martedì 8 marzo 2011

Santa Alleanza al secondo turno - di G.A. Falci (www.frontpage‏.it)

E’ una Rosi Bindi che fa le prove da candidato premier del centrosinistra allargato al Terzo polo quella che ha concluso il penultimo giorno del seminario di formazione politica, organizzato dai giovani dem pisani, dal titolo suggestivo “Le parole e le cose dei democratici”. Per l’occasione il seminario è aperto al pubblico, e la cittadina toscana, fra le più dem d’Italia, non ha mancato l’appuntamento. Giovani, meno giovani, donne e anziani, c’era tutto questo al Palazzo dei congressi di Pisa. La direttrice di YouDem, Chiara Geloni, a moderare il dibattito, e la presidente Bindi e il giovane leader dem Fausto Raciti a rispondere alle domande. I temi: l’attualità politica, il ddl sul testamento biologico, il caso Mirafiori, le alleanze, e il rapporto giovani-Pd.

Ma è quando la Bindi prende la parola che la sala si esalta, addirittura un toscanaccio d’antan arriva ad urlare: ”Rosi for president!”. E la sala pronta ad applaudire. Esordisce così Rosi: ”Noi dobbiamo fare di tutto per scrollarci di dosso questa caricatura che ci hanno attaccato…”. Intanto “non è vero che sulla Fiat non abbiamo avuto una posizione”, ma “vi posso assicurare che se noi fossimo stati al governo non avremmo mandato da solo Marchionne a trattare con il governo americano, e allo stesso tempo non avremmo lasciato da soli gli operai…”. Si direbbe, semplice ragionare in questi termini.

E sul ddl sul fine vita? Bindi dà una risposta che spiazza la sala: ”Io, da cattolica, mi sento di affermare che non può essere una legge a stabilire la vita o la morte”. La sala reagisce positivamente e l’applauso perdura per qualche minuto. Poi si arriva al tema che in sala tutti aspettano: Santa alleanza sì, o Santa alleanza no? Dopo l’appello di Enrico Morando dalle colonne del Foglio “per un Pd che cestini la santa alleanza frontista contro Berlusconi”, la presidente del Pd è convinta che “serve una nuova alleanza tra progressisti e moderati”. Il nodo è come. D’altronde “se per caso si materializzasse il Terzo polo, è da buttar via?”.

Il nome di Vendola non è stato pronunciato dalla presidente democrat, né tantomeno il partito del governatore pugliese. Bindi pensa alle prossime amministrative come il primo banco di prova per costruire un’alternativa credibile. Il ragionamento della presidente è così sintetizzabile: se nei Comuni coinvolti si andasse a votare con i tre poli, si peserebbe il valore del fantomatico Terzo polo. A quel punto al secondo turno si potrebbe costruire un asse Pd-Terzo polo che avrebbe di certo dei riflessi in vista delle prossime politiche. Fantapolitica? Bindi ci crede, e il popolo dem pisano idem. Su tutti una signora alla fine del dibattito sussurra all’amica: ”L’ho sentita bella grintosa, rende meglio che in tv, non come quel povero Bersani…”. E ora?

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