giovedì 6 marzo 2008

La pulizia politica tanto chiacchierata ma mai attuata

In questa campagna elettorale i leader sembravano essere tutti concordi sul concetto che all’interno delle liste dei propri schieramenti non ci dovevano essere nella maniera più assoluta soggetti che potevano avere o avere avuto problemi con la giustizia o che ancora peggio erano riconosciuti come soggetti, per usare un termine elegante, “inaffidabili” per ragioni concludenti note a tutti.
Belle parole che avevano trovato pieno consenso tra la popolazione ma che alla stretta finale ahimè non sono state tradotte in fatti concreti.
Così pregiudicati, condannati e rinviati a giudizio popoleranno ancora una volta le liste di tutti gli schieramenti politici che il 13 e il 14 aprile prossimi saranno esposte nei seggi elettorali di tutta la penisola e non solo.

I nomi sono fin troppo noti da Bassolino a Cuffaro, solo per citarne alcuni, che arrogandosi un potere intra e extramenia hanno preteso e ottenuto anche il benestare degli schieramenti, che quindi non potranno poi sostenere un domani, come invece sappiamo che faranno, la loro estraneità a questi personaggi, che potevano essere allontanati definitivamente dalla politica e invece ce li ritroveremo nuovamente tra i banchi parlamentari magari anche con un ruolo pubblico di prestigio.
Colpa di questa legge elettorale che impone e non fa scegliere e soprattutto delle segreterie dei partiti che con queste scellerate decisioni confermano di essere più che mai il male peggiore della politica.
Veri e propri centri di potere e molto spesso anche di malaffare, le segreterie dei partiti sono vere e proprie macchine di lusso in grado di accumulare centinaia di milioni di euro di debiti che vanno a sommarsi inevitabilmente al già pesante deficit pubblico.
Basti vedere i bilanci dei vari ex partiti, ormai fusi in nuove identità, per rendersi conto in mano a chi siamo.
E’ risaputo che i partiti nascondono e difendono tra le loro fila soggetti imputati nei più disparati delitti e non sono in grado, perché inizialmente non vogliono e successivamente non possono, di metterli alla porta nemmeno quando la lentissima giustizia è costretta ad agire nei loro confronti.
Non vogliono perché forse in una squadra ci vuole pure chi è disposto a sporcarsi le mani e non possono perché la buona vecchia DC da sempre ci ha insegnato che cosa sono le correnti.
In pratica, in una associazione politica non vi è mai un capo supremo e assoluto, tranne forse per Forza Italia, e il proliferare dei partiti e partitini ne è l’esempio più lampante.
Quando due o più soggetti “pseudocarismatici” si pongono in conflitto all’interno dell’organizzazione si possono venire a creare una o più correnti che presto o tardi potrebbero assumere nuove autonomie, per cui al fine di evitare spaccature che frazionerebbero la forza del partito, questi “prodotti derivati” (per usare un termine di finanza creativa), che si sentono intoccabili, convivono sotto lo stesso tetto evitando di pestarsi i piedi l’un l’altro.
In questa continua lotta intestina chi ci rimette è l’ignaro e impedito cittadino che si ritrova un numero di governanti che ad altro non pensano se non ai propri tornaconti usando ad arte il potere pubblico che nessuno avrebbe voluto mai affidargli.
Questa è solo la prima delle promesse trite e ritrite che i leader di partiti non hanno mantenuto….. e da qui al 13 aprile la strada è ancora lunga e piena di compromessi.

Movimento “L’AltraItalia”

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