Pisa, fino a qualche anno fa, riusciva a coprire interamente le richieste di posto alloggio per gli aventi diritto. Il contemporaneo innalzamento della soglie Isee, da 15 mila euro a 17 mila euro, e la chiusura della Casa dello studente Paradisa, che disponeva di 522 posti letto, ha portato ad una copertura appena superiore al 58% degli aventi diritto oltre ad un innalzamento del costo medio per posto letto.
Di fronte a questo scenario bisogna evidenziare il fatto che Firenze e Siena, le quali al momento della creazione della Azienda Unica Regionale per il Diritto allo Studio partivano da una situazione peggiore rispetto a quella pisana, potrebbero arrivare a coprire, a fine 2011, rispettivamente il 71% e addirittura il 92% degli aventi diritto.
Le problematiche serie che sta vivendo il Dsu pisano devono essere superate. Perché questo avvenga è necessaria un'attività propositiva da parte della struttura locale e regionale dell' Ardsu e un impegno, sia di tutte le forze politiche sia dell'amministrazione comunale e regionale, nel cercare soluzioni e sinergie in tempi brevi.
Dobbiamo ripartire quindi da una valorizzazione degli stabili della Praticelli e della casa dello studente Paradisa, la quale giace da anni in condizioni di abbandono e il cui recupero sarebbe sicuramente positivo per le esigenze locali.
La previsione di apertura di nuove case dello studente per un totale di 260 posti letto (Via dell'Occhio, San Cataldo, Via da Buti), insieme alla riapertura della Paradisa (522 posti letto) o all’esplorazione di altre possibili opportunità porterebbe ad un aumento significativo dei posti letto a Pisa (si passerebbe dagli attuali 1553 a 2345) così da avvicinarci al numero di richiedenti l'alloggio di quest'anno, circa 2700.
Ma i problemi non sorgono solamente in relazione alla questione alloggi. L'Azienda pisana si era sempre impegnata per favorire la mobilità studentesca attraverso i mezzi pubblici consentendo l'acquisto di abbonamenti a prezzo agevolato. Questa iniziativa, pur con il progressivo aumento dei costi, aveva riscosso un gran successo e portato al Cpt, nell'ultimo anno, circa 15 mila abbonamenti.
Chiediamo che questo tipo di iniziativa non venga a cadere, ma che anzi venga estesa agli altri territori, in modo da sostenere una mobilità – quella con mezzi pubblici – più compatibile ambientalmente e di minor impatto sul traffico urbano ed extraurbano.
Pasqualino Albi
Carmelo Mamone
(Circolo università e ricerca Pd Pisa)
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