domenica 2 gennaio 2011

Risposta all'Editoriale della Nazione - Pisa o New Bronx?‏

Pubblico nel resto del post la bella risposta del mio collega Marco Bani ad una delle tante provocazioni del caporedattore della Nazione crocana di Pisa, che descrive la città in maniera totalmente lontana dalla realtà. Pisa è una città dove si vive ancora molto bene, in cui si incontrano storie e tradizioni diverse, dove si ha ancora la possibilità di sperare in un futuro migliore.

Dipingerla in maniera cosi sbagliata vuol dire fare del male alla nostra città

Grazie Marco per la bella risposta
Antonio


Nuovo anno, nuovi editoriali, stesso vecchio sistema. E’ domenica ed è tempo di commenti. Su “La Nazione” la responsabile della cronaca locale, Valeria Caldelli, attacca nuovamente il PD pisano. Un copione già visto. Una linea di fuoco continua, costante, che colpisce indistintamente partito e amministrazione. Capisco che i giornali ormai siano per la maggior parte ramificazioni di un disegno politico, ma la delusione è ancora forte. E’ straziante vedere come la stampa sia sempre libera, ma non più “serena”, perchè sempre pronta a commentare e spesso a fomentare l’odio, i pettegolezzi e i sentimenti più negativi.

Nell’editoriale di oggi si parla di una Pisa ormai allo sbando, trasformata in una deserta località del Far West, dove le pistole e i coltelli regnano sovrani. I malfattori sono dietro ogni angolo, pronti a colpire anche alla luce del sole. L’anarchia è padrona, il mercato delle armi non è mai stato così fiorente. Attento te, temerario che vuoi andare in Corso Italia a fare shopping, ricordati di levarti anello e orologio, per non incorrere in sicuri accoltellamenti. E te, madre che devi comprare il latte al negozio di alimentari sottocasa, desisti dall’intento, non vorrai mica subire delle violenze? Pisani, state in casa, non uscite scaldatevi sopra le vostre poltrone guardando della sana televisione, nella sicurezza delle vostre pareti domestiche. Ma non scordatevi di tenere il ferro a portata di mano, l’irruzione da parte di rapinatori assassini può avvenire in ogni momento. Turisti, non venite a Pisa, dove accanto all’Arno, scorrono fiumi di cocaina, eroina e altre droghe sintetiche dalle sigle più strane. Scappate, e non dire che non vi avevamo avvisato. All’ingresso della città campeggiano nuovi cartelli: ”Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Lasciate ogni speranza o voi che entrate”.

Io questa Pisa sinceramente non la conosco. Mi domando se la Nazione ha dei dati recenti sul reale numero dei crimini effettuati a Pisa, perchè mi risulta che gli ultimi dati rilasciati dalla Questura sono del 2009, dove denunce (-3,4%), furti in casa (-18%) e i borseggi (-19%) erano in numero ridotto rispetto all’anno precedente. Se ci sono dati recenti vi prego smentitemi, altrimenti potrei pensare che tutta questa descrizione di Pisa novella Gomorra sia realizzata sulla percezione piuttosto che da dati empirici. Ma può un giornale, che dovrebbe disegnarci la realtà, basarsi sulle sensazioni e impressioni, soprattutto quando esprime giudizi?

Mi domando inoltre se la giornalista legge il suo stesso giornale perchè, prendendo in giro il sondaggio commissionato dal Pd pisano, dice “qualcosa che non torna deve pur esserci se nell’arco del 2009 tutti le città toscane hanno visto incrementare i propri abitanti, mente Pisa è stata l’unica a registare la significativa riduzione di 1742 unità (dati Wikipedia segnalati da un lettore)”. Ma come? Solamente due settimane fa, sulle pagine di quello stesso giornale, a firma di Antonia Casini, un articolo sottolineava come Pisa stia recuperando gli abitanti (saliti a quota 91.069 nel 2009 rispetto ai 90.709 del 2008). Può un giornale basarsi su notizie fornite da un lettore, senza nemmeno verificarne l’attendibilità o la fonte?

Per costruire la sicurezza occorrerebbe agire con una visione lunga. Disporre di valori forti. Servirebbero attori politici e sociali disposti a lavorare insieme. In nome del “bene comune”. Pronti a investire sul futuro. Mentre ora domina il marketing. Trionfa il mercato della paura. La percezione come strumento politico per attaccare e terrorizzare. Come strumento per far aumentare le vendite.

Che l’angoscia sia con voi, io me ne esco fuori. E sono così coraggioso da lasciare il giubbotto antiproiettili a casa.

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