L’insegnamento di Pierluigi Vigna alla presentazione del libro “La legge e il sorriso” del vice-presidente della Toscana Federico Gelli.
di Fabio Vitucci
“Legge e sorriso vanno d’accordo quando ad amministrare la legge non sono burocrati ottusi, ma uomini pervasi da un forte senso di umanità; quando la legge non è manifestazione di potere, ma di servizio” – queste le parole più significative del procuratore Pierluigi Vigna, intervenuto a Pisa nell’ambito della presentazione del libro “La legge e il sorriso”, scritto dal vice-presidente della Regione Toscana Federico Gelli. Nella splendida cornice del Palazzo del Consorzio di Bonifica, la serata ha visto la partecipazione di tanti ospiti illustri (nonostante l’assenza per influenza di Rita Borsellino) e un’affluenza di pubblico che ha sorpreso gli stessi organizzatori. Il tema principale dell’incontro è stato “Legge e legalità”, sviscerato accuratamente e in tutti gli aspetti di più recente interesse da Federico Gelli nel suo libro-intervista realizzato in collaborazione col giornalista Paolo Ciampi.
“Oggi siamo avvolti da una rete di incertezze – esordisce Pierluigi Vigna, ex-procuratore nazionale antimafia – dall’immigrazione alla crisi economica, dal lavoro all’incertezza alimentare e sanitaria. Il rispetto della legge e la cultura della legalità sono fondamentali proprio in questi momenti difficili”. E qui si inserisce il lavoro di Federico Gelli, che esamina tanti aspetti critici della vita giuridica italiana, dagli incidenti sul lavoro all’immigrazione, dagli appalti agli incidenti stradali, dal degrado pubblico alla vita notturna. Ma soprattutto emerge il grande lavoro di Federico Gelli a favore della cultura della legalità, che deve avvicinare e non allontanare i cittadini dalla legge. Da ciò scaturiscono diversi progetti, dalla “Festa della Legalità” alle “Città Sicure e Amiche” fino ai “Campi di Solidarietà” nelle terre confiscate alle Mafia in Calabria e Sicilia. Un’esperienza quest’ultima che ha visto protagonisti anche tanti ragazzi di altre regioni italiane, che hanno voluto manifestare così la loro solidarietà e il loro incoraggiamento a chi vive dove la legalità fa ancora fatica ad emergere. “Ma anche lì qualcosa sta cambiando - sottolinea Vigna – come dimostra la Confindustria siciliana che espelle chi paga il pizzo, 5 anni senza imposte per i negozianti che denunciano le estorsioni, o ancora il regolamento anti-mafia per le amministrazioni pubbliche”. “E soprattutto il cambiamento è testimoniato e stimolato da tanti ragazzi che hanno finalmente capito che la Legge non è matrigna - conclude Federico Gelli - ma strumento di qualsiasi società democratica”.
Nessun commento:
Posta un commento