La vera natura umana ed i veri obiettivi dei politici di scuola fascista o neofascista, dopo una prima fase di campagna elettorale nella quale si esercitava con evidente insofferenza un certo autocontrollo ed un minimo di confronto su basi civili e democratiche, sono in fase di prepotente emersione.
Le uscite di Bossi "...se non democraticamente in Parlamento, otterremo l'indipendenza della Padania in altre forme...", di Fini "...gli Stati Uniti non sono ancora pronti per un Presidente di colore o per una donna...", di Ciarrapico "...sono sempre stato fascista e non lo rinnegherò mai...", e di Berlusconi "...alle donne precarie consiglio di sposare mio figlio o uno come lui...", sono le cartine di tornasole della vera anima nera incarnata nel PDL e nei suoi alleati.
Dispiace notarlo. Anche perchè tra quelle fila militano dei liberali, degli ex socialisti, dei cattolici, degli ex repubblicani, le cui voci da anni flebili e marginali, sembrano inesorabilmente spente per sempre, lasciando come un graffio sulla storia politica d'Italia, che molte volte li ha visti combattere, loro o i loro padri, nel nome dell'antifascismo e della libertà battaglie civili degnissime.
Traspare poi un'evidente tensione in quelle affermazioni, da sempre inquadrate come semplici battute in libertà o sfoghi del momento (ricordate...i coglioni votano a sinistra...lei è un vero kapo'!...), che stridono fortemente con lo stile e con gli slogan del PD.
E, soprattutto, c'è un'enorme differenza con le parole d'ordine di questa destra indecente, così lontana dalle moderne destre europee spagnole o francesi, che incita alla divisione, alla prepotenza, alla strafottenza continua e la seria, rigorosa scelta dei Democratici di mettere in discussione tutto il proprio patrimonio di storie ed idee, per legare con un filo invisibile ma moralmente fortissimo, tutte le forze e le energie positive dell'Italia.
Insomma, lo scontro politico si può rappresentare fra chi esalta gli istinti bestiali e l'egoismo come soluzione ai problemi e chi si confronta con tutti, con in testa un progetto di Paese preciso ed articolato, su cui innestare le competenze più qualificate, ben oltre la campagna elettorale.
Si tratta di scegliere. Di scegliere da che parte stare.
Maurizio
Le uscite di Bossi "...se non democraticamente in Parlamento, otterremo l'indipendenza della Padania in altre forme...", di Fini "...gli Stati Uniti non sono ancora pronti per un Presidente di colore o per una donna...", di Ciarrapico "...sono sempre stato fascista e non lo rinnegherò mai...", e di Berlusconi "...alle donne precarie consiglio di sposare mio figlio o uno come lui...", sono le cartine di tornasole della vera anima nera incarnata nel PDL e nei suoi alleati.
Dispiace notarlo. Anche perchè tra quelle fila militano dei liberali, degli ex socialisti, dei cattolici, degli ex repubblicani, le cui voci da anni flebili e marginali, sembrano inesorabilmente spente per sempre, lasciando come un graffio sulla storia politica d'Italia, che molte volte li ha visti combattere, loro o i loro padri, nel nome dell'antifascismo e della libertà battaglie civili degnissime.
Traspare poi un'evidente tensione in quelle affermazioni, da sempre inquadrate come semplici battute in libertà o sfoghi del momento (ricordate...i coglioni votano a sinistra...lei è un vero kapo'!...), che stridono fortemente con lo stile e con gli slogan del PD.
E, soprattutto, c'è un'enorme differenza con le parole d'ordine di questa destra indecente, così lontana dalle moderne destre europee spagnole o francesi, che incita alla divisione, alla prepotenza, alla strafottenza continua e la seria, rigorosa scelta dei Democratici di mettere in discussione tutto il proprio patrimonio di storie ed idee, per legare con un filo invisibile ma moralmente fortissimo, tutte le forze e le energie positive dell'Italia.
Insomma, lo scontro politico si può rappresentare fra chi esalta gli istinti bestiali e l'egoismo come soluzione ai problemi e chi si confronta con tutti, con in testa un progetto di Paese preciso ed articolato, su cui innestare le competenze più qualificate, ben oltre la campagna elettorale.
Si tratta di scegliere. Di scegliere da che parte stare.
Maurizio
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