Chi governerà la città nei prossimi anni dovrà porsi l’obiettivo (sin da subito) di offrire standard qualità della vita superiori a quelli attuali. Per far ciò si possono delineare alcuni punti:
- innanzitutto la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e di interventi volti ad aumentare l’efficienza energetica nei settori civile, industriale e dei trasporti, attraverso l’elaborazione di un Piano Energetico Comunale all’interno del Regolamento Urbanistico o adottando specifici programmi di settore. I piani energetici dovranno contenere una previsione di abbattimento delle emissioni di gas serra in linea con gli obiettivi stabiliti dagli accordi internazionali. Per farlo, si può pensare ad esempio alla detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo ambientale, alla previsione di inasprimenti fiscali per tutti coloro che si sottraggono alle sfide dell'eco-compatibilità.
- una migliore qualità della produzione e dello smaltimento dei rifiuti. È chiaro che soluzioni durature debbano essere frutto di un accordo che coinvolga tutti i soggetti della filiera produttiva, il mondo politico e i cittadini-consumatori. Difatti è interesse comune ridurre la quantità di rifiuti inutilizzabili, ed è invece conveniente, da vari punti di vista (ambientale, sociale, economico) ricorrere a materiali riciclabili, che rappresentano una risorsa, poiché possono essere reintrodotti nel ciclo produttivo. L’amministrazione comunale deve imporre alle aziende che producono sul territorio comunale il rispetto delle norme minime di salvaguardia ambientale e per promuovere presso i cittadini l’ incremento della raccolta differenziata, anche quando paiono esserci delle difficoltà, dovrebbe pensare a delle forme di incentivazione (riduzione ICI, TARSU, etc).
- Il piano della mobilità urbana deve avere come interesse anche quello di ridurre il più possibile l’inquinamento atmosferico e acustico nelle zone più sensibili. È dunque necessario monitorare queste zone per ridurre i rischi alla salute dei cittadini. Alcuni passi sono stati fatti con la creazione di zone a traffico limitato controllate da varchi elettronici. Può essere fatto ancora di più. E’ possibile infatti, con la sola installazione di varchi elettronici di uscita, controllare il tempo di permanenza all’interno dell’area a traffico limitato. Ciò permetterebbe da un lato di monitorare il reale tempo di permanenza all’interno della ZTL (variabile a seconda della classe di inquinamento del veicolo) e dall’altro renderebbe possibile l’accesso nell’area solo a tipologie di veicoli ben definite.
Per ridurre l’inquinamento, per tutelare maggiormente la salute dei cittadini, per migliorare ancor di più la qualità della vita in città potrebbe essere interessante sperimentare un progetto di Area Pricing in un area più vasta (cintura esterna della città/comuni limitrofi) in cui i cittadini non residenti pagherebbero l’ingresso a seconda della classe di inquinamento del veicolo (gli euro 4 e 5 sarebbero esenti).
La storia di iniziative similari in altre città d’Europa, ed attualmente la sperimentazione a Milano dimostra che è possibile creare, grazie all’innovazione tecnologica, una città sempre più accessibile e godibile. A seguito dei dati rilevati nelle altre esperienze si evince che:
- si potrà determinare una diminuzione giornaliera variabile tra il 20% ed il 30% delle polveri sottili nella zona controllata, con riflessi positivi anche sulle aree cittadine circostanti; - si avrà una viabilità più fluida. Si stima una riduzione variabile tra il 10% e il 20% delle auto in ingresso alla zona controllata e un incremento della velocità dei mezzi di trasporto pubblico.
Questo provvedimento deve essere affiancato da importanti interventi strutturali, e da una forte condivisione politico/economica con tutti i player presenti sul territorio:
- il potenziamento del trasporto pubblico;
- La realizzazione di nuovi parcheggi scambiatori;
- l'estensione delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici;
- la realizzazione di nuove piste ciclabili;
- l'aumento delle aree verdi.
Ciò servirebbe anche a far contribuire alle spese di mantenimento dei servizi essenziali che i cittadini non residenti (nelle ore di punta sono circa 50.000) “utilizzano” giornalmente. Perché il progetto funzioni è necessario che i proventi dell’iniziativa vengano reinvesti nel potenziamento dei servizi di base legati alla mobilità e all’ambiente.
Funzionerebbero iniziative di questo genere in una città medio piccola? Secondo voi migliorerebbero la qualità della vita?
Antonio
- innanzitutto la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e di interventi volti ad aumentare l’efficienza energetica nei settori civile, industriale e dei trasporti, attraverso l’elaborazione di un Piano Energetico Comunale all’interno del Regolamento Urbanistico o adottando specifici programmi di settore. I piani energetici dovranno contenere una previsione di abbattimento delle emissioni di gas serra in linea con gli obiettivi stabiliti dagli accordi internazionali. Per farlo, si può pensare ad esempio alla detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo ambientale, alla previsione di inasprimenti fiscali per tutti coloro che si sottraggono alle sfide dell'eco-compatibilità.
- una migliore qualità della produzione e dello smaltimento dei rifiuti. È chiaro che soluzioni durature debbano essere frutto di un accordo che coinvolga tutti i soggetti della filiera produttiva, il mondo politico e i cittadini-consumatori. Difatti è interesse comune ridurre la quantità di rifiuti inutilizzabili, ed è invece conveniente, da vari punti di vista (ambientale, sociale, economico) ricorrere a materiali riciclabili, che rappresentano una risorsa, poiché possono essere reintrodotti nel ciclo produttivo. L’amministrazione comunale deve imporre alle aziende che producono sul territorio comunale il rispetto delle norme minime di salvaguardia ambientale e per promuovere presso i cittadini l’ incremento della raccolta differenziata, anche quando paiono esserci delle difficoltà, dovrebbe pensare a delle forme di incentivazione (riduzione ICI, TARSU, etc).
- Il piano della mobilità urbana deve avere come interesse anche quello di ridurre il più possibile l’inquinamento atmosferico e acustico nelle zone più sensibili. È dunque necessario monitorare queste zone per ridurre i rischi alla salute dei cittadini. Alcuni passi sono stati fatti con la creazione di zone a traffico limitato controllate da varchi elettronici. Può essere fatto ancora di più. E’ possibile infatti, con la sola installazione di varchi elettronici di uscita, controllare il tempo di permanenza all’interno dell’area a traffico limitato. Ciò permetterebbe da un lato di monitorare il reale tempo di permanenza all’interno della ZTL (variabile a seconda della classe di inquinamento del veicolo) e dall’altro renderebbe possibile l’accesso nell’area solo a tipologie di veicoli ben definite.
Per ridurre l’inquinamento, per tutelare maggiormente la salute dei cittadini, per migliorare ancor di più la qualità della vita in città potrebbe essere interessante sperimentare un progetto di Area Pricing in un area più vasta (cintura esterna della città/comuni limitrofi) in cui i cittadini non residenti pagherebbero l’ingresso a seconda della classe di inquinamento del veicolo (gli euro 4 e 5 sarebbero esenti).
La storia di iniziative similari in altre città d’Europa, ed attualmente la sperimentazione a Milano dimostra che è possibile creare, grazie all’innovazione tecnologica, una città sempre più accessibile e godibile. A seguito dei dati rilevati nelle altre esperienze si evince che:
- si potrà determinare una diminuzione giornaliera variabile tra il 20% ed il 30% delle polveri sottili nella zona controllata, con riflessi positivi anche sulle aree cittadine circostanti; - si avrà una viabilità più fluida. Si stima una riduzione variabile tra il 10% e il 20% delle auto in ingresso alla zona controllata e un incremento della velocità dei mezzi di trasporto pubblico.
Questo provvedimento deve essere affiancato da importanti interventi strutturali, e da una forte condivisione politico/economica con tutti i player presenti sul territorio:
- il potenziamento del trasporto pubblico;
- La realizzazione di nuovi parcheggi scambiatori;
- l'estensione delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici;
- la realizzazione di nuove piste ciclabili;
- l'aumento delle aree verdi.
Ciò servirebbe anche a far contribuire alle spese di mantenimento dei servizi essenziali che i cittadini non residenti (nelle ore di punta sono circa 50.000) “utilizzano” giornalmente. Perché il progetto funzioni è necessario che i proventi dell’iniziativa vengano reinvesti nel potenziamento dei servizi di base legati alla mobilità e all’ambiente.
Funzionerebbero iniziative di questo genere in una città medio piccola? Secondo voi migliorerebbero la qualità della vita?
Antonio
1 commento:
Caro Antonio,
se posso chiamarti così, ma visto la tua giovane età direi di si!
Credo che tu stia sollevando questioni grandi e troppo spesso etichettate come "difficili" o "scomode" e quindi questo ti fa onore!
Forse è per questo che ho deciso di risponderti e di partecipare ad un forum, cosa che non faccio mai.
La dimensione della città è una grande differenza con altre realtà "metropolitane", ma sono felice che si inizi a pensare a come "importare" questi casi di successo.
Imitare credo che possa essere molto utile per fare meglio, guardiamo l'esempio giapponese, loro prima ci copiavano le moto... ora sono più bravi (o quasi) di noi...
Imitare ma non copiare pedissequamente.
Quindi le domande vengono prima delle risposte.
Una possibile risposta è certametne l'allargamento dell'area anche ad altre zone, ma come possiamo coordinarci con altri comuni? io sarei per iniziare gradualmente, eventualmente con un consorzio et similia, che prepari il terreno alla tua proposta...
E' strano ma il fenomeno NIMBY (ovvero non nel mio "orticello") funziona ogni volta che si vanno ad incidere sulle abitudini delle persone.
In bocca al lupo per la tua carriera politica, c'è bisogno di persone "nuove" come te!!
Ciao!
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