Cari tutti, nel resto del post troverete un bellissimo resoconto dell’assemblea comunale del PD scritto da Fabiano Corsini per Libertà Eguale. Condivido in pieno la sua analisi e per questo ho deciso di pubblicarla sul mio blog… il PD ha bisogno di gente come Fabiano, che ha sempre voglia di proporre idee nuove, metodi nuovi, nonostante la sua grande esperienza. Fabiano è la dimostrazione che non sempre un trentenne sia più giovane (come capacità di proposta politica) di un cinquantenne!!!!
Vorrei lasciare un unico messaggio: è necessario che il PD diventi il partito del NOI e non dell’IO.
Avanti tutti
Antonio
Nel gergo dei giocatori di carte, vuol dire:"Ormai, non c'è più niente da fare".
Intitolerei così il dibattito notturno della Assemblea Comunale del PD pisano. Dove in tanti sono intervenuti, e con tanta passione, producendosi in analisi che volevano essere profonde e anche nuove. In realtà, su alcune cose, non di poco conto, tutti sembravano d’accordo. D’accordo nel descrivere la situazione attuale come speciale, come un ‘emergenza. E non solo dovuta alle dimissioni del segretario uscente: l’emergenza viene dalla constatazione, condivisa ed esplicita, che il partito vive una profonda crisi nei suoi rapporti con la Città. L’Amministrazione sembra lavori bene, ma non riesce a far valere i suoi risultati, non “aderisce” alle pieghe della società pisana. Ci vorrebbe uno scatto, ci vorrebbe una collaborazione tra amministrazione e partito, per ristabilire un fecondo rapporto con i cittadini. Ma il partito, si scopre, non riesce a rialzarsi dalla sua crisi; e si scopre che il suo gruppo dirigente reale è lo stesso da quasi venti anni, dunque è il gruppo dirigente che dal PCI è transitato nel PDS e poi nei DS.
E su questa analisi, con questi elementi, in molti si provano a ipotizzare soluzioni. Ci vuole un coordinatore nuovo, magari giovane, di idee si capisce, meglio se anche di età. Oppure: bisogna rinnovare con decisione, ma oggi non abbiamo soluzioni praticabili, dobbiamo avviare un percorso: mettiamoci nelle mani di un dirigente autorevole e stimato, che prenda l’impegno di preparare la fase congressuale della prossima primavera, per dar vita allora a un rinnovamento vero. Qualcuno si è spinto a dire: un rinnovamento dove le redini del partito siano prese da adulti (basta col giovanilismo!) che non abbiano alle spalle l’esperienza dei DS.
L'Assemblea è’ finita come doveva finire; se per l’analisi continuiamo ad avvalerci di queste tre o quattro fattori critici, dove poi tutto si riduce a due (vecchio e nuovo), si va poco lontano.
E’ sicuramente importante che si siano dette queste cose; siamo persino stupiti della disinvoltura con cui talune analisi e taluni giudizi, che noi abbiamo qualche volta proposto timidamente, oggi vengono declamati, urlati persino. Dal punto di vista relazionale, queste dinamiche ricordano un po’ quelle che si svilupparono nella DDR alla fine dell’89; alcuni che fino a pochi mesi prima erano i più zelanti signorsì, cominciarono a esprimersi criticamente, e poi dilagarono nella manifestazioni di piazza.
Siccome però poi la piazza travolse tutti, anche i defilati dell’ultima ora, è opportuno che noi, avendone la possibilità, cerchiamo di riflettere di più.
Intanto smettendola di agitare proposte “innovative”, prescindendo dalla loro praticabilità. La proposta di una gestione di transizione, affidata a un dirigente capace e stimato, è praticabile. Le altre no. Dunque cessi il gioco al massacro delle proposte di testimonianza, che non portano da nessuna parte.
E poi mettendo in campo qualche elemento analitico in più, perché è ancora una volta nel metodo dell’analisi sociale e politica che possono venire riflessioni e idee per le scelte da compiere.
Se è da qui che cerchiamo di partire, allora le parole Nuovo e Vecchio possono cominciare a riempirsi di contenuti. Qualche esempio? Pisa, città di precari. Quanti giovani hanno collaborazioni a progetto e sono privi di tutele? Quanti ricercatori e docenti di scuola media superiore hanno perso il posto? Quanti hanno più di 30 anni e vivono con assegni instabili ? E per tutti questi, cosa facciamo oltre a dire che “appoggiamo la loro lotta” (o anche “se ne occupa il Baldacci”) Come è presetne il partito? Integrazione: quanti percepiscono le nuove politiche della sicurezza come un indebolimento della capacità della comunità di produrre integrazione e coesione, e si sentono turbati dalla caduta del senso di solidarietà? Come si muove il partito? Spazi per i giovani: ma questa storia di Rebeldia, si potrebbe gestire un po’ meglio? Servizi pubblici locali: quanti vivono il rapporto con le aziende di servizio come una imposizione priva di strumenti di tutela per i consumatori? Supporto alla imprenditorialità giovanile. Come fare per indurre nei cittadini il senso di partecipazione ad una grande impresa collettiva. Il ridisegno della città, la sua proiezione nei nuovi scenari dello sviluppo: sul piano della cultura , del turismo, della ricerca, della produzione di servizi. …Ecco, qualche tema: per ricordare che se decidiamo di lavorare su questi contenuti, allora probabilmente cominciamo anceh a delineare un nuovo quadro di riferimento per il partito, a individuare interlocutori nuovi per i circoli. Oltre la festa del tesseramento che qualcuno vorrebbe riproporci,
Forza Fontanelli: quando eri sindaco hai cercato in tutti i modi di sviluppare una politica che aiutasse anche il partito ad aprirsi; le liste aperte e libere, i comitati di saggi che periodicamente riunivi per acquisire idee e aprire nuovi spazi, cento altre iniziative. E’ il momento di usare questa fantasia per aiutare partito e amministrazione a ritrovarsi: a ritrovare la nostra strada
Di Fabiano Corsini
Vorrei lasciare un unico messaggio: è necessario che il PD diventi il partito del NOI e non dell’IO.
Avanti tutti
Antonio
Ir morto è sulla bara
Nel gergo dei giocatori di carte, vuol dire:"Ormai, non c'è più niente da fare".
Intitolerei così il dibattito notturno della Assemblea Comunale del PD pisano. Dove in tanti sono intervenuti, e con tanta passione, producendosi in analisi che volevano essere profonde e anche nuove. In realtà, su alcune cose, non di poco conto, tutti sembravano d’accordo. D’accordo nel descrivere la situazione attuale come speciale, come un ‘emergenza. E non solo dovuta alle dimissioni del segretario uscente: l’emergenza viene dalla constatazione, condivisa ed esplicita, che il partito vive una profonda crisi nei suoi rapporti con la Città. L’Amministrazione sembra lavori bene, ma non riesce a far valere i suoi risultati, non “aderisce” alle pieghe della società pisana. Ci vorrebbe uno scatto, ci vorrebbe una collaborazione tra amministrazione e partito, per ristabilire un fecondo rapporto con i cittadini. Ma il partito, si scopre, non riesce a rialzarsi dalla sua crisi; e si scopre che il suo gruppo dirigente reale è lo stesso da quasi venti anni, dunque è il gruppo dirigente che dal PCI è transitato nel PDS e poi nei DS.
E su questa analisi, con questi elementi, in molti si provano a ipotizzare soluzioni. Ci vuole un coordinatore nuovo, magari giovane, di idee si capisce, meglio se anche di età. Oppure: bisogna rinnovare con decisione, ma oggi non abbiamo soluzioni praticabili, dobbiamo avviare un percorso: mettiamoci nelle mani di un dirigente autorevole e stimato, che prenda l’impegno di preparare la fase congressuale della prossima primavera, per dar vita allora a un rinnovamento vero. Qualcuno si è spinto a dire: un rinnovamento dove le redini del partito siano prese da adulti (basta col giovanilismo!) che non abbiano alle spalle l’esperienza dei DS.
L'Assemblea è’ finita come doveva finire; se per l’analisi continuiamo ad avvalerci di queste tre o quattro fattori critici, dove poi tutto si riduce a due (vecchio e nuovo), si va poco lontano.
E’ sicuramente importante che si siano dette queste cose; siamo persino stupiti della disinvoltura con cui talune analisi e taluni giudizi, che noi abbiamo qualche volta proposto timidamente, oggi vengono declamati, urlati persino. Dal punto di vista relazionale, queste dinamiche ricordano un po’ quelle che si svilupparono nella DDR alla fine dell’89; alcuni che fino a pochi mesi prima erano i più zelanti signorsì, cominciarono a esprimersi criticamente, e poi dilagarono nella manifestazioni di piazza.
Siccome però poi la piazza travolse tutti, anche i defilati dell’ultima ora, è opportuno che noi, avendone la possibilità, cerchiamo di riflettere di più.
Intanto smettendola di agitare proposte “innovative”, prescindendo dalla loro praticabilità. La proposta di una gestione di transizione, affidata a un dirigente capace e stimato, è praticabile. Le altre no. Dunque cessi il gioco al massacro delle proposte di testimonianza, che non portano da nessuna parte.
E poi mettendo in campo qualche elemento analitico in più, perché è ancora una volta nel metodo dell’analisi sociale e politica che possono venire riflessioni e idee per le scelte da compiere.
Se è da qui che cerchiamo di partire, allora le parole Nuovo e Vecchio possono cominciare a riempirsi di contenuti. Qualche esempio? Pisa, città di precari. Quanti giovani hanno collaborazioni a progetto e sono privi di tutele? Quanti ricercatori e docenti di scuola media superiore hanno perso il posto? Quanti hanno più di 30 anni e vivono con assegni instabili ? E per tutti questi, cosa facciamo oltre a dire che “appoggiamo la loro lotta” (o anche “se ne occupa il Baldacci”) Come è presetne il partito? Integrazione: quanti percepiscono le nuove politiche della sicurezza come un indebolimento della capacità della comunità di produrre integrazione e coesione, e si sentono turbati dalla caduta del senso di solidarietà? Come si muove il partito? Spazi per i giovani: ma questa storia di Rebeldia, si potrebbe gestire un po’ meglio? Servizi pubblici locali: quanti vivono il rapporto con le aziende di servizio come una imposizione priva di strumenti di tutela per i consumatori? Supporto alla imprenditorialità giovanile. Come fare per indurre nei cittadini il senso di partecipazione ad una grande impresa collettiva. Il ridisegno della città, la sua proiezione nei nuovi scenari dello sviluppo: sul piano della cultura , del turismo, della ricerca, della produzione di servizi. …Ecco, qualche tema: per ricordare che se decidiamo di lavorare su questi contenuti, allora probabilmente cominciamo anceh a delineare un nuovo quadro di riferimento per il partito, a individuare interlocutori nuovi per i circoli. Oltre la festa del tesseramento che qualcuno vorrebbe riproporci,
Forza Fontanelli: quando eri sindaco hai cercato in tutti i modi di sviluppare una politica che aiutasse anche il partito ad aprirsi; le liste aperte e libere, i comitati di saggi che periodicamente riunivi per acquisire idee e aprire nuovi spazi, cento altre iniziative. E’ il momento di usare questa fantasia per aiutare partito e amministrazione a ritrovarsi: a ritrovare la nostra strada
Di Fabiano Corsini
1 commento:
grazie Antonio,unico appunto: di anni ne ho 60. Auguri a tutti
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