Chi legge i giornali, sì “legge” non sfoglia, chi segue l’attualità politica, chi va oltre la notizia, chi adora leggere i commenti degli editorialisti di Repubblica, ma anche di quelli del Corriere, della Stampa, del Manifesto, del Fatto, del Foglio, del Riformista, di Libero e del Giornale. Insomma, chi legge la stampa italiana, non può, al mattino, non sintonizzarsi su Radio Radicale. E non ascoltare la “nicotinosa” rassegna stampa, stiamo parlando di “Stampa e Regime”, condotta da Massimo Bordin.
L’altra mattina, non ricordo quale, mentre ascoltavo Bordin, sono rimasto colpito da una sua battuta: “Per conoscere il pensiero di Casini basta sfogliare le pagine del Messaggero”. In fondo Bordin non ha scoperto alcunché: l’editore del quotidiano romano è l’attuale suocero dell’ex presidente della Camera. Ma veniamo al punto. In questo week end una fetta di Pd, la cosiddetta Area democratica, l’area politica che fa capo a Dario Franceschini, ha organizzato un convegno in quel di Cortona. E venerdì, primo giorno del convegno, è stata la volta di una tavola rotonda alla quale hanno preso parte Dario Franceschini, leader di Area dem, Fausto Bertinotti, ex leader del Prc ed ex presidente della Camera, e il pluricorteggiato Pierferdinando Casini, anche lui ex presidente della Camera e attualmente leader del cosiddetto Terzo polo.
E’ indubbio che i riflettori fossero tutti puntati su Casini. Da mesi il Pd flirta con Casini, cerca di tirarlo per la giacca, ma lui a volte risponde alla chiamata, altre rimane immobile, e altre sembra quasi pronto a tornare fra le braccia del Cav. Così va avanti per mesi, ma lo scenario è sempre lo stesso: Casini sta al centro. Punto. Ma, tornando alla massima di Bordin sopracitata, è un segnale se il Messaggero dedica un articolo (“La parola ricostruzione unisce Pd e Udc”) al convegno organizzato da Area dem al quale ha partecipato Pierferdinando Casini? Può darsi. D’altronde Casini è stato chiaro: “L’epoca di Berlusconi è finita e l’eredità di questi vent’anni, purtroppo, è il nulla. Ciò che più colpisce è l’inconsapevolezza della classe dirigente della destra, mentre il paese rischia di finire nel baratro. La ricostruzione sarà un compito difficile. Ciascuno deve fare la sua parte: e la nostra parte è tra i moderati. Ma è ovvio che l’impresa può riuscire solo se fondata su una consapevolezza comune, come fu negli anni ’50”. L’ennesima apertura? Vai a saperlo. Ma se la “massima” bordiniana è non peregrina, forse questa volta Casini ci sta davvero pensando.
di G.A. Falci tratto da www.thefrontpage.it
lunedì 28 marzo 2011
Un articolo di G.A. Falci che fa pensare molto - Il centro che guarda a sinistra
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