripetono sotto varie forme ed alle quali il nostro sentimento e la nostra passione non vogliono arrendersi, il sisma che ha colpito l'Abruzzo ha sconvolto il nostro ordinario vivere. Siamo ancora adesso, nel dramma dell'emergenza e della conta delle vittime, dei feriti, dei dispersi.
Eppure le notizie e le immagini che ci provengono dalle terre aquilane, inquietano per la facilità con la quale gli edifici pubblici e le abitazioni sono crollati o sono gravemente lesionati; più che la polemica sulla eventuale previsione del terremoto, a me pare importante capire, nei modi e nei tempi opportuni, come sia stato possibile assistere ad un pressochè totale implosione strutturale di un capoluogo di Regione e di una serie di paesi limitrofi, in alcuni casi densamente popolati.
Come comprenderete senza dubbio, questo dramma riguarda anche le nostre comunità e interroga in profondità la Politica, le scelte delle Amministrazioni locali, lo Stato.
Perchè le scelte urbanistiche in merito alle zone edificabili, le modalità di accesso e partecipazione ad una gara d'appalto, le scelte di adottare il massimo ribasso sull'offerta di gara, i controlli del rispetto delle normative cantieristiche e dei materiali impiegati nelle costruzioni, i collaudi finali sono elementi di garanzia civile e democratica che ci siamo costruiti con grandi sacrifici (persino con il sangue di molti lavoratori mi verrebbe da dire), che non ci possiamo permettere di barattare o contrattare rispetto ad una visione sempre più larga che si può riassumere nello slogan "l'edilizia è stato e sarà il volano della ripresa economica".
Avrei il piacere, magari in una riunione centrata sull'argomento, di discutere della responsabilità di queste scelte e delle politiche che si intendono attuare in merito, nei lavori del Partito Democratico di Pisa.
A presto
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