martedì 15 febbraio 2011

Le primarie - alcune considerazioni tratte da una nota di Federico Gelli

Pubblico molto volentieri una nota di Federico Gelli sulle Primarie. Che condivido e sottoscrivo! IL PD deve essere aperto tra la gente e con la gente! La legge elettorale (anche quella regionale) va cambiata. Poiche è ormai diffusa nel partito e nella società (sfido chiunque a dirmi il contrario) la convinzione che l’attuale legge elettorale abbia nel meccanismo delle liste bloccate uno dei suoi elementi più antidemocratici e perversi, è necessario utilizzare le Primarie quale unico strumento che abbiamo per selezionare i nostri Rappresentanti in parlamento/Consiglio Regionale e per le cariche monocratiche. Primarie che richiedono delle regole piu chiare e precise per evitare che perdano il loro vero e pieno significato e diventino dannose
Cosa ne pensate?

Antonio

DI Federico Gelli

Queste sono ore decisive per il Paese. Stiamo assitendo ad un'inesorabile deriva del Governo, attento più alla difesa a spada tratta del suo capo che non alle questioni che angustiano gli italiani.

Il PD c'è. Lo sta dimostrando. La campagna di firme per le dimissioni di Berlusconi ha fatto centro. La gente vuole un partito capace di creare movimento, di tenere viva l'identità di chi non si riconosce in questa rappresentazione del Paese. Come anche la manifestazione di domenica, che ha fatto sentire la voce di un altro Paese, di altre donne e di altri uomini.

Bene... Ma stiamo attenti, dobbiamo evitare di sbagliare, di non fare un passo avanti e tre indietro.

Perché lo dico? Perché su un altro fronte, meno interessante per i più, ma invece determinate per l'idea di un partito che si confronta con la gente, con la sua gente, sarebbe un suicidio pensare di smettere di fare le Primarie.

Fa pensare quello che è venuto fuori dall'ultima Assemblea nazionale del PD.

Un ordine del giorno recita, testualmente:

"Stante l’attuale legge elettorale che impedisce agli elettori la possibilità di scelta dei parlamentari nazionali, l’Assemblea Nazionale impegna il Partito Democratico affinché la composizione delle liste per l’elezione del parlamento italiano avvenga con il più ampio processo democratico. Le modalità (primarie o altre forme pienamente partecipative) saranno stabilite dalla prevista Conferenza sul Partito e in caso di elezioni anticipate da un regolamento approvato dalla direzione nazionale del partito previa consultazione della Conferenza dei segretari regionali."

"Il più ampio processo democratico" è un bel modo per dire: anche senza le primarie. Causa di forza maggiore. Perché la situazione lo richiede.

E sono d'accordo, il passaggio è epocale. Ma proprio per questo dobbiamo essere coraggiosi, andare incontro ai nostri elettori, non dare l'impressione di un partito chiuso, che fa liste bloccate per eleggere i suoi in Parlamento, un partito più attento ai tatticismi che a far venir fuori la sua voce, la voce dei suoi elettori. Sarebbe vissuto come un tradimento. Anzi, sarebbe un tradimento. Dobbiamo al contrario con le primarie smontare il meccanismo perverso della legge elettorale vigente.

Dobbiamo coinvolgere i nostri elettori nella scelta delle persone.

Con aggiustamenti. Ben venga l'albo degli elettori... Sapete quanti albi abbiamo messo da parte dalle Primarie di Prodi del 2005 ad oggi... Beh, che voti quel popolo lì! Che i parlamentari siano scelti da chi ha partecipato già alle primarie. Ma non smettiamo di credere nelle primarie.
Significherebbe tradire una fiducia e un'apertura che fanno del PD la vera alternativa a Berlusconi e a quel modo di fare politica.

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